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S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy

Un allarme assordante oltre il tempo, un errore di procedura nel corso di un test di sicurezza e l’esempio di ciò che andrebbe evitato. E’ il 26 aprile del 1986. Dopo una serie di valutazioni completamente sbagliate, il quarto reattore della centrale nucleare di Chernobyl, nell’odierna città fantasma Pryp”jat’ nell’Ucraina, esplose provocando un disastro di proporzioni internazionali. Ancora adesso questo evento viene rievocato come “il disastro di Chernobyl”; un incidente devastante, ritenuto uno dei più gravi della storia dell’energia nucleare. Alla base di tale disastro vi sarebbero diversi errori di procedura di un test di sicurezza e l’incapacità da parte dei responsabili di valutare un simile innesco dopo svariati tentativi falliti. Anziché interrompere la procedura e spegnere immediatamente il reattore come imposto dai protocolli, venne deciso da alcuni esponenti lì presenti, contravvenendo alle raccomandazioni di sicurezza, di cercare di incrementare nuovamente la potenza estraendo quasi tutte le barre di controllo. L’instabilità del reattore divenne così pericolosa da surriscaldarsi eccessivamente e deformare i condotti per la discesa dell’acqua. Quello che avviene successivamente è così epocale da lasciare il segno a decine di migliaia di persone lì limitrofe; i gas sprigionati dalla fuga del materiale radioattivo coinvolse, dopo alcuni giorni dall’evento distruttivo, l’intera europa. La polvere di grafite a contatto con l’idrogeno, mescolato nel frattempo con l’ossigeno, distrusse l’edificio, provocando ingenti danni strutturali. Persino i vigili del fuoco che vennero a contatto con il nocciolo esploso e la grafite sparsa ovunque nella zona, morirono per contaminazione radioattiva. L’unione sovietica, all’epoca lo stato federale che comprendeva l’Ucraina, cercò invano di insabbiare la notizia e fare le dovute valutazioni in segreto. Eppure quello che avvenne a Chernobyl fu devastante e potenzialmente irrisolvibile, causando la morte di troppe persone innocenti non coinvolte direttamente con l’esplosione della centrale nucleare. Questo evento è stato più volte narrato sotto forma di film. Uno dei primi, “The Bell of Chernobyl” del 1987, è un documentario russo che esamina cronologicamente parlando i fatti emersi sino a quel momento. Nel 2019 viene trasmessa da HBO, una delle miniserie televisive che esplicita meglio quello che è accaduto in quel periodo. Chernobyl, suddiviso in cinque episodi, evidenzia il sacrificio di uomini e donne nell’affrontare il disastro nucleare. Buona parte dei racconti si basano sulle testimonianze dei cittadini della città fantasma e dei romanzi come Chernobyl 01:23:40. 

Chernobyl non è sicuramente l’unico evento che ha visto una calamità, quella dell’esplosione del nocciolo di una centrale nucleare, manifestarsi con così tanta veemenza. In falsariga a quanto visto in Ucraina nel ‘86, nel 2011 a causa di un terremoto e maremoto la centrale di Fukushima Dai-ichi provoca un ulteriore disastro. L’evento che ricade nella municipalità di Pryp”jat’ è stato altresì ampliato in altri media, tra cui quello videoludico. Nello specifico esiste una serie che è riuscita nell’estrarre il dramma di quel momento e raccontare uno scenario post-apocalittico futuristico a seguito dell’incidente di Chernobyl. S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl (conosciuto prima con l’appellativo Oblivion Lost) è stato concepito dal team ucraino GSC Game World, ispirato a loro volta dal film di Andrej Tarkovskij, Stalker del 1979. Il gioco uscì sono su PC nel 2007 e ad oggi è conosciuto come uno dei migliori esponenti (sparatutto in prima persona) con l’idea migliore alla base di un concept come quello post-apocalittico. Successivamente vennero pubblicati S.T.A.L.K.E.R.: Clear Sky e S.T.A.L.K.E.R.: Call of Pripyat. Entrambi i capitoli completano ed espandono la storia dietro al primo capitolo, senza però snaturare gli eventi visti e/o modificare l’intreccio narrativo. Da svariati anni, dopo il relativo annuncio da parte del team ucraino, è in arrivo (esattamente dal 5 settembre 2024) S.T.A.L.K.E.R 2 come esclusiva temporale su Xbox Series X|S e PC. Un po’ a sorpresa, durante l’Xbox Showcase Preview viene annunciato – e successivamente al termine di esso rilasciato – S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy, un’edizione che comprende i tre capitoli del noto sparatutto in prima persona. Il titolo esce su console per la prima volta il 6 marzo 2024, sia per Xbox Series X|S che per Playstation 4-5. Scopriamo finalmente senza ulteriori indugi di cosa si tratta in questa nuova e approfondita recensione.

