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Italo Cremona, Oggetti (Natura morta con murice), 1930 ca. Collezione privata

Inaugura il 2 maggio nelle sale della Casa d’Aste Sant’Agostino “Italo Cremona nelle collezioni private”. L’esposizione, a cura di Vanessa Carioggia e Andrea Barin, sarà visitabile sino al 24 maggio.

L’idea di fare una mostra su questo raffinato artista è nata già molto tempo fa, ma la realizzazione si è concretizzata grazie alla concomitante mostra organizzata dalla  GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e dal Mart-Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Come racconta Vanessa Carioggia, titolare della San’Agostino e curatrice della mostra con Andrea Barin: “Il sodalizio del Maestro con la Sant’Agostino nasce indietro nel tempo. Consultando i nostri cataloghi d’asta mi sono accorta che un’opera di Cremona compare già nei primi anni Ottanta. Nei primi anni Novanta la moglie, Danila Dellacasa, ci consegnò un nucleo consistente di opere che arricchirono le nostre aste. Nel corso degli anni, fino ai tempi più recenti, abbiamo trattato alcuni dei più importanti capolavori ancora disponibili sul mercato; il progetto vuole offrire un omaggio non solo al pittore, ma anche ai collezionisti della Sant’Agostino, coloro che hanno contribuito alla realizzazione della memoria storica del pittore” e aggiunge: “I collezionisti hanno risposto con grande entusiasmo alla richiesta di esporre i dipinti, ma non nego che in qualche caso ho dovuto insistere per averle in mostra e il prestito permetterà agli amanti di Cremona di poter vedere anche le opere che sono custodite gelosamente nelle loro case e raramente mostrate.

Italo Cremona, Composizione con il ritratto della madre, 1935, collezione privata

L’esposizione mette in luce la produzione di Italo Cremona dagli anni Venti fino agli anni Settanta. L’intento è poter presentare a Torino un unicum nella storia espositiva dell’artista: una visione più completa possibile delle sue opere pittoriche.

Italo Cremona nasce a Cozzo, in provincia di Pavia, nel 1905, come egli stesso ricorda: “Io a Cozzo, ci sono nato e ci sono rimasto soltanto tre anni dei quali non ricordo quasi nulla”; nel 1911 si trasferisce a Torino con la famiglia. Dopo la laurea in giurisprudenza inizia ad occuparsi di pittura, passione che coltiva fin da ragazzo, prima presso l’Accademia Albertina e poi alla Società degli Amici dell’Arte. I suoi maestri furono Mario Gachet e Vittorio Cavalleri. Conobbe la famiglia Casorati a Rubiana e di Felice Casorati ne divenne allievo sui generis. Cremona non fu solo pittore, ma una mente brillante in ambito letterario, artistico e cinematografico: fu scenografo, sceneggiatore, costumista, arredatore e, dal dopoguerra, insegnante di decorazione all’Accademia Albertina, dirigente dell’Istituto Statale d’Arte di Torino e scrittore di romanzi. Muore nel 1979 a Torino.

Italo Cremona, Specchio sferico, 1943, collezione privata

Il percorso di mostra

Il percorso della mostra si snoda lungo i temi portanti nella poetica del pittore, ovvero l’autoritratto e i ritratti, i nudi, i paesaggi urbani e gli interni: tutto il mondo creato da Italo Cremona nel corso di oltre cinquant’anni di attività. Come spiega la curatrice: “La città dipinta è quasi sempre Torino, con tagli parziali, vedute di tetti, piccole architetture, mai una rappresentazione sontuosa. Firenze è un’altra città frequentata e viene restituita sventrata, bombardata e fa da quinta compositiva nell’ “Autoritratto su rovine” del 1946. Questo dipinto è un esempio delle opere realizzate a Firenze nel periodo 1946-1948 che rappresentano una testimonianza biografica del soggiorno dell’artista nell’immediato dopoguerra in una città straziata dal conflitto bellico, tra le macerie, a cui si accompagna la tragedia individuale della cultura europea. In questi anni si assiste a una breve stagione pittorica di colloquio senza filtri con il tragico. I quadri fiorentini costituiscono un crocevia fondamentale nell’opera e nella vita stessa di Cremona, due aspetti sempre connessi, sul piano psicologico, emozionale e pittorico. Trattasi di pittura densa su cui campeggiano o il volto del pittore, reso “nudo” dal contesto, o la classica naturalità infranta e piagata del nudo. Entrambi i soggetti sono circondati dalla brutalità delle rovine, non mascherata, ma testimoniata dalla violenza espressionistica del colore.”

E ancora, “Specchio sferico” del 1943 condensa l’intima visione del pittore: l’autoritratto restituito distorto dalla sfera, l’interno dello studio, mille volte raffigurato, con gli oggetti del quotidiano: il sofà, la sedia a dondolo, il cavalletto e la composizione scenografica data dalle stoffe colorate e dalla piccola scultura in primo piano. Due realtà distinte che si compenetrano nell’occhio dell’osservatore: “Cremona è un pittore di interni, anzi di un solo interno: quello della sua casa.” o dei suoi studi.Il primo studio in Corso Dante, poi l’amatissimo di Via Po, sopra il caffè Nazionale distrutto dai bombardamenti del ’42, ancora dopo la guerra si trasferì in Piazza Cavour sopra la chiesa ortodossa e infine la casa/studio di Via Maria Vittoria. Questi luoghi vissuti vengono ripensati, creati, interpretati e infine sublimati nella pittura.

I Nudi in mostra sono dipinti fra la fine degli anni Venti e gli anni Settanta. Riporta Giovanni Arpino citando Cremona: “Se tornassi a disegnare e dipingere, farei soltanto più nudi, è il massimo della sfida.” “Nudi nello studio” del 1930 presenta ancora i temi cari: l’interno dello studio, la prospettiva che si rincorre nelle stanze che si aprono una dietro l’altra e le due modelle, l’una di schiena come spesso accade e l’altra appoggiata al sofà. In “Nudo con le scarpe rosse in un interno” del 1947 e “Nudo in un interno barocco” del 1950 vengono rappresentate ancora le scene di interno, che sottolineano una pittura autobiografica. La partecipazione ad allestimenti per il teatro e il cinema crea un gusto della composizione pensata per comunicare uno stato d’animo.

La matrice scenografica è dichiarata, come la naturale predisposizione per il gusto compositivo di tipo teatrale, spesso con curiose rappresentazioni bizzarre e assurde, in cui l’artista cerca di cogliere la matrice fantastica e visionaria della realtà. In queste “scenografie domestiche” lo sfondo, come in una scena di teatro, suggerisce un’apertura verso l’interno, verso il mondo quotidiano e intimo di Cremona, come in un caleidoscopio di immagini che si rincorrono all’infinito in un rimando continuo di significati.

PER INFO

Italo Cremona nelle collezioni private

Casa d’Aste Sant’Agostino_Corso Tassoni 56, Torino



 

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