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«All’inizio sono mazzate. Molti credono di diventare ricchi con la piattaforma (Airbnb, ndr). Ma non è così. Forse per questo si sono divertiti a guardare il mio video e a scrivermi. Vogliono consigli, aiuti». 

Marta Cantoni gestisce una decina di case in affitto su Booking, il sogno imprenditoriale a portata di mano, secondo molti. Basta avere un appartamento. Si pensa: «Quasi quasi ci faccio un Airbnb». Ma non è tutto rose e fiori, come spiega Marta. Che poco tempo fa ha postato un video che è finito per diventare una sorta di manifesto delle difficolta. O se si preferisce delle (in)decenze o della maleducazione. Anche perché il filmato ha fatto il botto: 780 mila visioni (più dei 608 mila alloggi disponibili sulla piattaforma Airbnb in Italia alla data 2023), 14 mila like e oltre 2700 commenti. Per sua stessa ammissione, non mirava a suscitare tanto interesse. 

Il video che ha postato è di realismo radicale. Mostra lo stato di uno dei dieci appartamenti appena lasciato da una coppia di turisti. Un disastro. La sporcizia è distribuita marxianamente, in modo egualitario, in ogni locale. ll lavandino pieno zeppo di piatti sporchi, la sporcizia sparsa, la jacuzzi rovinata, il bagno…bé lasciamo stare. Marta ha voluto mostrare il potenziale distruttivo del turista.  

Non avrà postato il video anche per farsi un po’ di pubblicità? 
«Assolutamente no. Quando mi succedevano cose come quello che ho mostrato, io scattavo foto o giravo un video solo per mia mamma e per il mio fidanzato. Si divertono: “dai fammi vedere che cosa ti hanno combinato oggi, come ti hanno lasciato la casa”. Un giorno, dopo l’ennesimo appartamento trovato in condizioni pietose, mi sono chiesta: capitano solo a me i maleducati? Così ho pensato di far girare le immagini sui social. M’interessava avere uno scambio di pareri con altri gestori di Airbnb. E molti mi hanno scritto». 

Rapida biografia di questa giovane improvvisata neo imprenditrice. Ha 28 anni, è nata a Biella, diploma classico e una laurea in scienze infermieristiche. Per un po’ ha fatto l’infermiera salvo capire che non era la sua strada. Poi ha preso in affitto un appartamento a Livorno per seguire il suo fidanzato che è un militare. Il quale nel frattempo era stato spostato a Verona. Così a Livorno ha aperto il primo Airbnb, poi in rapida successione un altro a Verona e un terzo a Biella. Prendeva in affitto e subaffittava. 

«Tutto improvvisato come spesso mi capita. Con il passaparola mi sono arrivate altre proposte. Adesso gestisco una decina di case». 

Guadagna bene? 
«Non male, ci vivo bene e mi diverto molto. Ma non è tutto rose e fiori. Bisogna rincorrere le persone per i soldi, la tassazione è elevata (tasse allo stato e percentuale a Booking)…». 

Inizi dal primo appartamento, quello di Livorno.
«Un bel trilocale con dentro anche una jacuzzi che avevo acquistato a 20 euro da un rottamaio. Ci stava bene nella camera da letto. Abitando a Biella delegavo per la pulizia. Così molte cose me le perdevo. Non è che chi pulisce ti dica tutto. Quando poi mi sono trasferita a Livorno mi son detta: “le pulizie le faccio da me”». 

E ha toccato con mano la realtà. 
«Già, ho capito che non c’è rispetto umano per chi fa le pulizie. Molti clienti dimenticano o forse non sanno che dietro quella casa c’è gente in carne ed ossa che ci lavora. Mia mamma, un modello, in casa ci ha sempre tenuto agli asciugamani che vanno piegati in un certo modo, alle stoviglie che si lavano, al pavimento che deve essere lindo. Forse per deformazione professionale, faccio molta attenzione a questi aspetti». 

Il video è stato uno sfogo. Ha mostrato un appartamento in cattivo stato. C’è stato di peggio? 
«Molto di peggio. Una volta mi arriva una coppia sulla quarantina. Uno dei due si definiva artista. Avevano un cane. Avrebbero dovuto pagare un supplemento ma non mi avevano detto nulla dell’animale. Lasciano la casa ed entro per le pulizie. Trovo la pipì sui mobili, sulle tende, per terra. Hanno pulito alcuni escrementi con i miei asciugamani. Hanno fumato nei locali. Quando ho fatto notare loro che così non si fa, l’artista mi ha risposto: “ma di cosa si lamenta? Tanto avrebbe dovuto fare lo stesso pulizie, o no?”». 

Persona a modo. 
«Un’altra volta hanno prenotato due persone. Sono entrata in camera per pulire ed ho scoperto che in casa c’erano otto persone. Alcuni dormivano a terra. Avevano riempito la jacuzzi fino all’orlo, la camera era semi-allagata. Questo è un fatto ricorrente: prenota una sola persona e poi si presentano in quattro o cinque. Ed è grave: se non registro gli ospiti c’è la penale». 

Il bagno è il locale maggiormente martoriato? 
«Diciamo che è quello più eclatante. Spesso gli ospiti non tirano l’acqua e gli escrementi galleggiano». 

