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La crescita al rallentatore e il timore mai del tutto sopito di ricadere in recessione tiene chiaramente in apprensione le imprese italiane e, di riflesso, le banche che le finanziano. Il paracadute approntato attraverso l’utilizzo di garanzie pubbliche sui prestiti concessi dagli istituti di credito è pronto a riaprirsi ancora una volta, mitigando l’eventuale impatto sui bilanci delle banche italiane di un aumento delle sofferenze dei crediti alle Pmi.

A sostenerlo sono gli analisti di S&P Global Ratings in uno studio in cui si analizzano a fondo gli effetti (positivi) generati da uno dei sistemi di garanzia in atto, quello che vede come prestatore Mediocredito Centrale (Mcc), e che si estende su oltre 200 miliardi di euro di finanziamenti concessi a Pmi e aziende. «Questi prestiti hanno contribuito a mantenere su livelli storicamente bassi i tassi di insolvenza sperimentati durante e dopo la pandemia», riconosce Benedetta Avesani, analista di finanza strutturata di S&P Global Ratings, ricordando che «Pmi e imprese sono entrate nel 2022 e 2023 con solide riserve di liquidità proprio grazie alla garanzia Mcc».

La garanzia Mediocredito Centrale fornirà alle banche italiane un significativo cuscinetto per le perdite su crediti nei prossimi due o tre anni, quando ci aspettiamo che i tassi di insolvenza aumentino

Il documento di S&P, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare, nasce in realtà dalla necessità di rispondere alle domande da parte degli operatori di mercato su come l’agenzia analizza, nell’ambito del proprio approccio ai rating dei finanziamenti strutturati, una garanzia statale a protezione dal rischio di perdite sui prestiti che beneficiano di tale strumento in caso di eventuale insolvenza. Quello che traspare tuttavia al suo interno è un atteggiamento di fiducia nello strumento, anche alla luce della crisi che potrebbe manifestarsi nei mesi a venire. «La garanzia Mcc fornirà alle banche italiane un significativo cuscinetto per le perdite su crediti nei prossimi due o tre anni, quando ci aspettiamo che i tassi di insolvenza aumentino», aggiunge infatti Avesani, spiegando che l’intervento statale copre per lo più tra l’80% e il 100% del valore dei prestiti e dà alla banca l’opzione di attivare la garanzia non appena un cliente risulta inadempiente.

L’approccio di S&P

Sotto l’aspetto tecnico, l’agenzia di rating tende in genere a considerare il beneficio per i flussi di cassa valutando i recuperi che l’emittente riceverebbe dal garante. Questi ultimi dipendono a loro volta dalla percentuale di perdite coperte dalla garanzia, dalla capacità di pagamento stimata del garante per un determinato scenario di rating e infine dal tasso di successo di pagamento della garanzia. Nel caso specifico di Mcc, segnala S&P, la protezione del credito è compresa tra il 30% e l’80% del saldo residuo dei prestiti alle imprese al momento dell’inadempienza ed è aumentata fino al 100% durante la pandemia e al 90% per le Pmi colpite dal conflitto Russia-Ucraina e dalla successiva crisi energetica.

La simulazione sulle cartolarizzazioni Carige

Garante di ultima istanza può essere invece considerata la Repubblica Italiana, con rating «BBB» e una conseguente capacità di pagamento pari al 40% al livello di giudizio «AA» e al 70% per le «A», mentre il tasso di successo dei pagamenti varia dal 92% al 93,5% in base allo stesso livello di rating. Il risultato si traduce in ogni caso in «recuperi molto più elevati di quelli che tipicamente assumiamo allo stesso livello di rating per i prestiti non garantiti alle Pmi italiane» secondo S&P, che porta l’esempio di due cartolarizzazioni effettuate da Banca Carige denominate «Lanterna Finance 4» e «Lanterna Finance 5».

 

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