S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone TrilogyS.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy

L’ombra pulsante della città fantasma Pripyat: gli effetti della Zona

La possibilità di poter recuperare i tre titoli di GSC Game World su ecosistema console è sicuramente un sogno per moltissimi appassionati della serie. Adesso è diventato realtà, anche grazie al probabile coinvolgimento di Microsoft con il secondo capitolo e la sua realizzazione già in cantiere da diversi anni (un seguito un po’ travagliato, visto che attualmente gli sviluppatori si sono dovuti separare a causa del conflitto tra Ucraina e Russia). Il gioco esamina un ambiente post-apocalittico davvero affascinante, tetro e paradossale, dove a seguito del disastro della centrale nucleare di Chernobyl qualcosa inizia irrimediabilmente a cambiare. Il primo capitolo, Stalker: Shadow of Chernobyl, segue un’idea fittizia dei fatti. Nel 2006, dopo una seconda misteriosa esplosione a Chernobyl, qualcosa di inaspettato accade alla città fantasma e al mondo in generale. Quest’ultima causa cambiamenti inspiegabili nell’area circostante, determinando stravolgimenti delle leggi fisiche, morti inspiegabili, anomalie radioattive e di origine sconosciuta. Il limite conosciuto come Zona, luogo contaminato e presidiato da numerosi soldati, viene tenuto isolato ai più per svariati motivi. Coloro che vengono chiamati come Stalker (acronimo di scavengers, sciacalli, trespassers, trasgressori, adventurers, avventurieri, loners, solitari, killers, assassini, explorers, esploratori e robbers, rapinatori) provano ad infrangere questo sottile confine, alla costante ricerca di reperti da portare nel “grande mondo”, in cambio di monete. In quanto affermati cacciatori di tesori, provano a tenersi lontano dai guai. Tuttavia, sei anni dopo l’esplosione (nel 2012), colui che viene rinominato il marchiato, uno stalker che ha perso la memoria in seguito ad un incidente stradale, si ritrova all’interno del camion della morte, in procinto di essere trasportato verso la Zona. Eppure in quanto ancora in vita, viene successivamente salvato da un altro avventuriero e portato al cospetto di Sidorovich, un trafficante del luogo. Il giocatore prende i panni di marchiato: il protagonista al suo risveglio, nonostante non ricordi nulla, si ritrova con uno strano palmare e una missione attiva, ovvero “Uccidi Strelok”. Grazie alla sua capacità di rendere la campagna non assolutamente lineare, la storia del primo capitolo procede con un ritmo alquanto discreto. La trama è così articolata da presentare ben sette finali, di cui cinque considerati falsi (poiché non completano l’intreccio narrativo) e gli ultimi due conclusivi. La sola compagna ha una durata circa di venti ore, tra missioni secondarie e collezionabili.

