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Revenge Bedtime Procrastination: cos’è la procrastinazione del sonno, gli effetti negativi sui genitori, come contrastarla

In questo articolo

Genitori e procrastinazione del sonno

Dormire è un bisogno fondamentale, proprio come respirare, bere e mangiare. Eppure, un sondaggio condotto su oltre 1.500 genitori mostra che la maggior parte di loro non riesce a dormire le sette-nove ore raccomandate. Lo studio approfondisce la relazione tra la privazione del sonno e la procrastinazione del sonno e il modo in cui queste due variabili hanno un impatto negativo sui genitori.

Revenge Bedtime Procrastination: cos’è

La chiamano Revenge Bedtime Procrastination, e consiste nella tendenza di posticipare l’ora di andare a letto. La parola “revenge”, ossia “vendetta”, è stata poi aggiunta a questo fenomeno in seguito a un tweet della giornalista Daphne K. Lee, che alludeva alla “vendetta del rimanere alzati fino a tardi”, una pratica comune in Cina, dove in genere le persone lavorano dalle 9.00 alle 21.00 per sei giorni alla settimana, non avendo praticamente tempo libero. A loro volta, si “vendicano” rimanendo alzate più tardi del dovuto per ritrovare un senso di libertà. Questo fenomeno è quindi una risposta alla mancanza di tempo libero durante il giorno, che ci spinge a occuparci delle nostre passioni nelle ore serali, rubando così ore preziose al sonno.

Per esempio, una persona che di solito ama andare a letto verso le 22 può rimanere sveglia fino a mezzanotte mentre scorre i social network o guarda una serie o il suo programma televisivo preferito. Se non si modificano gli orari di sveglia, questo può portare alla privazione del sonno.

Procrastinazione del sonno nei genitori: lo studio

Il sondaggio condotto da Sleepopolis suggerisce che la frequenza con cui un genitore procrastina il momento di andare a letto può essere correlata a un maggior numero di notti di sonno insufficiente. Mamme e papà che rimandano l’ora di andare a dormire hanno una media di 5,41 notti con meno di 7 ore di sonno a settimana, mentre quelli che non lo fanno mai hanno una media di 2,54 notti di sonno insufficiente.

Lo studio ha rilevato che il 95,33% dei genitori dichiara di procrastinare il sonno a causa della mancanza di tempo libero durante il giorno. Quasi la metà (48,02%) di questi genitori procrastina spesso o sempre. Inoltre, quando si rimanda l’ora di andare a letto, oltre la metà dei genitori passa le ore davanti a uno schermo (51,40%).

Considerando le differenze tra gruppi per quanto riguarda la procrastinazione del sonno, è emerso quanto segue:

  • le donne sono più propense a ritardare la buonanotte rispetto agli uomini (il 51,18% lo fa la maggior parte delle volte o sempre, rispetto al 43,17% degli uomini)
  • i genitori con figli piccoli, di età pari o inferiore a tre anni, hanno livelli più elevati di procrastinazione del sonno, mentre il fenomeno tende a diminuire con l’aumentare dell’età dei figli

Perché tante mamme tendono a procrastinare il sonno

Le neomamme hanno in genere una giornata poco o per nulla strutturata, spesso faticano a trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata o soffrono di burnout, così la procrastinazione del sonno può essere piuttosto allettante per loro. Se a questo si aggiunge il fatto che i bambini fanno spesso molto affidamento sulle loro madri per qualsiasi cosa, si ottiene la ricetta perfetta per procrastinare l’ora di andare a letto.

Inoltre, “molte mamme lavorano fuori casa, quindi dal momento in cui aprono gli occhi (spesso molto presto al mattino) fino a quando i loro figli sono a letto, sono sempre in movimento e si occupano dei desideri e dei bisogni degli altri”, spiega Christine Brown, consulente certificata per il sonno dei bambini e fondatrice di Bella Luna Family. “Quindi, una volta che i loro piccoli sono finalmente a letto per la notte, quelle ore notturne sono probabilmente il primo momento che hanno per sé. Questo tempo è così sacro e importante per la salute mentale che le mamme spesso danno priorità a questo tempo libero più di quanto non diano al sonno”.

L’impatto negativo sui genitori

Poiché la procrastinazione del sonno può portare a una privazione del sonno, potrebbe provocare un impatto negativo su alcuni genitori. Nella maggior parte dei casi, è stata riscontrata irritabilità durante l’attività genitoriale, con il 66,43% che ha riferito questa sensazione dopo aver ritardato l’ora di andare a letto. Altri effetti negativi emersi sono:

  • stress (60,73%),
  • sovraccarico di responsabilità genitoriali (51,78%)
  • sbalzi d’umore (32,47%)
  • senso di colpa (26,96%),
  • pentimento (24,63%)

In particolare, nel sondaggio di Sleepopolis le donne hanno riferito un maggiore impatto della procrastinazione del sonno sui loro stati d’animo durante l’attività genitoriale del giorno successivo.

I risultati hanno anche mostrato una correlazione tra lo stress e il senso di colpa generale dei genitori e la Revenge Bedtime Procrastination. I genitori che hanno riferito di provare stress generale e senso di colpa sono quelli che più spesso rimandano il momento di andare a dormire.

Procrastinazione del sonno: perché fa male

Oltre alle conseguenze che abbiamo elencato, la privazione cronica di sonno ha ampie implicazioni per la salute. Quando non riusciamo a dormire tutta la quantità di sonno di cui abbiamo bisogno ogni notte, possiamo interrompere processi corporei critici, spiega Lauren Whitehurst, neuroscienziata cognitiva e ricercatrice sul sonno presso l’Università del Kentucky. Il sonno, infatti, dà tregua al nostro sistema cardiovascolare e rafforza le nostre capacità cognitive e il nostro sistema immunitario. “Le malattie cardiovascolari possono essere predette da quanto poco si dorme nel corso della vita. Anche il morbo di Alzheimer è stato collegato alla mancanza di sonno nel corso della vita”, dichiara l’esperta.

Come contrastare la Revenge Bedtime Procrastination

Ecco alcuni consigli per interrompere il ciclo di procrastinazione del momento di andare a dormire e recuperare alcune di quelle preziose ore di sonno. 

  • Evitare di utilizzare smartphone o stare davanti a uno schermo prima di andare a dormire.
  • Create un ambiente favorevole al sonno.
  • Stabilite una routine per la notte e rispettatela: i genitori sanno che le routine per la nanna aiutano i bambini a rilassarsi prima di andare a letto. Fare un bagno caldo, indossare il pigiama e leggere un buon libro prima di spegnere le luci a un orario costante può funzionare altrettanto bene per gli adulti.
  • Durante il giorno trovate dei momenti da dedicare a voi stessi.
  • Rivolgetevi a uno specialista del sonno se riscontrate segnali di malessere.

Ricordate però che il sonno è molto individuale, per cui se una strategia non funziona per voi, provatene un’altra.

 

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