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Nel DDL di bilancio 2024 c’è una novità che permette al Fisco di agire sui conto correnti dei contribuenti individuandoli come se avesse dei veri e propri occhi di falco. Il paragone sembra un po’ esagerato, ma come vedremo non è proprio così. Invero che a oggi è già prevista già un’interoperabilità delle banche dati dell’anagrafe tributaria e dell’INPS ma nella legge di bilancio viene assegnato all’Agente della riscossione il potere di accedere per via telematica ai dati specifici del conto come la giacenza corrente presente sul rapporto bancario.

Già a oggi, l’ADER può agire a cartella scaduta per pignorare stipendi e conto correnti dei contribuenti senza che sia necessaria l’autorizzazione del giudice. Vediamo nello specifico cosa cambia co il DDL di bilancio 2024

Pignoramenti di stipendi e conto correnti: le regole a oggi in vigore

I pignoramenti di stipendi e conto correnti dei contribuenti sono disciplinati dal DPR 602/73.

In particolare è l’art.72-bis del decreto citato a fissare i poteri dell’Agente della riscossione nazionale. L’ex Equitalia per intenderci e ora Agenzia delle entrate-riscossione.

Ebbene, l’articolo citato regola la procedura di pignoramento che altro non è che una procedura esecutiva. Il fisco passa all’azione per recuperare quanto vantato con la cartella esattoriale (avvisi di acc.to esecutivo o avvisi di addebito INPS).

In base alla legge, così come riportato anche sul portale ADER, il pignoramento presso terzi riguarda i crediti che il debitore ha verso terzi (per esempio il conto corrente, stipendio), oppure cose del debitore che sono in possesso di terzi.

Con questa procedura si richiede a un terzo di versare direttamente all’Agenzia delle entrate-Riscossione quanto da lui dovuto al debitore di quest’ultima, che, a sua volta, è creditore del terzo.

Se  il pignoramento riguarda lo stipendio lo stesso deve avvenire nel rispetto dei seguenti limiti:

  • fino a 2.500 euro la quota pignorabile è un decimo;
  • tra 2.500 e 5.000 euro la quota pignorabile è un settimo;
  • sopra i 5.000 euro la quota pignorabile è un quinto.

Limiti specifici sono previsti anche per il pignoramento della pensione.

Il pignoramento del conto corrente

Non è sbagliato considerare i limiti fin qui analizzati quali limiti formali o teorici, partendo dal presupposto che può essere oggetto di pignoramento anche il conto corrente. Infatti in questo caso, il Fisco agisce per recuperare quanto contestato con la cartella con l’unico limite dato dal divieto di pignoramento dell’ultimo stipendio che resta sempre disponibile per qualsiasi necessità del debitore.

Si faccia attenzione al fatto che con l’atto di pignoramento l’ADER ordina al terzo pignorato, la banca, per il c/c, di pagare il credito direttamente il debito dell’intestatario del conto nel termine di sessanta giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento, per le somme per le quali il diritto alla percezione sia maturato anteriormente alla data di tale notifica; alle rispettive scadenze, per le restanti somme.

Per fare ciò non serve un’autorizzazione del giudice, infatti la cartella è già atto esecutivo una volta scaduti i 60 giorni dalla notifica.

Tuttavia, c’è  l’intervento dell’Autorità giudiziaria laddove il terzo pignorato o il contribuente stesso contestino l’azione dell’Agente della riscossione.

Contestazione che deve avvenire entro 20 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento.

Pignoramento automatico del conto corrente: cosa cambia nel DDL di bilancio?

Nel DDL di bilancio 2024 cambia l’autonomia riconosciuta all’agente della riscossione.

Già a oggi, il pignoramento dei conti correnti esiste nell’attuale normativa fiscale ed è prevista un’interoperabilità delle banche dati dell’anagrafe tributaria e dell’INPS. Infatti, l’ADER può accedere non solo ai dati presenti in anagrafe tributaria ma anche a quelli delle banche dati dell’INPS per acquisire le informazioni relative ai rapporti di lavoro.

Detto ciò, con la Legge di bilancio viene previsto che per conoscere le informazioni utili ai fini del pignoramento l’ADER non dovrà più passare per la banca ma, tramite procedura telematica, prenderà in autonomia le informazioni relative al saldo aggiornato del conto corrente.

Ciò consentirà al Fisco di accelerare le procedere di pignoramento dunque le fasi che anticipano il pignoramento vero e proprio.

La notifica di pagamento deve essere fatta, a pena di nullità, anche al debitore non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo (la banca).

Conclusioni

Non è escluso comunque che nel testo finale della Legge di Bilancio 2024 venga eliminata anche questa ulteriore previsione.

Palazzo Chigi ha smentito in una nota stampa del 26 ottobre il recupero diretto da parte dell’Agenzia delle entrate derubricandola come ipotesi priva di fondamento. Le soluzioni tecniche saranno cioè definite con un decreto del ministero dell’Economia sentite Abi, Poste e Garante per la protezione dei dati personali.

 

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