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Nelle campagne di Puglia va in scena il crollo del prezzo all’origine delle ciliegie, che secondo Coldiretti Puglia è sceso sabato 11 giugno 2022 tra 1,00 e 1,20 euro al chilogrammo. Una caduta del valore di questo frutto in realtà largamente annunciata dalle premesse strutturali di questa produzione, come si vedrà.

 

In Puglia è il momento della commercializzazione delle varietà Giorgia e Ferrovia, che giusto ieri, 14 giugno 2022, sono quotate in Borsa Merci a Bari: entrambe senza variazioni sulla settimana precedente. Le Giorgia mantengono valori all’ingrosso Iva esclusa e alle condizioni di franco partenza da un minimo di 2,00 euro al chilogrammo ad un massimo di 3,00 euro, mentre le Ferrovia si pongono nella forchetta di prezzo da 3 a 4 euro al chilo; entrambi i prodotti sono qualificati come di prima categoria, confezionati a norma. E il commento della Commissione di borsa per le mandorle e l’ortofrutta sentenzia: “Comparto ortofrutticolo debole”, con riferimento all’intero comparto ortofrutticolo.

Ma sono i prezzi in campagna che sono letteralmente crollati nel giro di pochi giorni, a partire da valori già in discesa e certo non altissimi, a causa dell’annata di carica e senza grossi danni da grandine, come pure temuto nei giorni scorsi.

Ismea già il 10 giugno rileva a Bari un prezzo medio all’origine di 0,73 euro al chilogrammo Iva esclusa per le ciliegie dure, genere commerciale cui appartiene la varietà Giorgia quotata in Borsa, pure qualificate come prodotto di massa alle condizioni di franco azienda, registrando un calo del 44,2% sulla settimana precedente. Il prezzo medio del 10 giugno è attestato tra un minimo di 0,70 euro al chilogrammo e un massimo di 0,75 euro senza prezzo prevalente.

 

Ismea, sempre il 10 giugno rileva a Bari un prezzo medio di 1,70 al chilogrammo Iva esclusa per le ciliegie Ferrovia, pure qualificate come prodotto di massa alle condizioni di franco azienda, registrando un calo del 30,6% sulla settimana precedente. Il prezzo medio del 10 giugno è attestato tra un minimo di 1,60 euro al chilogrammo e un massimo di 1, 80 euro senza prezzo prevalente.

 

Coldiretti, cancelli dei magazzini chiusi e prezzi giù

Ma passa un giorno e accade qualcosa: “I magazzini chiudono i cancelli e non ritirano le ciliegie Ferrovia, le più pregiate e dal calibro consistente, con i prezzi che crollano a 1,00-1,20 euro al chilogrammo, al pari di un caffè al bar, mentre i costi per produrle sono quasi raddoppiati con le difficoltà a reperire la manodopera per le operazioni di raccolta. È quanto afferma Coldiretti Puglia sabato 11 giugno, il giorno dopo l’ultima rilevazione Ismea che dava le Ferrovia tra 1,60 ed 1,80 euro al chilogrammo “Con gli agricoltori che hanno avuto l’amara sorpresa a Conversano di trovare i battenti chiusi dei magazzini e di non potere vendere le ciliegie raccolte”.

“L’andamento di mercato è inaccettabile con i prezzi pagati agli agricoltori in caduta libera, crollati in una settimana fino a 1 euro al chilo quanto un caffè, mentre la forbice dei prezzi dal campo alla tavola si è allargata in misura sconsiderata. Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano costretti ad abbandonare questa produzione storica e riconosciuta a livello nazionale per colpa dei prezzi in campagna ciclicamente troppo bassi”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

 

Gli agricoltori, oltre a sopportare il raddoppio dei costi di produzione aggravato dalla guerra in Ucraina, si trovano esposti – aggiunge Coldiretti Puglia – alla concorrenza sleale delle importazioni di ciliegie da Turchia, Grecia e Francia“Tutto ciò mentre è caduta nel dimenticatoio la legge che obbliga gli esercenti ad indicare chiaramente in etichetta l’origine dei prodotti ortofrutticoli”.

 

La produzione pugliese di ciliegie risulta concentrata nella provincia di Bari che da sola rappresenta il 96,4% della produzione totale regionale ed è la prima provincia italiana per produzione di ciliegie raccogliendo il 34% della produzione nazionale. Basti pensare che l’intera Puglia vale il 37% della produzione nazionale di Ciliegie.

 

“È necessario ricostruire una vera e propria filiera che sia in grado di valorizzare il prodotto anche attraverso una caratterizzazione territoriale della produzione – conclude Coldiretti Puglia – con la creazione di un marchio che valorizzi le caratteristiche organolettiche della ciliegia e le capacità di produzione da parte degli operatori del settore, un marchio come la Igp che possa essere riconosciuta dal consumatore, per rendere competitiva una coltura tradizionale e tipica della Puglia”.

 

Confagricoltura, investire sulla promozione

Prima ancora di questa rovinosa débâcle dei prezzi delle ciliegie, l’8 giugno, si erano tenuti a Bari i tavoli regionali settoriali per l’ortofrutta dedicati agli investimenti in marketing territoriale, in particolare proprio per le ciliegie. Ai due incontri in Regione Puglia avevano preso parte Confagricoltura Puglia.

 

Al termine degli incontri il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro e il presidente di settore Massimiliano del Core avevano sottolineato che “sull’ortofrutta, come Confagricoltura Puglia, in accordo con l’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia ed al presidente della Quarta Commissione Consiliare della Regione Puglia Francesco Paolicelli, stiamo spingendo per creare dei tavoli settoriali in modo da sfruttare al meglio i fondi a sostegno del settore”.

 

E ancora, sempre secondo Lazzàro e del Core “Bisogna fare scelte strategiche con coinvolgimento del Psr, del Fondo di Sviluppo e Coesione e attivare la fase di trasformazione. I tavoli di settore sono la scelta più opportuna per andare nella direzione dell’innovazione e dell’aggregazione, garantire qualità e successo sui mercati. Servono dunque più misure strutturali per evitare di ricorrere in tutta fretta a quelle straordinarie”.
  
E l’8 giugno i valori di mercato delle ciliegie erano già percepiti in ribasso da Confagricoltura Puglia, infatti: “La caduta dei prezzi era prevedibile – avevano affermato Lazzàro e Del Core – perché le dinamiche sono le stesse dell’anno scorso e questo è dovuto a tanti fattori. È vero che gli impianti sono in gran parte desueti e la campagna si concentra in un solo mese, ma il vero problema sono la commercializzazione e la promozione del prodotto”.

 

E ancora: “Bisogna pensare alla valorizzazione delle produzioni. Abbiamo un’ottima filiera commerciale, ma una filiera di marketing praticamente inesistente. Come Confagricoltura Puglia siamo pronti a fare sistema con le altre regioni produttrici di ciliegie per valorizzare al massimo questo prodotto che è un indiscusso fiore all’occhiello dell’agricoltura italiana”.

 

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