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È purtroppo arrivata una delle date più temute dai contribuenti italiani nell’ultimo periodo, quella del 2 novembre. Si tratta di un momento in cui purtroppo si assisterà ad un momento di forte preoccupazione per tutti quei cittadini italiani che si ritroveranno a dover fare effettivamente i conti con il rischio di vedersi il proprio conto corrente pignorato.

Effettivamente, a partire da martedì 2 novembre ricominceranno a tutti gli effetti le attività di cui si occupa interamente l’ente dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, al fine di provvedere alla riscossione delle cosiddette cartelle esattoriali, in scadenza il 31 di ottobre. 

Si tratta, dunque, della fine del periodo legato alla pace fiscale che era stata proclamata grazie alla disposizioni introdotte in seguito all’approvazione e alla relativa entrata in vigore del cosiddetto Decreto Cura Italia. In questo senso, le riscossioni relative a tutte quelle cartelle esattoriali che risalgono a debiti riferiti al periodo temporale compreso tra la data dell’8 ottobre dell’anno 2020 ed il 30 agosto dell’anno 2021, sono state effettivamente prorogate, al fine di andare incontro a tutti i cittadini e all’intera popolazione residente nel territorio nazionale, inevitabilmente colpita dalle conseguenze disastrose dell’emergenza epidemiologica del Coronavirus

In questo senso, a seguito alla fine della cosiddetta pace fiscale approvata dal precedente Governo guidato dall’ormai ex premier Giuseppe Conte, a partire dal 2 novembre il rischio di pignoramento del conto corrente diventa ora più che mai reale ed imminente. 

Per questo motivo, all’interno del seguente articolo saranno effettivamente ripresi tutti gli aspetti legati al pignoramento del conto corrente, approfondendo quali sono le categorie di cittadini che rischiano purtroppo di essere coinvolti dal pignoramento del proprio conto corrente. Nei prossimi paragrafi, inoltre, saranno anche definiti al meglio gli aspetti relativi al calcolo degli importi che saranno pignorati dal conto corrente a partire dal 2 novembre.

Pignoramento del conto corrente: quali sono le novità del 2 novembre 

Purtroppo la data del 2 novembre è sempre più vicina e le preoccupazioni e le ansie di centinaia di migliaia di cittadini contribuenti italiani aumenta sempre di più, a causa della fine definitiva della pace fiscale. Effettivamente, saranno tantissimi i cittadini che risiedono all’interno del territorio nazionale e che si ritroveranno ad essere coinvolti dall’attività di riscossione da parte dell’ente dell’Agenzia delle Entrate che determinerà il pignoramento del conto corrente dei cittadini debitori.

Si tratta, infatti, della scadenza fissata per quanto riguarda il saldo relativo alle cartelle esattoriali risalenti tra l’8 marzo 2020 e il 30 agosto 2021, secondo quanto previsto dal decreto legge numero 18 del 2020. Effettivamente, in seguito all’entrata in vigore del cosiddetto Decreto Cura Italia, si sono susseguite una serie di proroghe relative alla sospensione per le attività di riscossione relative ai debiti accumulati da parte dei cittadini italiani.

L’ultima delle proroghe proprio legate al versamento delle rate concesse dal Decreto Cura Italia, è stata quella approvata con il recente Decreto Fiscale, ovvero il decreto-legge numero 146 fortemente voluto da parte del Governo guidato dall’attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi. 

Mediante la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del recente Decreto Fiscale, avvenuta in data 21 ottobre 2021, è stata ulteriormente prorogata la scadenza per quanto riguarda il saldo delle cartelle esattoriali, oltre che introdurre delle nuove novità dal punto di vista fiscale, anche per il prossimo anno.

Pignoramenti conto corrente: come funzionano dal 2 novembre 

Dunque i cittadini italiani che purtroppo si ritroveranno a dover essere coinvolti dalle attività di pignoramento del proprio conto corrente così come anche del proprio assegno previdenziale o dello stipendio di lavoro, sono effettivamente coloro i quali risultano avere un debito nei confronti dello Stato italiano, il quale risulta ancora non essere stato saldato.

In questo senso, è stato dapprima previsto il prolungamento delle scadenze concesso attraverso il nuovo Decreto Fiscale che ha di fatto prorogato ulteriormente la data prevista per il ritorno delle attività di riscossione dell’Agenzia delle Entrate, dalla precedente scadenza del 15 ottobre a quella del 31 ottobre.

Ciò significa quindi, che effettivamente a partire dalla data prevista del 2 novembre, dunque, con il termine delle festività legate alla giornata del primo novembre di Ognissanti, l’Agenzia delle Entrate potrà riprendere in maniera regolare la solita attività di riscossione dei debiti dei cittadini italiani, anche attraverso il pignoramento del conto corrente.

In questo senso, riprenderanno anche tutte quelle procedure che si riferiscono a coloro i quali avranno ricevuto una notifica di pignoramento a causa del mancato versamento e pagamento di tasse o tributi, quali ad esempio bollo auto, IRPEF, TARI, IRAP o anche multe e bollo auto.

