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Tra le questioni più delicate per il paese permane quella relativa al rilancio del tessuto economico e produttivo del Mezzogiorno e, perciò, tra le iniziative in agenda del Governo, abbiamo anche la stesura di un nuovo decreto Sud, la cui bozza è all’esame del Consiglio dei Ministri in questi giorni.

All’interno del decreto Sud un complesso di misure aventi l’obiettivo di favorire il territorio meridionale, sul piano della lotta alla disoccupazione, della creazione di nuovi posti di lavoro e dell’aumento della competitività delle aree del Sud e delle realtà imprenditoriali locali.

Se da un lato infatti vi sarà spazio per finanziamenti e assunzioni per potenziare la capacità amministrativa degli enti territoriali, dall’altro – tra le misure in fase di lancio con il decreto Sud – avremo anche l’introduzione di una ZES (Zona Economica Speciale) unica per le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.

Vediamo da vicino proprio quest’ultima novità in arrivo.

Che cos’è la ZES? Il contesto di riferimento

Come ricorda l’Agenzia per la Coesione Territoriale nel suo sito web ufficiale, il decreto legge n. 91 del 2017, convertito con modifiche nella legge n. 123 dello stesso anno, nel quadro di interventi urgenti per la crescita economica nel Sud Italia, ha previsto e disciplinato la possibilità di istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES), aree in cui le imprese già operative o di nuovo inserimento possono avvalersi di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative e burocratiche.

In altre parole, la ZES è una particolare zona del territorio italiano ove le aziende, che svolgono attività economiche e imprenditoriali, possono godere di speciali condizioni in tema di  investimenti e attività di sviluppo d’impresa – vale a dire procedure alleggerite e regimi di tassazione più vantaggiosi. L’idea è infatti quella di sollecitare più persone a cominciare attività industriali, produttive e logistiche nella zona, ma anche spingere quelle esistenti ad allargarsi – favorendo così la crescita dell’economia del Sud Italia. Il nuovo decreto Sud va proprio in questa direzione.

La definizione normativa

In base all’art. 4 comma 2 del citato decreto n.91 del 2017, quella che segue è la definizione di ZES – Zona Economica Speciale:

Per ZES si intende una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell’11 dicembre 2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio, sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Per l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali le aziende già operative e quelle che si insedieranno nella ZES, possono beneficiare di speciali condizioni, in relazione alla natura incrementale degli investimenti e delle attività di sviluppo di impresa.

Come funziona la nuova ZES unica nel Mezzogiorno

Come accennato in apertura, il Consiglio dei Ministri si sta adoperando per potenziare e semplificare gli interventi a favore del Mezzogiorno: il nuovo schema di decreto legge – cd. decreto Sud – reca infatti disposizioni urgenti per la coesione e il rilancio dell’economia nelle aree del meridione del paese.

Spicca l’introduzione di una ZES unica per tutte le regioni del Sud Italia, che entrerebbe in vigore dal primo gennaio del prossimo anno e che sarebbe gestita in modo diretto da una apposita cabina di regia collegata direttamente all’attuale Esecutivo e presieduta dal Ministro per il Sud. Essa sostituirebbe le 8 attualmente attive, ovvero:

  • ZES Abruzzo;
  • ZES Calabria;
  • ZES Campania;
  • ZES Ionica Interregionale Puglia-Basilicata;
  • ZES Adriatica Interregionale Puglia-Molise;
  • ZES Sicilia Orientale;
  • ZES Sicilia Occidentale;
  • ZES Sardegna.

La ZES unica – la cui istituzione ha ricevuto l’ok della Commissione Europea lo scorso luglio – si inserisce in un piano di sviluppo strategico triennale, che si combina con gli obiettivi del PNRR, che infatti prevede l’unificazione delle otto aree citate. Infatti le otto ZES saranno unificate nello scopo di potenziare il sistema e aumentare i vantaggi.

Confermate invece le agevolazioni e semplificazioni per le imprese e il credito d’imposta. Nel nuovo quadro organizzativo sarà promossa la pubblicità e l’attrattività delle ZES per le aziende e saranno potenziate le attività di prevenzione dell’infiltrazione della criminalità organizzata.

In particolare le procedure per avviare un’attività saranno assai semplificate e accorciate sul piano delle tempistiche, facendo ricorso alla cd. “autorizzazione unica”. Ma ovviamente, per avere tutti i dettagli ufficiali, occorrerà attendere il testo definitivo del nuovo decreto Sud.

Portale unico ad hoc e stanziamenti previsti

Chiaramente la nuova ZES unica sarà sottoposta ad un’attività di coordinamento, vigilanza e monitoraggio. Come sopra accennato, ne sarà protagonista una cabina di regia ZES istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e chi vorrà saperne di più circa agevolazioni e benefici attribuiti alle imprese rientranti nell’area ZES, potrà fare riferimento al nuovo ‘portale web della ZES unica’.

Detto portale sarà utile a fornire tutte le informazioni in tema di benefici riconosciuti alle imprese nella ZES – Zona Economica Speciale e assicurerà l’accessibilità allo sportello unico digitale ZES, il cd. “S.U.D. ZES”.

Nell’ambito dei lavori sulla bozza di decreto Sud, le indiscrezioni emerse ci indicano che sono a disposizione circa 1,5 miliardi di euro per ognuno degli anni 2024, 2025 e 2026. 4,5 miliardi di euro dunque è la cifra complessivamente stanziata per questa novità e per supportare fiscalmente l’iniziativa e i crediti di imposta in gioco.

Concludendo, il decreto Sud prossimo alla sua ufficializzazione – e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale – rappresenta dunque un provvedimento di ampio respiro e che, almeno nelle intenzioni, intende perseguire la finalità di favorire ancor più gli investimenti e gli interventi per lo sviluppo di tutto il territorio del meridione d’Italia.

 

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