La narrativa di Stalker, un po’ come il suo gameplay, non è altresì di facile risoluzione. Infatti si tratta di un gioco brutalmente difficile, in quanto viene gettato il giocatore in una zona contaminata dove le regole sono completamente diverse da quelle reali. In più la non linearità degli eventi rende l’esperienza con i sopravvissuti e colleghi decisamente migliore; tocca al giocatore creare una buona reputazione come Stalker e proseguire nella trama a piè sospinto, senza incappare nelle spine della discordia. Seguito di S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl, Clear Sky con il quale condivide trama ed ambientazione, si svolge in uno scenario futuristico che si colloca però al passato rispetto al suo predecessore. Si tratta dunque di un prequel che narra gli eventi un anno prima di Shadow of Chernobyl, ossia nel 2011. In questo titolo i mutanti e le emissioni sono meno frequenti, e la lotta tra le varie fazioni è più pronunciata; la principale condizione del mondo di gioco, ad esclusione degli avvenimenti della trama principale. Il giocatore interpreta lo sfregiato (Scar). Quest’ultimo viene rinvenuto ferito e privo di sensi dopo una forte emissione: evento accaduto mentre guidava un gruppo di scienziati attraverso la Zona. Scar viene salvato, in quanto l’unico rimasto in vita, dalla fazione segreta conosciuta come Clear Sky. Rispetto al capitolo precedente, il gioco in questione unisce elementi tipici dei survival horror allo sparatutto in prima persona. Tra i vari capitoli, questo è sicuramente uno dei più intriganti e narrativamente parlando suggestivi. La storia è comunque strettamente collegata al primo gioco, dunque non è assolutamente conveniente provare questo titolo senza aver completato Shadow of Chernobyl. La durata della campagna, senza considerare il multigiocatore, è similare al primo capitolo: all’incirca diciassette ore di contenuto non lineare. L’ultimo gioco disponibile in questa Legends of the Zone Trilogy è S.T.A.L.K.E.R.: Call of Pripyat. Prosegue lo sparatutto in prima persona con forti elementi da survival horror, ma cronologicamente successivi a Shadow of Chernobyl. Viene mostrato un video introduttivo con l’esplosione della centrale nucleare nel 1986, l’arrivo di Strelok nella Zona e il fallimento dell’operazione Fairway.

A rendere ancora una volta la storia più interessante, alcuni espedienti diversificati tra loro: ad esempio, il protagonista deve indagare su un serial killer che miete vittime tra gli stalker alla ricerca dell’Oasi, luogo leggendario in cui si può essere guariti da qualsiasi ferita, anche mortale. In Call of Pripyat il giocatore ha la possibilità di potersi muovere liberamente nella zona, mentre le emissioni svolgono un ruolo assolutamente cruciale nella narrativa. La longevità si attesta sempre come i titoli precedenti, considerando anche l’alto tasso di inquietudine contrapposto alla variante horror inserita specialmente in quest’ultimo capitolo. La Legends of the Zone Trilogy è disponibile localizzata in lingua italiana.

S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone TrilogyS.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy

Una raccolta imperdibile per gli amanti delle vecchie glorie

Stalker, al momento della sua uscita, ha rappresentato uno stravolgimento dei paradigmi. Una di quelle serie che ha modellato a proprio piacimento lo sparatutto in prima persona per adattarlo al genere dei survival horror, un po’ come visto con il rinomato Dead Space. La nuova trilogia non è un remake o una remastered dei capitoli precedenti al secondo di Stalker. Anzi, lungi dal voler effettivamente essere una qualsivoglia forma di modifica nello statuto narrativo e ludico. Tuttavia si colloca al centro: una via di mezzo tra l’edizione PC ed una leggermente rivisitata per l’occasione, dunque perfetta per essere provata su console. Non c’è da aspettarsi migliorie sostanziali al pattern grafico e tecnico, bensì una notevole conversione su piattaforma console Microsoft o Sony senza alcun limite di sorta. Fra un episodio e l’altro è percepibile l’evoluzione tecnologica adottata dal tema ucraino durante l’avanzamento dei lavori. Infatti l’ultimo titolo, S.T.A.L.K.E.R.: Call of Pripyat, è decisamente il migliore tra i tre, sia per la computazione degli scenari che per il gameplay. Un risultato davvero ottimo, se consideriamo l’uscita del titolo nel lontano 2009. La notizia più sorprendente è l’adattamento del gioco da mouse e tastiera al pad. Lo sviluppatore è riuscito a mappare egregiamente la grande varietà di tasti dei controller Xbox, permettendo dunque di poter controllare al meglio il giocatore anche nelle fasi da sparatutto. L’obiettivo primario del gameplay è riuscire a sopravvivere alla Zona. Le missioni possono fallire, senza condurre necessariamente al game over. Una soluzione molto avanguardistica, tipica dei giochi di ruolo (di cui il titolo fa direttamente parte). Le anomalie pervadono il mondo, rendendo ancora più stuzzicante l’evoluzione delle missioni nel corso dell’ambiente circostante. Le tempeste, specialmente nell’ultimo capitolo, riducono drasticamente la salute del giocatore se esposto all’esterno, senza alcun riparo. La qualità delle missioni è sorprendente: con l’avanzamento, il miglioramento è percepibile. La progressione da gioco di ruolo sicuramente non favorisce lo sparatutto in prima persona, visto che il feedback dei colpi è molto ancorato al passato della serie e non riesce a restituire quel feeling apprezzabile (sempre se consideriamo i pad di ultima generazione).

