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Il 7 settembre 2023 il Consiglio dei ministri ha approvato il c.d. “D.L. Sud”, rubricato “Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese” che introduce, per il periodo 2024 – 2026, la “ZES per il Mezzogiorno – ZES unica” per le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.

L’obiettivo della disposizione è di creare nuovi incentivi per la crescita e il consolidamento economico delle aree del Sud d’Italia, per renderle maggiormente idonee allo sviluppo ed alla crescita del sistema produttivo.

Che cos’è la ZES?

Z.E.S. sta per “Zona Economica Speciale” e rappresenta una zona delimitata del territorio dello Stato nella quale l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali, da parte delle aziende già operative e di quelle che si insedieranno, può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa.
La possibilità di istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) è stata disciplinata per la prima volta nel 2017 prevedendo ben 8 zone economiche speciali distinte, di seguito elencate:
ZES Abruzzo;
ZES Calabria;
ZES Campania;
ZES Ionica Interregionale Puglia-Basilicata;
ZES Adriatica Interregionale Puglia-Basilicata;
ZES Sicilia Orientale;
ZES Sicilia Occidentale;
ZES Sardegna.

Che cosa cambia con la ZES unica?
Dal 1° gennaio 2024 verrà istituita la “ZES unica” per il rilancio dell’economia delle regioni del Mezzogiorno e l’intero territorio del Sud d’Italia diventerà, pertanto, un’unica Zona Economica Speciale.

Applicando il modello agevolativo delle ZES, verrà istituita la “Struttura di missione” (sostanzialmente una Cabina di regia) per utilizzare le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) in coerenza con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Le imprese, pertanto, non dovranno più relazionarsi con gli otto commissari straordinari, finora operativi nelle singole ZES, ma con un unico interlocutore, ovvero la Cabina di regia che avrà sede a Roma.

L’obiettivo è individuare sia i settori da promuovere e da agevolare, sia gli investimenti e gli interventi prioritari finalizzati a favorire lo sviluppo del Sud del Paese, ma anche tagliare la burocrazia e velocizzare i tempi per la concessione delle autorizzazioni e delle agevolazioni.

Nel dettaglio, le risorse che verranno messe a disposizione per sostenere gli investimenti nelle regioni del Sud, ammontano a 1,5 miliardi di euro per ogni anno del periodo 2024 – 2026 (per un totale di 4,5 miliardi di euro):
– 500 mila euro annui proverranno dai Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR);
– 1 miliardo di euro annui dal PNRR.

Al fine di favorire una immediata e semplice conoscibilità della ZES unica e dei benefici connessi, sarà istituito presso la Struttura di missione il portale web della ZES unica, denominato S.U.D. ZES (nel quale confluiranno gli sportelli unici digitali attivati) che fornirà tutte le informazioni sui benefici riconosciuti alle imprese nella ZES unica e garantirà l’accessibilità allo sportello unico digitale ZES.

Quali sono le agevolazioni?
Le aziende già operative nelle attuali ZES e quelle che si insedieranno potranno beneficiare di diverse tipologie di vantaggi come:
– la previsione di un’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive da presentare allo sportello unico digitale;
– il riconoscimento, fino al 2026, di un credito d’imposta per l’acquisizione dei beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive, nella misura massima consentita dalla medesima Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 e nel limite massimo di spesa.

Credito d’imposta ZES unica
Sono agevolabili gli investimenti, facenti parte di un progetto di investimento iniziale relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio, nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.

Il credito d’imposta è commisurato alla quota del costo complessivo dei beni realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024 nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro. Non sono agevolabili i progetti di investimento di importo inferiore a 200.000 euro.

Se i beni oggetto dell’agevolazione non entrano in funzione entro il secondo periodo d’imposta successivo a quello della loro acquisizione o ultimazione, il credito d’imposta è rideterminato escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni non entrati in funzione. Se, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello nel quale sono entrati in funzione, i beni sono dismessi, ceduti a terzi, destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa ovvero destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione, il credito d’imposta è rideterminato escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei beni anzidetti. Per i beni acquisiti in locazione finanziaria, le disposizioni si applicano anche se non viene esercitato il riscatto.

La costituzione di un’unica ZES consentirà di massimizzare nello scenario internazionale l’impatto competitivo dell’intero Mezzogiorno con il suo già rilevante apparato produttivo, che rappresenta un potenziale da valorizzare nelle sue molteplici articolazioni settoriali e territoriali, con riconoscimento di eguali chance di sviluppo a tutti i territori dell’Italia meridionale e a tutte le imprese già insediate nel Sud, o che in esso volessero insediarsi.

venerdì 20 Ottobre 2023

 

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