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Pignoramento per Tari non pagata: può scattare davvero? Scopriamo cosa prevede la normativa e cosa fanno i Comuni.

Pignoramento per Tari non pagata: il Comune può agire direttamente contro il cittadino moroso? Scopriamo cosa prevede la normativa italiana in materia di mancato pagamento delle tasse (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cosa succede se non pago la Tari?

Molti lettori ci hanno chiesto cosa succede se non si paga la Tari? La risposta è molto semplice. Il debito verrà riconosciuto dal Comune riscossore che avvierà i passaggi per recuperare quanto dovuto dal cittadino.

Questa procedura non è immediata e facile da portare a termine. Gli step da seguire sono vari, così come i tempi che la Pubblica Amministrazione deve rispettare a tutela del cittadino.

Se vuoi pagare meno tasse, valuta il trasferimento della residenza in un altro comune o, se sei un pensionato, in “paradisi fiscali” come Grecia e Portogallo.

Scatta il pignoramento per Tari non pagata?

Se non paghi la Tari, per recuperare il credito, i passaggi che il comune può seguire sono diversi e laboriosi. In ogni caso, al termine della procedura, può scattare il pignoramento.

L’azione non viene portata avanti direttamente dall’ente. Il comune infatti si affida a un ente di riscossione che può essere l’Agenzia delle Entrate, così come un’altra realtà pubblica o privata del territorio.

Va sottolineato però che il pignoramento è un’azione che si persegue, in genere, per grandi cifre di debito. Se salti il pagamento di una rata della TARI, il comune applicherà una sanzione che ti potrebbe essere sommata alla quota successiva della tassa da saldare.

Il valore della sanzione dipende dal momento in cui si effettua il pagamento. In genere la multa è pari al 30 per cento dell’importo della TARI.

Tuttavia, se saldi il debito prima, ti viene ridotta. Lo schema che in genere viene seguito è il seguente:

  • sanzione ridotta della metà se il pagamento viene effettuato entro 90 giorni;
  • multa ridotta a un valore pari a 1/15 se il pagamento viene effettuato entro 15 giorni (può valere quindi pochi euro ndr).

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Tari non pagata: dalla bolletta al pignoramento

Se dimentichi di pagare la bolletta della Tari, non scatterà subito il pignoramento. La normativa vigente infatti prevede diverse fasi prima di arrivare al recupero forzoso del credito:

  • invio della bolletta;
  • invio di un avviso e/o sollecito di pagamento => l’ente manda una nota al debitore ricordando di saldare la bolletta non pagata. In questa fase avviene la consegna della “famosa” cartella di pagamento;
  • notifica dell’atto di precetto => previsto dal codice di procedura civile, è un’intimazione di pagamento. Senza questo provvedimento non si può iniziare il recupero forzoso del credito. Con l’atto di precetto, viene stabilito un termine ultimo da rispettare per saldare la Tari;
  • scatta il pignoramento => il comune, attraverso l’ente di riscossione incaricato, avvia la procedura esecutiva verso il debitore.

Esistono poi determinate forme di tutele dal pignoramento per specifiche fasce della popolazione come i cittadini diversamente abili o coloro che risultano nullatenenti.

Bollette non pagate iscrizione al Crif?

Se non paghi le bollette di luce, gas o TARI vieni iscritto nei registri Crif dei cattivi pagatori? Puoi stare tranquillo, la risposta a questa domanda è no.

Il registro cattivi pagatori Crif racchiude infatti i nomi delle persone che hanno accumulato dei ritardi nel pagamento di debiti, mutui e prestiti.

Si rivolge per lo più ai cattivi pagatori di banche e di istituti finanziari. Per conoscere se sei iscritto o meno nei registri Crif, devi richiedere un’apposita visura.

Quando va in prescrizione la TARI non pagata?

Anche per il pagamento della TARI è contemplata la prescrizione che è fissata a cinque anni. Se quindi non paghi la bolletta e passano cinque anni, non dovrai più saldare il debito.

Questo calcolo va fatto a partire dall’anno successivo a quello di imposta, ovvero dall’anno dopo a quello in cui dovevi pagarare la tassa sui rifiuti. È importante che in questi cinque anni il comune, o l’ente di riscossione incaricato, non invii provvedimenti e notifiche.

In questo caso infatti, il calcolo dei cinque anni utili alla prescrizione ripartirebbe da zero.

Pignoramento per Tari non pagata
L’immagine mostra dei cestini della raccolta differenziata – Pignoramento per Tari non pagata

FAQ su pignoramento per Tari non pagata

Cos’è la TARI?

La TARI, acronimo di Tassa sui Rifiuti, è una tassa comunale che viene applicata ai cittadini per il servizio di gestione dei rifiuti urbani.

Introdotta con il decreto legislativo numero 23 del 14 marzo 2011, si calcola in base al numero di componenti del nucleo familiare e alla metratura dell’immobile.

La TARI è una tassa obbligatoria e deve essere pagata da tutti i cittadini residenti nelle zone servite dal servizio di raccolta rifiuti.

Come farsi rimborsare la TARI versata in modo errato?

Per ottenere il rimborso della TARI versata in modo errato, è necessario seguire alcuni passi semplici. Innanzitutto, bisogna contattare il proprio Comune e fornire tutte le informazioni dettagliate riguardo all’errore nel pagamento della tassa.

Solitamente, il Comune fornirà una procedura da seguire per richiedere il rimborso. In alcuni casi, potrebbe essere richiesta la presentazione di documenti comprovanti l’errore, come ad esempio lo scontrino del pagamento.

Una volta che la richiesta è stata valutata e accettata, il Comune provvederà a rimborsare l’importo versato in modo erroneo.

Quali beni possono essere pignorati?

Il pignoramento è una procedura legale mediante la quale i creditori possono ottenere il pagamento dei debiti da parte di un debitore, se questo non è in grado di onorare le proprie obbligazioni finanziarie. La normativa italiana prevede che si possano pignorare:

  • Immobili (case, appartamenti, terreni, ecc.).
  • Conti correnti e depositi bancari.
  • Stipendi e pensioni.
  • Autoveicoli e motoveicoli.
  • Barche e imbarcazioni.
  • Macchinari e attrezzature aziendali.
  • Titoli azionari e obbligazioni.
  • Quote societarie.
  • Diritti d’autore e marchi registrati.
  • Avviamento commerciale.
  • Gioielli e oggetti di valore.
  • Opere d’arte e collezioni preziose.
  • Polizze vita e assicurazioni con valore riscattabile.
  • Rendite e pensioni private.
  • Crediti e debiti verso terzi.

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