La varietà delle armi è sensazionale. L’arsenale, man mano che si avanza con l’avventura, cambia e migliora drasticamente. Purtroppo permane quel lieve problema legato al feedback dei colpi che non sembrano andare veramente a segno, nonostante l’uccisione di un nemico o creatura. La morte è sempre dietro l’angolo. Il consiglio spassionato è quello di salvare ogni qualvolta ne avete la possibilità, così da evitare di morire e ritornare all’ultimo evento facendo la missione dall’inizio. L’atmosfera dei tre giochi è sicuramente unica ed invidiabile, anche quando le dinamiche da survival horror si fanno sempre più pressanti. Questo accade maggiormente nel secondo e terzo capitolo di questa Trilogy. L’intelligenza artificiale rimane all’altezza di ogni aspettativa: molto responsiva e pronta a contrattaccare quasi subito, senza esclusione di colpi. La qualità delle texture è buona, un po’ come il frame-rate quasi sempre stabile. Dal punto di vista tecnico non ci sono diversi intoppi. C’è da dire che il gioco all’epoca girava molto bene su PC. Si trattano di giochi dal carattere unico e che segnano uno sconvolgimento tra quei videogiochi sparatutto con ambientazioni futuristiche. Non è nemmeno perfetto, poiché il segno del tempo è abbastanza percepibile anche nelle questioni legate alla gestione dell’inventario: troppo macchinosa e vetusta. Le idee sono invidiabili, ma l’esecuzione è molto variabile e alle volte grossolana. La componente grafica è in linea con i videogiochi usciti a cavallo del 2007 al 2009 su PC, dunque con un iperrealismo quasi forzato. Per quanto concerne la colonna sonora e musicale, l’evoluzione delle tracce sono davvero azzeccate per l’atmosfera suggestiva e soprattutto horror.

S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone TrilogyS.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy

In conclusione, S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy è un’edizione sublime dei tre capitoli usciti sinora della serie concepita da GSC Game World. L’ambientazione è sicuramente uno dei suoi punti a favore, un po’ come l’atmosfera mozzafiatante e suggestiva; un disastro post-apocalittico che rende la situazione drammatica e sconvolgente, accompagnata da una narrativa sopraffina e curata nel minimo dettaglio. Stalker è una serie innovativa, una delle più estroverse se consideriamo il genere di appartenenza, ovvero sparatutto con elementi da survival horror. Eppure non riesce ad eccellere nel controllo puro e crudo delle armi, con una gestione dello sparatutto altalenante. Invece nelle tematiche dove subentra la suggestione, il gioco con diversi elementi ruolistici riesce ad eccellere. Ottimo, anche se grezzo. Una di quelle trilogie assolutamente da avere nella propria libreria, considerando l’arrivo dopo anni di attesa su console e il secondo gioco della serie (al livello dell’intreccio narrativo) previsto per il prossimo 5 settembre. Il titolo è disponibile su console Xbox Series X|S e Playstation 4-5 dal 6 marzo 2024 al prezzo di 39,99 euro. Il rapporto qualità-prezzo è tutto sommato ottimo. Inoltre i tre giochi possono essere acquistati anche singolarmente.

S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone TrilogyS.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy

S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Recensione

PRO

Narrativa sopraffina ed approfondita;

Ambientazione suggestiva ed imponente;

L’atmosfera da survival horror rende le gesta del protagonista ancora più interessanti;

Gameplay divertente…

CONTRO

… ma molto ancorato al passato degli sparatutto in prima persona;

Gestione dell’inventario da rivedere;

Feedback dei colpi grezzo.

8.5

L’arrivo assoluto su console di una trilogia travolgente!

 

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