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Dall’intelligenza artificiale al metaverso, dalla compatibilità tra mediatore creditizio e immobiliare al futuro della professione di agente. Temi essenziali per il futuro della categoria, di cui si parlerà in un evento dedicato agli agenti immobiliari del Nord-Est italiano ma non solo. E’ Be Fimaa 2023, che avrà luogo a Padova il prossimo 27 maggio, e che vedrà tra i relatori principali Mario Capocaccia, Chief product officer di idealista.it/Casa.it. Con gli organizzatori dell’evento Fimaa, idealista/news ha parlato delle tematiche che verranno affrontate e di come plasmeranno il futuro del mestiere di agente immobiliare.

“Si tratta di un evento che riprende da Padova dopo lo stop per il covid, – spiegano Silvia dell’Uomo, presidente Fimaa Padova, Andrea Oliva, presidente Fimaa Friuli e Mauro Posocco, presidente Fimaa Veneto. – Questo evento ha luogo ogni anno in Veneto e per la prima volta viene allargato al Friuli, diventando una occasione di confronto interregionale. Si parlerà di riqualificazione energetica in vista della direttiva europea sulle case “green”, dell’attività degli agenti immobiliari sotto il profilo delle ricadute immobiliari e merceologiche sul territorio, di tematiche fiscali, del diritto alla provvigione, della compatibilità tra attività immobiliare e creditizia. In più si affronterano alcune tematiche legate alle nuove tecnologie quali l’intelligenza a artificiale e il metaverso, realtà che sempre più l’agente immobiliare dovrà prendere in considerazione nel proprio mestiere”.

Quale sarà secondo voi la ricaduta immobiliare della direttiva Ue sulla riqualificazione energetica?

“La direttiva europea penalizzerà molto un paese come l’Italia, che è composto dal 70 per cento di edifici obsoleti, non in linea con quanto richiesto dalla Ue, – sostiene Silvia dell’Uomo. –

Noi agenti siamo già più o meno pronti perché la certificazione energetica è obbligatoria da molto tempo. Ma ci spaventa la percezione del cliente;

inizialmente si pensava infatti addirittura di vietare la commercializzazione o la locazione di abitazioni con classi energetiche meno efficienti. Nonostante questa idea sia stata messa da parte, perché inattuabile, molti clienti temono ancora che possa essere così, e si rischia quindi un blocco verso l’acquisto di abitazioni in classe energetica F e G, se non da parte di segmenti più svantaggiati. Il che crea ghettizzazione, che non è affatto una cosa positiva”.

Riuscirà l’Italia ad adeguarsi alla direttiva green entro il 2030?

“Abbiamo tempi di adeguamento strettissimi, – risponde dell’Uomo, –  e anche questo spaventa il cliente, perché le abitazioni in classi superiori sono davvero una quota risibile, tutti gli altri devono prendere provvedimenti rapidamente. Ma non tutti possono farlo, a maggior ragione se si trovano in condominio, dove è necessaria la disponibilità di tutti e la solvibilità di tutti. Siamo tutti d’accordo che riqualificare gli immobili fa bene all’ambiente ed è un vantaggio anche per i proprietari, perché gli immobili si rivalutano, ma la domanda è: possiamo permettercelo? E poi è sbagliato che l’Ue parli per tutti, alcuni Paesi attueranno questo piano più facilmente di altri”.

Quanto alla compatibilità tra mediatore creditizio e immobiliare, qual è la posizione di Fimaa?

“La nostra posizione è contraria, – sostiene dell’Uomo, – non dovrebbe esserci sovrapposizione tra le due figure.

La professionalità che facciamo di tutto per creare ed elevare verrebbe meno, perché procurare una casa o un mutuo sono due mestieri diversi,

oltre al conflitto di interesse che generano e alle conseguenti ricadute negative per il cliente”.

Quale è il rapporto tra agente immobiliare e tecnologia oggi?

“Abbiamo fatto dei grossi passi avanti, – risponde Andrea Oliva, – il covid ha accelerato la capacità degli agenti immobiliari di fare passi avanti tecnologici.

Quella che è stata necessità diventa oggi progresso necessario: penso alle visite virtuali, potenziate per fare fronte al distanziamento sociale e oggi ampiamente utilizzate

da potenziali clienti da altre città o dall’estero, con strumentazione specifica o in videochiamata, o ai formulari in lingue straniere per poter affrontare una clientela internazionale. Le transazioni con visite da remoto e firma digitale ormai sono nella norma. Nel dramma, questo è stato un bene”.

Come si evolverà la figura dell’agente immobiliare in futuro?

