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Unicredit lancia la terza edizione di “UniCredit per l’Italia”, un piano di finanziamenti che ha come focus le Pmi, le microimprese e il Terzo settore. Ecco tutti i dettagli

Dieci miliardi di euro per sostenere le piccole e medie imprese, il Terzo settore e il mezzogiorno. Unicredit, in una conferenza stampa in streaming, ha presentatoieri  la terza edizione di “UniCredit per l’Italia – imprese”: un piano di finanziamenti da 10 miliardi di euro, articolato in una serie di interventi a supporto della crescita delle imprese italiane.

Nel 2022 la banca aveva stanziato 8 miliardi per consentire a famiglie e imprese di affrontare i rincari energetici e delle materie prime, nel 2023 una nuova iniziativa da 10 miliardi per sostenere i consumi, il piano del 2024 prevede un pacchetto di soluzioni finanziarie, assicurative e consulenziali finalizzate ad aiutare le piccole e microimprese italiane a crescere, affrontare la transizione e diventare più competitive.

Il piano, che si avvale delle novità degli schemi di garanzia introdotti dal governo, ha riservato il 40% delle risorse 40% al Mezzogiorno e dedica particolare attenzione all’integrazione dei fattori Esg.

“Le imprese italiane hanno dimostrato una straordinaria resilienza in un contesto di tassi elevati, inflazione e tensioni geopolitiche – ha detto Andrea Orcel, CEO di UniCredit e Head di UniCredit Italia ha dichiarato –. Come banca, è nostro dovere aiutare le aziende a prosperare, in particolare quelle che hanno una missione sociale alla base. Continueremo a sostenere le loro ambizioni e ad accelerare il loro percorso di crescita, ora e in futuro”.

Ecco tutti i dettagli.

I FINANZIAMENTI DI UNICREDIT ALLE MICROIMPRESE

Unicredit, nella stesura del suo piano di finanziamenti, ha cercato di valorizzare il ruolo che occupano le piccole imprese all’interno del sistema economico italiano, secondo i vertici del gruppo bancario. “Le microimprese, imprese fino a 10 addetti e 2 milioni di fatturato, occupano il 40% della forza lavoro”, ha detto Remo Taricani, Deputy Head di UniCredit Italia. A loro Unicredit ha destinato n plafond di 1 miliardo di euro, prevedendo specifiche forme di microfinanziamento e di microcredito con garanzia del Fondo di Garanzia per le pmi, gratuita e pari all’80% dell’importo, insieme a condizioni agevolate per le coperture dai rischi aziendali e iniziative di formazione dedicate, all’interno dei diversi programmi attivati da UniCredit.

UNICREDIT PER IL TERZO SETTORE: MEZZO MILIARDO DI PLAFOND E COMPETENZE DEDICATE

Una novità significativa di quest’anno risiede nel fatto che anche le imprese del Terzo settore possono accedere ai fondi messi a disposizione di Unicredit. “Il Terzo settore raccoglie 350mila enti e 4,5 milioni di volontari, per loro è previsto un plafond mezzo miliardo – ha aggiunto Taricani -. Sono inclusi gli enti ecclesiastici, come le 26mila parrocchie”. Inoltre, le realtà del Terzo potranno usufruire di servizi dedicati, quali la piattaforma di fund raising ‘Ilmiodono’ e i fondi di Carta Etica per sviluppo di progetti sociali. “A Roma abbiamo aperto e sviluppato la prima filiale dedicata a imprese del terzo settore – ha spiegato Annalisa Areni, Head of Client Strategies UniCredit Italy -, sappiamo sono state necessarie competenze specifiche”.

DA UNICREDIT UN MILIARDO ALL’AGRIBUSINESS

Un miliardo è il plafond stanziato per l’Agribusiness, risorse a supporto degli investimenti delle imprese agricole e agroalimentari, dei processi di adeguamento tecnologico e digitale, della trasformazione in ottica sostenibile e in linea con le direttive europee sulla transizione Green. Per il comparto dell’agricoltura Unicredit si è avvalsa di Confagricoltura come partner. “La filiera estesa dell’agricoltura è 600 miliardi di fatturato pari al 15% del Pil”, dice Remo Taricani. Inoltre, le aziende agricole potranno avere a disposizione una consulenza specialistica con oltre 200 gestori dedicati dislocati sul territorio.

PREVISTO UN PLAFOND DI UN MILIARDO PER UN TURISMO PIÙ MODERNO

Un altro pilastro della strategia di finanziamenti è quello che riguarda il turismo, a cui Unicredit assegna un plafond di 1 miliardo per il finanziamento di specifiche strategie di investimento al fine di agevolare la transizione green, l’innovazione tecnologica e la riqualificazione alberghiera. “Il settore del turismo nel suo complesso genera 100 mld di valore aggiunto e corrisponde al 5% del Pil”.

AL MADE IN ITALY 6,5 MILIARDI DI EURO

“Il resto, 6,5 mld vanno al Made in Italy, tutti i settori in cui si concentra la maggior parte dell’export italiano”, ha aggiunto Tiracani. Grande attenzione sarà dedicata alla transizione ESG e alla dimensione geografica. Il 40% delle risorse verrà destinato al Mezzogiorno, con particolare riferimento agli investimenti e alla nascita di nuove attività imprenditoriali. Per queste ultime, nell’ambito del programma Resto al Sud, è prevista la possibilità di accedere a contributi pubblici in conto interessi e in conto capitale. “Dobbiamo ricordare – conclude Tiracani – che un terzo delle piccole e medie imprese presenti in Italia è al Sud. Il Mezzogiorno ha una grande sfida economica e demografica: negli ultimi anni ha perso 1,5 milioni di residenti”.

LA PARTNERSHIP CON SACE GREEN

Nella scelta dei progetti da finanziare saranno preferiti i progetti che valorizzano la transizione green. Unicredit prevede di fornire supporto alla transizione ESG verso modelli di business più sostenibili attraverso la consulenza specializzata, partendo da uno score ESG gratuito – in progressiva estensione a tutte le Pmi – fornito da Cerved Rating Agency su piattaforma Open-es per delineare un percorso di transizione e soluzioni finanziarie specificamente concepite per incentivare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle imprese. “ESG non deve essere visto come un tema limitante ma che agevoli la crescita – ha spiegato Annalisa Areni -. Dobbiamo essere al fianco dei nostri imprenditori per aiutarli, sebbene il framework normativo non ancora definito. I prodotti ESG sono costruiti in partnership con Sace, Sace green, tarati sulle microimprese ma anche sulle imprese più strutturate e complesse”.

 

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