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Grazie alla vasta base dati su cui può contare idealista, la redazione di idealista/news durante tutto l’anno ha potuto analizzare l’evoluzione del mercato degli affitti e della compravendita in Italia da una prospettiva privilegiata. Scopriamo quali sono stati i trend e le evoluzioni del real estate italiano nel 2023, entrando nel dettaglio delle diverse aree geografiche e delle tipologie immobiliare.

Località più care e richieste d’Italia

Il Comune più caro d’Italia per chi vuole comprare casa nel terzo trimestre 2023 è risultato essere Forte dei Marmi, dove per acquistare un immobile a uso residenziale ci vuole mediamente un esborso di oltre 1 milione e mezzo di euro (dato di poco inferiore rispetto alla rilevazione di tre mesi fa).

Inoltre, idealista/data ha implementato un indicatore che sintetizza la pressione della domanda sull’offerta in ogni area d’Italia per il segmento delle case in vendita. L’indicatore si basa sul numero di leads (contatti tramite e-mail e condivisioni) ricevuti per annuncio.

Secondo il report di idealista/data, Roma e Milano totalizzano un indice di domanda relativa rispettivamente di 2,1 e 2. Mentre Il comune che totalizza l’indice di domanda relativa più basso (0,3) è, curiosamente, anche il più caro: Forte dei Marmi, a testimonianza dell’esclusività del mercato immobiliare locale.

Il Comune più caro d’Italia per chi cerca una casa in affitto nel terzo trimestre 2023 coincide con quello più caro per comprare casa (come accadeva anche nel trimestre precedente): Forte dei Marmi, dove per affittare un immobile a uso residenziale ci vogliono mediamente 5.899 euro al mese (in linea con la precedente rilevazione). Una richiesta che conferma l’esclusività di questa località della Versilia.

Sul secondo gradino, come nel trimestre precedente, si conferma del podio troviamo un’altra località in provincia di Lucca: Pietrasanta (3.402 euro al mese in media, dato in calo rispetto alla precedente rilevazione); mentre il terzo posto spetta a Riccione (2.795 euro al mese).

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Secondo l’indice di domanda relativa, elaborato da idealista/data, la richiesta maggiore di case in affitto, nel secondo trimestre 2023, si concentra a Forlì, che totalizza uno score di 41,9 contatti per annuncio. Completano il podio del ranking dei comuni più richiesti Reggio Emilia (37,6), e Padova (37,1).

La bussola sulle zone delle principali città

Tempi complicati per chi cerca una casa in affitto. L’inflazione da un lato, e il calo dello stock di abitazioni nel mercato delle locazioni dall’altro, stanno rendendo la ricerca di un immobile in affitto a un prezzo contenuto una vera e propria impresa. Per questo, idealista/news ha analizzato quali sono le zone delle principali città italiane con i canoni al mq più bassi per chi cerca un immobile in locazione. Scopriamo il quadro che se ne ricava.

Il podio delle zone con gli affitti più bassi nei principali capoluoghi italiani è tutto ad appannaggio di Palermo: Oreto-Falsomiele-Villagrazia (6,45 euro/mq), Altarello-Calatafimi-Montegrappa (6,92 euro/mq) e Uditore-Noce-Zisa (7,06 euro/mq). Canoni entro il limite degli 8 euro/mq anche nei distretti di Cruillas-Resuttana-San Lorenzo (sempre nel capoluogo siciliano) e Barriera di Milano-Regio Parco-Rebaudengo (Torino).

Napoli la zona con la media degli affitti più bassi è quella di Chiaiano-Zona Ospedaliera-Scampia (8,75 euro/mq), mentre a Roma si segnala Roma est-Autostrade (10 euro/mq). A Bari, invece, chi vuole risparmiare sul canone mensile dovrebbe cercare una casa in affitto a Picone-Poggiofranco (10,69 euro/mq).

Il distretto meno caro di Firenze, invece, è Rifredi, dove la media rilevata è di 14,95 euro/mq. Mentre a Milano, chi cerca l’area più abbordabile in città dovrebbe orientarsi sugli annunci di case in affitto a Baggio (15 euro/mq). Richieste più care a Bologna, dove Costa Saragozza è la zona cittadina tra le meno care (15,69 euro/mq).

L’inflazione da un lato, e il rialzo dei tassi sui mutui dall’altro, hanno fatto sì che per le compravendite immobiliari in Italia si sia registrato un calo considerevole (-8,7% nel I semestre 2023, come rilevato dai Dati statistici del Consiglio Nazionale del Notariato).