Fastidioso. Altro? 
«Il fumo. Certe volte non basta aprire le finestre nemmeno per un giorno intero per fare andare via la puzza. I più giovani fumano dentro anche sostanze. Ho i loro documenti, potrei denunciarli. Non l’ho mai fatto». 

Booking non le dà una mano? 
«Booking dovrebbe tutelarci. Ma funziona così. Se l’ospite fuma in casa oppure ci sono pulizie extra, Booking ci dice che può intervenire solo nel caso di rottura di qualcosa. Ma per la presenza di animali non dichiarati, per il fumo, le spese extra o per il furto di asciugamani non si può fare nulla». 

I furti sono frequenti? 
«Gli asciugamano e i coltelli. Nell’appartamento biellese ogni mese devo contarli perché li rubano o li buttano». 

Che altro? 
«Una volta avevo arredato un appartamento con candele e lanterne che avevo acquistato all’Ikea. Molto carine, costose. A me piacciono. Rendono l’ambiente caldo». 

Le hanno rubato pure le candele? 
«E le lanterne. Evidentemente alcuni ospiti si sentono in diritto di portare via quello che vogliono. Il bello è che nei commenti su Tik Tok alcuni giustificano questi comportamenti. La loro logica è: “però le pulizie te le ha pagate, tutto fa parte del prezzo”». 

Una sorta di cartesiano: «io pago, dunque posso fare». 
«Già, più o meno così. Io ho fatto un errore di valutazione che consiglio di evitare. Avendo viaggiato molto, ho sempre pensato che l’attenzione che mettevo io nella case altrui fosse uguale a quella degli altri. Sbagliato. Ieri un ospite mi ha telefonato alle dieci di sera per chiedermi, allarmato: “Dove sono gli asciugamani?”. Non li trovava perché non era entrato nella camera da letto. Ecco, si sentono in diritto, tanto hanno pagato…». 

Chi sono i clienti meno educati? 
«Spesso sono gli italiani, soprattutto giovani. Sono loro che si sentono più in diritto di fare quello che vogliono. Gli stranieri, al contrario, sono accomodanti, gentili e corretti. Come gli americani e i nordeuropei». 

Ritorniamo alla maleducazione. 
«L’aria condizionata in azione anche quando escono. Le luci sempre accese. La tassa di soggiorno: bisogna rincorrerli per riscuoterla. Sono piccolezze, per carità, ma sono indici del rispetto». 

Chi prevale tra educati e maleducati? 
«Metà e metà. Il 50 per cento lascia la casa a posto, in condizioni normali. A volte capita pure di trovare l’alloggio perfettamente in ordine: hanno lavato le stoviglie, passato per terra lo straccio, messo a posto gli oggetti sulle mensole. Alcuni ti chiedono educatamente se possono buttare l’immondizia o lavare i piatti». 

Dallo scambio di pareri con altri gestori di Airbnb sui social cosa ha capito? 
«Alcuni parlano di esperienze meravigliose, altri mi dicono “questo è ancora poco”. Il punto è che chi è pagato per fare le pulizie si abitua alla cosa. E molti proprietari non sanno cosa succede». 

Lei ha mostrato piatti accatastati da lavare, avanzi di cibo in frigo, mutande lasciate in giro. 
«E ci sono quelli che si struccano con le tovaglie bianche e che poi buttano per terra. E pensare che nelle case che affitto la pulizia deve essere dettagliatamente maniacale. Nella mia ideologia casalinga, diciamo così, l’ospite deve trovare la casa in perfetto ordine, il cuscino in un certo modo, la carta igienica sempre nuova, la polvere inesistente, gli specchi lindi, l’olio e il sale in un determinato posto, gli asciugamano piegati bene, profumatori pieni, il frigo vuoto e pulitissimo e nemmeno un capello a terra». 

Su Booking che valutazione ha? 
«Molto buona. Ma l’ospite ha il grande potere: la valutazione. Ascolti questa.  Arriva una coppia che dice “vogliamo andarcene. C’è solo una coperta e noi siamo in due”. Rispondo che c’è la coperta matrimoniale. Ma loro ne vogliono due. Vado a prenderne un’altra. “Tutto a posto?”, chiedo. “Assolutamente si”. E mi ringraziano. Mi hanno dato una recensione bassissima. Un’altra coppia mi ha dato “1”, il punteggio più basso, perché ho ricordato loro che in casa non si fumava mentre per terra c’erano cartine e mozziconi. Hanno scritto: “voto basso perché la proprietaria non si fa i fatti suoi”». 

Obiettivi?  
«Raddoppiare gli appartamenti. Con il passa parola l’attività è destinata ad  ingrandirsi. Ci sono aspetti negativi:  i costi di gestione tra tasse, affitto, bollette e le pulizie sono alti. Ma nel complesso ne vale la pena se si riesce a ridere pure della maleducazione. Si instaurano anche dei bei rapporti umani, sa? Di recente a Biella una persona al momento di pagare 65 euro mi ha detto: “Ho il reddito di cittadinanza e in tasca ho solo 50 euro. Possono bastare?”».

19 giugno 2024

 

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