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StartUp, lavoro e Calabria: un trinomio che a volte appare come un’impresa impossibile, ma la realtà è ben diversa. Vi proponiamo le interviste agli stakeholders Antonello Rispoli e Katia Stancato e la buona prassi di Luca Sirianni.

StartUp in Calabria, il progetto che incentiva l’autoimpiego

Yes I Start up Calabria. Un nome che è già un programma. Ma di cosa si occupa? È davvero uno strumento utile per chi vuole restare e investire sul territorio calabrese? Ne abbiamo parlato con Antonello Rispoli, project manager regionale dell’Ente Nazionale per il Microcredito e responsabile di Yes I Start up Calabria.

Cosa prevede il progetto Yes I Start Up Calabria e a chi si rivolge?

Yes I Start Up Calabria è un progetto promosso dalla Regione Calabria e dall’Ente Nazionale per il Microcredito, volto alla realizzazione di percorsi personalizzati di accompagnamento all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità. Il progetto è rivolto a diversi target, soggetti inoccupati, disoccupati, occupati, giovani, donne e via dicendo, che risiedono o sono domiciliati in Calabria. Lo scopo è quello di fornire, gratuitamente, supporti formativi che trasferiscano ai corsisti le competenze necessarie all’avvio ed alla gestione dell’attività d’impresa, per far sì che il sogno di tanti calabresi possa diventare realtà. Yes I Start Up Calabria mira quindi a far strutturare in maniera compiuta le idee di impresa, individuandone la sostenibilità e formalizzandole in un business plan. Ma non solo: il progetto prevede un accompagnamento anche durante la presentazione della domanda di finanziamento ed un supporto concreto dopo l’avviamento dell’attività. Il tutto favorendo l’utilizzo di finanziamenti agevolati e garantendo tempi rapidi e certi.


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Quali sono stai i risultati raggiunti nel corso della vostra progettualità?

Yes I Start Up Calabria si sta rivelando uno strumento strategico di sviluppo, soprattutto in un territorio come la Calabria, che deve fare i conti con il fenomeno dello spopolamento, della fuga dei cervelli e dei giovani. Il progetto, in questi anni, ha raggiunto numeri rilevanti: oltre 800.000 ore di accompagnamento erogate, oltre 840 attività imprenditoriali avviate. I risultati, ad oggi, sono più che incoraggianti: in una terra affamata di opportunità, di occupazione e di sviluppo, Yes I Start Up Calabria rappresenta una best practice per promuovere il miglioramento della qualità della vita dei calabresi, oltre che la dimostrazione che fare impresa, nel nostro territorio, è possibile.

🎧 Ascolta il podcast 👇

Cosa serve, in Calabria, per invertire il paradigma culturale che “allontana” i giovani dal mondo dell’imprenditorialità?

Serve necessariamente un’inversione di tendenza dal punto di vista culturale. La Calabria non è quella rappresentata dagli stereotipi negativi: la nostra regione vanta un capitale umano preziosissimo, istruito, specializzato, innovativo, dinamico, intraprendente. Sta alle istituzioni valorizzare sempre di più tutte queste qualità e potenzialità con politiche di supporto serie e concrete, con di punti riferimento affidabili e risorse finalizzate a sostenere e promuovere le idee progettuali realmente valide. Idee progettuali che, a loro volta, produrrebbero ricadute tangibili sul nostro territorio, in termini di sviluppo, di sostenibilità, di inclusione.


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Quali sono i prossimi sviluppi del vostro progetto?

Il nostro obiettivo è quello di rafforzare ancor di più le misure messe in campo fino a questo momento. Squadra che vince non si cambia: stiamo raccogliendo i frutti di un lungo lavoro certosino. Un lavoro di squadra, portato avanti insieme alla Regione Calabria, con la collaborazione dei centri per l’impiego, di numerosi enti di formazione, istituti bancari, organizzazioni di categoria e sindacali e tanti professionisti, che sin dall’inizio ha avuto la finalità di muovere l’economia e di creare occupazione. Intendiamo quindi consolidare gli strumenti già rodati, pensando alle esigenze di tutte le fasce e le categorie della popolazione, perché nessuno, con Yes I Start up Calabria, deve restare indietro o fuori.

Vita da startupper, l’esperienza di Luca e Saveria a Lamezia Terme

Luca Sirianni è un tecnico riparatore di telefoni tablet e pc. Gestisce un suo centro assistenza a Lamezia Terme. Da ragazzo ha lavorato in diversi centri, ma ha sempre sognato di aprirne uno tutto suo e nel suo territorio. «La paura di non farcela, però, è stata sempre dominante. Finché non ho incrociato la strada dell’Ente Nazionale del Microcredito: la spinta determinante, infatti, me l’ha data il corso Yes I Start Up Calabria, grazie al quale ho dato una svolta positiva alla mia vita, iniziando a credere di più in me stesso e dando vita alla mia attività in soli due mesi, nonostante fossimo in piena emergenza Covid».