Pignoramenti non solo sul conto corrente, ma anche per pensioni e stipendi

Dunque, a breve saranno purtroppo milioni gli italiani che si ritroveranno a dover fare i conti con il loro coinvolgimento da attività di pignoramento e di riscossione dei debiti accumulati durante i precedenti anni, in particolare per quelle cartelle esattoriali che si riferiscono al periodo compreso tra la data dell’8 marzo 2020 e quella del 31 agosto 2021.

Occorre sottolineare, tuttavia, che le attività di riscossione che saranno avviate nuovamente da parte dell’Agenzia delle Entrate già a partire dal prossimo martedì 2 novembre riguarderanno non soltanto il pignoramento del conto corrente.

Effettivamente il meccanismo di pignoramento non comprende soltanto quello avviato sul conto corrente del debitore, ma potrà essere applicato anche nei confronti delle proprietà immobiliari, così come anche degli stipendi e degli assegni previdenziali pensionistici. 

A questo proposito, al fine di recuperare tutti gli importi legati alle cartelle esattoriali che risultano essere state non ancora versate da parte dei cittadini debitori, l’Agenzia delle Entrate potrà anche avvalersi delle attività legate alle ipoteche. Ciò significa che alcuni immobili intestati ai cittadini debitori potrebbero essere infatti colpiti da eventuali ipoteche

Inoltre, nel caso in cui si verifichi un mancato pagamento anche a seguito dell’ipoteca dell’immobile, l’Agenzia delle Entrate potrebbe procedere anche all’attività di espropriazione definitiva del bene, ovvero togliere la proprietà al cittadini debitore che ne è proprietario. 

Cosa succede con i pignoramenti del conto corrente dal 2 novembre 

Dunque, sulla base di quanto espresso in precedenza, è necessario anche riprendere i meccanismi che potrebbero essere determinati nel momento in cui i cittadini risultano essere debitori nei confronti dello Stato, e che potrebbero quindi essere coinvolti dalle attività di riscossione da parte dell’ente dell’Agenzia delle Entrate.

A questo proposito, a partire dalla data del 2 novembre di questo anno, l’Agenzia delle Entrate potrebbe quindi avviare e trasmettere nei confronti delle categorie di cittadini che non avranno provveduto a versare il saldo delle cartelle esattoriali entro il 31 ottobre, una serie di procedure esecutive. In questo senso, tali procedure rappresentano l’inizio di quella che sarà la fase legata al pignoramento in relazione ai beni immobiliari così come anche quelli mobiliari ed eventuali somme di denaro e altri risparmi.

Successivamente, il cittadino debitore una volta non effettuato effettivamente il pagamento dell’intera somma di cui è debitore, egli si ritroverà purtroppo coinvolto dalle attività di pignoramento dall’Agenzia delle Entrate. 

Tuttavia, in alcuni casi resta comunque prevista l’opportunità per i cittadini italiani che risultano essere debitori, di ottenere una rateizzazione degli importi che costituiscono il proprio debito.

Pignoramento del conto corrente: le caratteristiche 

Quando si parla di attività di pignoramento che viene applicata da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione direttamente sul conto corrente di un cittadino debitore, è necessario evidenziare che questa attività rappresenta un processo di espropriazione forzata coattiva, indetta in specifiche situazioni particolari. 

In questo senso, è evidente dunque che il processo legato all’attività relativo al pignoramento rappresenta effettivamente una procedura che si pone come obiettivo quello di riuscire a recuperare i crediti che il cittadino italiano deve nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.

Infatti, in alcuni casi non è raro che il cittadino debitore non sia effettivamente titolare di un bene di tipo immobiliare, bensì di un conto corrente, sia del tipo bancario che postale. Per questo motivo, quindi, l’Agenzia delle Entrate può avvalersi dello strumento di riscossione costituito dal pignoramento del conto corrente.

Tuttavia è necessario evidenziare che il pignoramento, dunque il blocco relativo ai soldi direttamente dal conto corrente del cittadino debitore, potrebbe avvenire solamente a seguito della trasmissione dell’apposita notifica dell’Agenzia delle Entrate indirizzati all’ufficio postale oppure bancario. 

Cosa succede se il conto corrente è cointestato

Spesso potrebbe succedere che il pignoramento venga avviato nei confronti di un cittadino debitore, il quale risulta essere possessore di un conto corrente cointestato con un altro cittadino.

In questi casi, quindi, l’Agenzia delle Entrate potrà avviare la procedura di riscossione e di pignoramento esclusivamente per il 50 per cento dell’importo totale depositato sul conto corrente. Allo stesso tempo, anche nei casi in cui si verifichino degli accrediti legati ad altre somme di denaro per il conto corrente cointestato di cui è proprietario anche il debitore a cui si riferiscono le cartelle esattoriali, si avvierà automaticamente il blocco del bonifico nella misura del 50 per cento rispetto alla somma totale.

 

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