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L’attesa modifica del Testo unico sulla riscossione, che avrebbe dato all’Agenzia delle entrate diretto alle informazioni dei conti correnti dei cittadini debitori, per richiedere immediatamente alle banche di effettuare un pignoramento, sembra essere destinata a saltare. La misura era stata presentata come parte della manovra finanziaria per il 2024 del governo, ma, dopo un solo giorno dal suo annuncio, la stessa presidente Giorgia Meloni ha fatto sapere di averla bocciata.

Come avrebbe dovuto funzionare la norma

Il pignoramento diretto sul conto corrente è una pratica già prevista da tempo, ma le procedure necessarie per richiederlo e attivarlo sono lente e complesse. Così accade molto spesso che i tentativi di recuperare i debiti non portino da nessuna parte, gravando con una perdita di tempo e di risorse sulle attività del Fisco.

Il Testo unico sulla riscossione, pur essendo stato più volte aggiornato negli anni, risale al 1973 e quindi alcuni articoli risultano non adatti al contesto attuale. Il governo aveva quindi fatto sapere di aver modificato il Testo, aggiungendo l’articolo 75-ter, per dare all’Agenzia delle entrate il potere di accedere direttamente alle informazioni dei conti correnti relative alla disponibilità economica e ai movimenti conto. Così da potenziare le operazioni anti evasione.

In questo modo, la procedura di accesso, che a oggi deve passare per il tramite delle banche, sarebbe stata digitalizzata e velocizzata mettendola direttamente nelle possibilità del Fisco. Una procedura semplificata, che avrebbe concesso all’Agenzia di verificare rapidamente la presenza di liquidità per saldare il debito e notificare immediatamente alla banca l’ordine di pignoramento. Il tutto, sarebbe poi avvenuto in quella che viene chiamata fase stragiudiziale, cioè senza l’intervento dei tribunali, che così sarebbero anche stati alleggeriti dall’onere di dover occuparsi anche di queste pratiche.

Cosa è cambiato

Un giorno dopo l’annuncio del pignoramento rapido, la presidente del Consiglio ha fermato tutti. “Non se ne parla, questa norma non passa” avrebbe detto Meloni secondo quanto riportato dall’Ansa. Linea ribadita anche dal vicepremier Matteo Salvini, il quale ha assicurato che “non ci sarà alcuna incursione nei conti correnti”.

 

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