PER APPROFONDIRE: Un concorso di idee per le migliori StartUp in Calabria


Un periodo tutt’altro che facile come racconta ai nostri taccuini: «Ad un certo punto della mia vita ho perso il lavoro e sono stato molto male, ma grazie alla vicinanza di Saveria, all’epoca mia fidanzata, mi sono ripreso. Proprio Saveria mi ha fatto conoscere Yes I Start Up Calabria, la cui finalità era quella di aiutare a capire se l’idea imprenditoriale fosse sostenibile o meno. Un corso completamente gratuito, motivo che mi ha convinto a prendere informazioni più precise. Io e Saveria ci siamo iscritti subito e abbiamo frequentato il corso che, con le sue lezioni mirate, ci ha insegnato a perseguire gli obiettivi attraverso strategie efficaci ed a gestire la parte burocratica e tecnica, allo scopo di creare un’impresa vincente. Infine, ma non da ultimo, il progetto ci ha condotto al finanziamento, a tasso agevolato e senza necessità di garanzie».

Una luce in fondo a un tunnel, sembrerebbe di capire. Eppure tanti giovani, come Luca e Saveria, neanche immaginano di fare una scelta simile alla loro: «Quando vi dicono che senza soldi non potete realizzare i vostri sogni, non credeteci. Non smetterò mai di ringraziare lo staff del Microcredito, che mi ha accompagnato con professionalità e pazienza: se oggi ho realizzato il mio sogno, lo debbo a loro».

Secondo Sirianni serve «un cambio di mentalità. È necessario superare la barriera della paura ed acquistare fiducia in sé stessi per dare una svolta alla propria vita e fare una scelta indirizzata all’imprenditoria. Credo sia ampiamente superato il momento della ricerca spasmodica del “posto fisso”: lanciare una start up innovativa, soprattutto in un territorio come la Calabria, significa innanzitutto formarsi e aggiornarsi continuamente, essere al passo coi tempi e coi mercati, avere sì tante responsabilità, ma al tempo stesso essere indipendenti, padroni del proprio tempo e liberi di conciliare al meglio il lavoro con la vita privata».

Microfinanza, Stancato: «Autentica leve di cambiamento»

Una settimana fa si è concluso il Piccolo Festival della Microfinanza a Fuscaldo, in provincia di Cosenza, Katia Stancato, portavoce del Festival, è la fondatrice di MiCreoHub. Con lei abbiamo parlato della kermesse cosentina, della sua realtà aziendale e del favorire la nascita delle start up in Calabria. «Il Festival è una scommessa vinta» dice in esordio Stancaro che prosegue: «Abbiamo portato voci di rilevanza nazionale, come il MIMIT e Invitalia, per costituire una comunità di pensiero e azione sulla microfinanza e lo sviluppo locale. Qui, nei piccoli centri la microfinanza è leva di cambiamento strategica. Lo ha ribadito la BCC Mediocrati che ha erogato 15 milioni di euro per 600 pratiche, l’Ente Nazionale per il Microcredito che con “Yes I Start Up” ha finanziato oltre 800 attività in Calabria, Invitalia che con “Resto al Sud” ha sostenuto 2250 imprese. Questi sono i numeri, una è la riflessione: nonostante i “nonostante” al Sud è possibile restare e progettare».

Relativamente al partner operativo del Festival, la MiCreo Hub (di cui è founder e CEO), Stancato spiega come nasca da una sua certezza come economista sociale: «Possiamo rendere l’economia più inclusiva e giusta se volgiamo lo sguardo ai piccoli, ai territori, a chi vuole creare impresa. Con MiCreo offriamo consulenza strategica e servizi per l’accesso al microcredito e alle agevolazioni. Scriviamo bandi, business plan, parliamo con le banche: portiamo l’assistenza tecnica nelle case dei piccoli imprenditori, diventiamo consulenti seduti al tavolo in cucina. Lo facciamo perché è giusto, per le persone e per le comunità in cui operano».

Da un lato la visione, dall’altro il teorema che dice che in Calabria sia (quasi) impossibile puntare su se stessi e sul mondo dell’autoimprenditorialità. «Se vogliamo cambiare la Calabria – stigmatizza Katia Stancaro – dobbiamo usare parole di sincerità sulla Calabria. Qui fare impresa non è semplice. Un dato su tutti: il costo del debito è maggiore, come ha sottolineato il Rapporto PMI 2023 di Confindustria e Cerved. Però c’è un fermento inatteso legato alla volontà di fare impresa. Dopo la crisi Covid il numero delle PMI è tornato a crescere dell’8,8% rispetto al 2019, attestandosi in Calabria a uno dei livelli più alti in Italia. Dobbiamo diffondere cultura imprenditoriale, fare educazione finanziaria e divulgazione sulle misure esistenti».

A tal proposito ci interroghiamo su cosa manchi al territorio per favorire il fiorire di start- up giovanili. Puntuale la risposta di Stancato: «C’è un divario storico che riguarda le infrastrutture: penso ai trasporti e alla infrastrutturazione digitale sulla quale la Calabria sconta un ritardo. L’innovazione di cui abbiamo bisogno però non è solo tecnologica: dobbiamo colmare un divario di fiducia verso i nostri giovani. Innovare non significa solo cambiare i macchinari, ma investire sulle persone. I talenti ci sono, – conclude – dobbiamo dare loro spazio».


 

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