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63 anni il prossimo luglio, imprenditore di successo sul territorio nazionale, in Inghilterra e in Albania, con amicizie e frequentazioni importanti come quella con il campione Gianfranco Zola, il candidato sindaco Alfonso Zuccarino con la sua lista “Il Buon Paese” vuole conferire ad Apricena la notorietà e la centralità produttiva che le spetta, da secondo bacino estrattivo del marmo in Italia.

“Dateci la possibilità di tradurre il lavoro in ricchezza per tutta Apricena. E quando diciamo tutta Apricena così è. Le nostre ricchezze devono essere per tutti e non per i soliti pochi” ripete spesso quando incontra gli amici, i cittadini, i potenziali elettori.

La sfida contro il sindaco uscente Antonio Potenza, che governa la città da 12 anni, è tutt’altro che facile, ma è, a dispetto di ogni luogo comune, apertissima a giudicare dai 1000 presenti alla presentazione della sua candidatura e della sua squadra di candidate e candidati.

È con la valorizzazione del marmo e dell’agricoltura che Apricena può tornare quel paese florido, plurale, ricco, esempio di uguaglianza e lavoro, che è stato nel recente passato, prima che perdesse oltre 1000 residenti, in partenza verso il Nord e il resto d’Europa.

Nella redazione de l’Immediato, nel corso del nostro forum, il candidato ha parlato delle sue 4 L. La L è la sua “lettera magica”. Lavoro, legalità, lealtà e libertà.

“Mi piace citare il Dalai Lama, che ha detto che ai propri figli bisogna dare ali per volare, ma anche radici per restare. Il nostro paese ha bisogno che i giovani restino qui al Sud, serve lavoro e servono nuovi insediamenti produttivi. Ho i miei contatti e se sarò eletto sindaco mi adopererò per far insediare aziende di trasformazione sfruttando gli incentivi della Zes e della digitalizzazione, ma per prima cosa dovremo portare acqua e fogne nella nostra zona industriale”.

Apricena conta 50 grossi imprenditori del marmo, con alcune eccellenze internazionali come i Chirò, i Passalacqua, i Dell’Erba, i Mobilio, gli Augelli.

Eppure oltre 20 milioni di tonnellate di residui delle cave giacciono più o meno intonse in prossimità delle zone estrattive e lungo l’autostrada, laddove invece potrebbero diventare ricchezza diffusa, se fossero immesse nel circuito delle costruzioni di ponti, strade, porti.

“Mi piacerebbe poter realizzare una grande piattaforma logistica con la quale far viaggiare la pietra, abbiamo una posizione invidiabile, siamo il primo casello autostradale della Puglia. Apricena è alla stessa latitudine di Roma, a 4 ore da Bologna e a 7 da Reggio Calabria. Le aziende del Nord impiegherebbero poco tempo ad arrivare da noi”, rimarca il candidato.

Alfonso Zuccarino

Rispetto a 12 anni fa quando Antonio Potenza si presentava, dopo decenni di amministrazione a guida Pci, Pds, Ds, Pd, come il cambiamento di un sistema di potere, Apricena registra un nuovo grumo di interessi, che potrebbe aver stancato la comunità.

“Potenza è diventato come Erdogan – dice Zuccarino sorridendo -, ha fatto peggio dei suoi predecessori, perché ha creato ricchezza per pochi. Ha realizzato tanti lavori pubblici, è vero, opere pubbliche, affidate ai soliti noti, che hanno migliorato il decoro e il traffico, ma che non hanno fornito vantaggi economici e sociali alla collettività. Il centro storico è abbandonato a se stesso e la differenziata, pur al 65%, non è migliorata con la sua gestione”.

C’è poi il grosso tema dei reiterati utilizzi delle anticipazioni di cassa, stigmatizzati dalla Corte dei Conti per tutto il quinquennio che va dal 2015 al 2019. “Irregolarità contabili”, come vengono definite nella relazione dei giudici, su cui la lista “Il Buon Paese” intende picchiare duro.

Senza contare gli interessi di quello che per tanti anni è stato definito il sindaco ombra della città del marmo, a cui è stato affidato anche il cimitero. Con un aumento considerevole del costo dei loculi. “Ad Apricena non si può neppure morire, un loculo costa dai 3mila euro in su”.

Zuccarino è convinto di potercela fare, perché spiega, “tanti imprenditori sono con me”. Da anni era sollecitato a fare politica. Se ha accettato questa volta è perché in paese si respira un clima illiberale. Si sente un riformista.

Chi segue la politica lo ricorda come il primio renziano di Puglia in quella lontanissima estate del 2012, quando Matteo Renzi, dalla Villa di Apricena, lanciò i comitati Adesso!

“Sono un moderato, un cattolico, la mia lista è trasversale, oggi essere di sinistra o di destra non significa nulla. Contano le buone idee e la buona amministrazione”.

Non è una buona idea, anzi è pessima, secondo lui, insediare una discarica di fanghi in una cava esausta. L’affaire Tulipano srl è al centro della campagna elettorale. “Potenza ha detto delle bugie, la Provincia ha dato l’ok perché i pareri tecnici del Comune sono sempre stati favorevoli. Dopo le proteste della cittadinanza, ne ha chiesto la revoca, ma la Tulipano potrà sempre fare ricorso al Tar o chiedere che gli sia versata la penale”.

Il welfare è un altro tema caro a Zuccarino. “Nascono pochissimi bambini ad Apricena, verrà inaugurato un secondo asilo nido, ma chiuderà alle 12. Che senso ha? Vanno anche immaginate delle strutture per i nostri anziani, il paese 13.500 abitanti, ma sta invecchiando, viviamo in un mondo che è cambiato. È cambiata la società, prima Via Roma era piena di gente, oggi c’è una freddezza tra tutti noi, il commercio arranca, non c’è più potere d’acquisto e chi lo ha va a San Severo, che per noi resta comunque un’ancora di salvataggio, una città che dà lavoro a tanti apricenesi”.

Il Buon Paese per Zuccarino è quello che cura la ricchezza diffusa. “Faccio impresa dal 1986, avevo vinto un concorso da ufficiale in Marina, stavo a Termoli e a Civitanova, ma ho scelto di mettermi in gioco. Con me ci sono persone che lavorano 37 anni nella mia impresa. Ho 30 dipendenti e la fortuna di avere i miei due figli in azienda. Il programma della lista Il buon paese è un ragionato elenco di obiettivi strategici che saranno raggiunti e, magari, migliorati nei prossimi 5 anni. Noi ci crediamo”.

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