Il distretto delle principali città italiane in cui si registra il calo più netto dei prezzi delle case in vendita annunciate su idealista è quello di Tommaso Natale-Mondello-Arenella a Palermo: -8,2%. Completano il podio di questo speciale ranking due zone di RomaMalagrotta-Casal Lumbroso-Ponte Galeria (-7%) e Labaro-Prima Porta (-6,5%).

Bologna, il distretto con i ribassi più considerevoli è Navile-Bolognina (-5,9%), mentre a Firenze si segnala Gavinana-Galluzzo (-5,8%) e a Bari Picone-Poggiofranco (-2,6%). Cali decisamente più contenuti a Torino, dove la zona dove i prezzi al mq sono calati maggiormente è Borgo Vittoria-Vallette (-0,2%).

Non ci sono variazioni in terreno negativo, per quanto riguarda i prezzi negli ultimi 12 mesi, a Napoli. Qui, si segnala Chiaiano-Zona Ospedaliera-Scampia, distretto che fa registrare l’aumento più contenuto (0,2%). Discorso simile anche a Milano, dove non si rilevano distretti in diminuzione. Nel capoluogo lombardo la zona che cresce meno è Porta Vittoria (+0,7), dove però il prezzo medio al mq si aggira intorno ai 6.381 euro.

Le strade più care d’Italia

Entrando ancora più nello specifico, un’indagine sulle vie con i prezzi delle case più elevati, elaborata dal Centro Studi di idealista, ha evidenziato che Via Torino a Milano è la strada più costosa d’ Italia, con 4.511.923 euro di media. Scorrendo la classifica, notiamo come siano ben 267 le vie i cui prezzi delle abitazioni superano il milione di euro. Subito dopo Via Torino, troviamo un’altra celebre strada milanese: Corso Monforte, 3.824.153, vicinissima al Centro e a Porta Venezia.

L’analisi realizzata da idealista include anche le vie e le piazze più costose di ciascuna delle 20 regioni italiane. Dallo studio emerge come la maggior parte delle strade con le case più care si trova in Lombardia, Toscana, Sardegna, Lazio, Campania e Piemonte.

Il mercato delle stanze in affitto

Nel mondo degli affitti di stanze in case in condivisione, un interessante cambiamento sta prendendo piede. Secondo un’analisi condotta dall’Ufficio Studi di idealista, meno del 30% degli annunci di stanze in appartamenti condivisi specificano la preferenza per la coabitazione tra studenti. Questa tendenza riflette un mutamento significativo nel mercato degli affitti, con una crescente attenzione alle esigenze dei lavoratori.

L’analisi ha rivelato che la composizione mista dei coinquilini è la più frequente, rappresentando il 44% del campione. Allo stesso tempo, il 28% degli annunci di stanze è rivolto ai soli studenti, mentre un altro 28% è rivolto ai lavoratori. La tendenza viene confermata anche sul fronte della domanda per questo tipo di soluzione abitativa pressoché equamente distribuita tra studenti (35%) e lavoratori (36%), mentre il 29% di chi cerca non manifesta preferenze.

Sul fronte dei prezzi, i dati mostrano una lieve disparità tra i canoni di affitto applicati agli studenti e quelli rivolti ai lavoratori, con una differenza minima di prezzo (pari al 3%). La media italiana vede i prezzi medi per gli studenti fissati a 380 euro, mentre per i lavoratori si attestano a 370 euro mensili.

A Bologna, ad esempio, le stanze destinate agli studenti risultano essere più costose del 15% rispetto a quelle offerte ai lavoratori, con una media di 550 euro per gli studenti e 470 euro per i lavoratori. Roma e Genova e seguono con sovrapprezzi rispettivamente del 7% e del 3% per gli studenti.

In alcune città come Milano, Messina e Napoli, non vi è alcuna differenza di prezzo tra le case destinate agli studenti e quelle per i lavoratori. Al contrario, in sette città, tra cui Catania, Bari (-9%), Cagliari, Reggio Calabria (-11%), Palermo (-12%), Torino (-20%) e Firenze (-26%), gli appartamenti in affitto per studenti risultano addirittura più convenienti rispetto a quelli destinati ai lavoratori. A Venezia, la scarsità di annunci per lavoratori non ha permesso di fare una comparazione tra i due filtri.

 

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