“Io credo che la figura umana dell’agente immobiliare resterà sempre importante, al di là degli aggiornamenti tecnologici, – è convinto Mauro Posocco. –

L’aspetto umano e il rapporto diretto col cliente non verrà mai a mancare, perché portare a termine una transazione immobiliare, al di là degli aspetti tecnici che si possono risolvere con la tecnologia,

dipende dal fatto di avere un professionista preparato che ti accompagna nella transazione, ti tranquillizza, ti dà le informazioni corrette e ti porta fino a concludere l’operazione con l’atto notarile. Questa figura non potrà mai essere sostituita da una macchina, quindi l’agente immobiliare resterà sempre. Poi resta compito dell’agente mettersi al passo con quegli strumenti che esistono e che ci possono aiutare a rendere più efficiente il nostro mestiere”.

Come l’intelligenza artificiale cambierà il mestiere di agente immobiliare?

“L’intelligenza artificiale in realtà si usa già oggi, – sostiene Mario Capocaccia, che terrà uno speech apposito sul tema per contestualizzare il mestiere di agente immobiliare nell’ambito di un contesto tecnologico in rapida evoluzione. – Quando un agente usa la classificazione delle immagini, etichettate automaticamente come cucina, salotto ecc., sta usando l’intelligenza artificiale. Quando si seleziona un annuncio che ha problemi di qualità, si sta utilizzando l’intelligenza artificiale. Il punto è capire come si potrà evolvere questo strumento e come capirlo e usarlo senza paura”.

Quali sono i vantaggi nell’uso dell’AI?

“Siamo ben lontani dai robot che governano il mondo, – ride Capocaccia, – ma certo nell’ultimo anno sono stati fatti dei grandi progressi con Open AI. Abbiamo sistemi con cui è possibile chattare come fossero persone, e a cui far creare contenuti e immagini a partire da una descrizione a parole. Ciò ha scatenato reazioni emotive di vario tipo, che variano dall’entusiasmo alla paura di una minaccia. Che fare? Sicuramente bisogna riconoscere che qualcosa cambierà, perché questi strumenti sono capaci di svolgere a livello professionale attività ripetitive come riassumere, tradurre ecc. Ma non ci sarà probabilmente la sparizione di nessuna professione in particolare. Ogni categoria professionale dovrà farci i conti, compreso l’agente immobiliare, che può avvantaggiarsene nelle attività di routine, che possono venire semplificate liberando tempo per fare altro. Chi saprà usare questi strumenti avrà indubbiamente un vantaggio competitivo.

Quali sono invece i rischi dell’intelligenza artificiale?

“L’Ai è un sistema di generazione statistica di testo, – spiega Capocaccia, – e si alimenta con dati, di cui però al momento non è in grado di garantire la correttezza. I contenuti creati nascono a partire dalle informazioni che l’Ai trova più spesso in rete e vengono scritti tramite degli algoritmi statistici basati sulla probabilità che ad una parola ne segua un’altra.

Questo porta alla creazione di contenuti corretti dal punto di vista linguistico, ma manipolabili dal punto di vista del contenuto.

Infatti, a seconda delle domande fatte e anche della lingua in cui vengono poste, le risposte possono essere diverse, rispecchiando l’informazione prevalente in un dato contesto. Questo crea grossi rischi di manipolazione, anche pubblicitaria, perché basta creare un gran numero di contenuti che veicolano una certa idea e immetterle in rete per rendere sempre più probabile che l’intelligenza artificiale rimandi a queste quando verrà interrogata, portando quindi avanti certe idee standardizzate a scapito di altre. Non solo, ma si potrebbe arrivare a inventare di sana pianta dei contenuti facendoli passare per reali”.

Per assurdo quindi si potrebbero creare annunci di appartamenti inesistenti

“Certo si può usare la generazione di immagini per creare appartamenti dalle caratteristiche inesistenti, – spiega Capocaccia, – ma qui si sfocia in altri tipi di finalità rispetto a quelli di vendere casa. Chi vuole usarli per il mestiere sa che ciò che è creato da questi strumenti va controllato rispetto alla finalità, e, al netto di questo, è qualcosa che può essere davvero d’aiuto. L’Ai può scrivere dei modelli di mail di marketing o di messaggio pubblicitario, oppure fornire una serie di risposte alla domanda: “come fare per comprare o vendere casa efficacemente”, creando uno schema che poi si può integrare con tutto ciò che si vuole e che la propria professionalità suggerisce. Le minacce e le opportunità sono le stesse per gli agenti immobiliari che per ogni categoria professionale, e, come con tutti gli altri strumenti, occorre capire cosa sia l’Ai, come funziona, come interpretarla e usarla per il meglio”.

 

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