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Le detrazioni per i bonus di ristrutturazione per la casa possono essere richiesta dal lavoratore autonomo con partita Iva? I bonus edilizi fanno gola a molti, visto che permettono di eseguire lavori di ristrutturazione o di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile ricevendo in cambio un rimborso di almeno il 50%. Per averne diritto però, è necessario avere capienza fiscale.

Le agevolazioni fiscali che, a oggi, sono riconosciute per lavori edilizi nella propria casa sono molte e soprattutto molto interessanti, a partire dal bonus ristrutturazioni che prevede una detrazione del 50% delle spese sostenute per un tetto massimo di spesa di 96.000 euro. Ci sono, però, anche altri bonus che riconoscono percentuali di detrazioni anche maggiori, come l’ecobonus, le cui detrazioni arrivano fino al 65% e il superbonus ancora attivo nel 2024 con una detrazione al 70% Ci sono poi dei bonus che vengono “trainati” da quelli principali, come ad esempio il bonus mobili ed elettrodomestici legato al bonus ristrutturazioni. Senza contare che nelle varie agevolazioni edilizie rientrano anche interventi minori come la sostituzione degli infissi o l’installazione di tende o condizionatori, senza che questi siano legati, per forza, alla ristrutturazione dell’intero immobile.

Insomma, i bonus edilizi offrono un ventaglio di possibilità abbastanza ampio per fare degli interventi di riqualificazione dell’immobile ottenendo degli sconti importanti.

Fino al 16 febbraio del 2023 questi sconti potevano essere fruiti anche direttamente come sconto in fattura o cessione del credito, cosa che permetteva di spendere meno proprio in partenza. Questa tipologia di bonus permetteva la fruizione anche a chi non aveva capienza fiscale. Dal 17 febbraio 2023, invece, l’unico modo per fruire dei benefici è tramite le detrazioni fiscali (anche se per alcuni interventi è rimasta la possibilità di richiedere sconto in fattura e cessione del credito, possibilità che, però, ora viene meno con il nuovo decreto superbonus).

Stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura

Con sconto in fattura e cessione del credito tutti, indistintamente, potevano beneficiare dei bonus edili e degli sconti che prevedevano. Ma dal 17 febbraio 2023 l’unico modo per godere delle detrazioni da bonus edili è tornato a essere proprio la dichiarazione dei redditi in base alla propria capienza fiscale.

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Questa novità, ovviamente, ha portato molti disagi per i contribuenti che speravano di poter risparmiare sugli interventi di ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile perché, anche se l’importo del beneficio è rimasto invariato, si tratta di un recupero che avviene solo dopo l’aver sostenuto l’intera spesa. E, tra l’altro, il recupero delle somme è spalmato su più anni. Senza considerare che ci sono dei contribuenti che, proprio dalle detrazioni sono esclusi e non possono, quindi, beneficiarne.

Bonus edili e capienza fiscale

A poter beneficiare dei bonus edilizi sono, a oggi, tutti coloro che versano l’Irpef perché i bonus in questione si configurano come una detrazione dall’imposta. Si tratta, quindi, di uno sconto applicato sull’imposta ma solo fino a capienza fiscale. Questo significa che se la detrazione spettante è maggiore dell’imposta dovuta, parte dell’agevolazione andrà perduta perché può essere goduta solo nel limite dell’Irpef che si deve versare.

Facciamo un esempio pratico. Un contribuente paga 10.000 euro di Irpef e ha diritto a una detrazione di imposta pari a 50.000 euro. La detrazione di cui potrà godere sarà nel massimo dei 10.000 euro di imposta che versa. Gli altri 40.000 euro andranno perduti.

Nelle detrazioni da bonus edili, però, solitamente il beneficio va ripartito in più annualità (dalle 4 previste dal superbonus alle 10 previste dal bonus ristrutturazioni ed ecobonus) e questo permette di spalmare il diritto su più anni abbassando anche la capienza fiscale necessaria.

Partite Iva: possono beneficiare dei bonus edilizi?

A beneficiare delle detrazioni fiscali dei bonus edilizi, come abbiamo, detto, sono tutti coloro che hanno redditi assoggettati all’Irpef. Di fatto, quindi, lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi rientrano nel diritto. Per le Partite Iva, però, bisogna fare un distinguo visto che non tutte sono tenute al versamento dell’Irpef.

Gli autonomi che hanno scelto la tassazione ordinaria per la propria Partita Iva, infatti, possono beneficiare di detrazioni e deduzioni proprio come i lavoratori dipendenti. Questo perché i lavoratori autonomi che hanno una Partita Iva ordinaria pagano l’Irpef sui redditi prodotti. Discorso diverso, invece, per chi ha aderito al regime forfetario.

Forfetari esclusi dai bonus

I lavoratori autonomi con regime forfetario, anche se ristrutturano la propria casa non hanno diritto alle detrazioni perché il loro reddito non è soggetto alla tassazione Irpef. Questi contribuenti, infatti versano una imposta sostitutiva che varia dal 5% al 15%. Ma non versano l’Irpef sui redditi prodotti con Partita Iva, e proprio per questo non hanno diritto a nessuna detrazione dall’Irpef.

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Questo è un ostacolo che esclude permanentemente i contribuenti forfetari dalla fruizione dei bonus edili? No, li esclude soltanto per quel che riguarda i redditi che non sono assoggettati all’Irpef.

Se un contribuente forfetario, infatti, ha anche altri redditi, oltre quelli di lavoro autonomo, sui quali versa l’Irpef, su questa parte di redditi ha diritto di fruire anche delle detrazioni Irpef. Potrebbe trattarsi di redditi da lavoro dipendente (i forfetari, infatti, fino a 30.000 euro l’anno, possono percepire anche redditi da lavoro subordinato sui quali verseranno l’Irpef), redditi da locazione, da capitali o da fabbricati.

Ma attenzione, in questo caso la detrazione spettante, fino a capienza fiscale, è riferita solo e soltanto ai redditi su cui si versa l’Irpef che può essere, quindi, diminuita. Questo è chiarito anche dalla circolare 24/E dell’8 agosto 2020 che recita:

“qualora i soggetti titolari di redditi assoggettati a tassazione separata o a imposta sostitutiva possiedano anche redditi che concorrono alla formazione del reddito complessivo, potranno utilizzare direttamente il Superbonus in diminuzione dalla corrispondente imposta lorda”.

Bonus ristrutturazione, si accede anche in modo indiretto

Cosa possono fare, invece, i contribuenti forfetari che non hanno altri redditi assoggettati all’Irpef? Ricordiamo che in questo caso l’unico modo per poter fruire dei bonus ristrutturazioni è quello indiretto, ovvero attraverso i familiari conviventi. Moglie, marito o eventuali partner conviventi che hanno capienza fiscale che gli permette di beneficiare della detrazione, per poterlo fare devono sostenere le spese per la ristrutturazione (intestatari delle fatture, quindi, e ordinanti dei bonifici di pagamento).

Quali familiari conviventi possono fruire delle agevolazioni fiscali dei bonus edilizi? Possono essere coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo, ma anche coniuge separato assegnatario dell’immobile, componente dell’unione civile e convivente more uxorio.

 

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