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Quando scatta il pignoramento del conto corrente? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie su bonus, Rdc e assegno unico, su Invalidità e Legge 104, sui mutui, sul fisco, sulle offerte di lavoro e i concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pignoramento del conto corrente

Per recuperare alcuni crediti vantati, il creditore può rivalersi sul conto corrente del debitore, richiedendo il pignoramento, ovvero l’esecuzione forzata attuabile qualora il debitore non disponga di immobili o beni mobili da utilizzare come garanzia.

Parliamo di un pignoramento presso terzi, tramite il quale la banca o l’ente postale blocca tutto il denaro presente sul conto oppure una parte di esso, se il conto corrente risulta di appoggio per la ricezione dello stipendio.

In seguito, il giudice incaricato stabilirà in sede di udienza qual è la somma che spetta al creditore e le modalità con cui riceverà il credito vantato.

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Pignoramento del conto corrente: se i conti sono due?

E se i conti correnti personali del debitore sono due? In questo caso, entrambi i conti verranno sottoposti alla procedura di blocco totale o in parte, da parte della banca o delle Poste.

Limiti al pignoramento del conto corrente

Ci sono comunque dei limiti di pignoramento sul conto corrente, se questo è utilizzato per l’accredito di stipendi o pensioni. La normativa prevede che, in questi casi, il conto corrente possa essere pignorato, ma solo in parte.

Se la cifra presente sul conto corrente è tre volte superiore all’importo dell’Assegno sociale (nel 2023 l’importo annuo è di 6.542,51 euro, moltiplicato per 3 è 19.627,53 euro), il lavoratore dipendente potrà subire il blocco dei soldi presenti sul conto. Il denaro che viene depositato dopo la notifica di pignoramento può essere bloccato solo per un quinto.

Invece un lavoratore autonomo subirà la stessa procedura automaticamente, su tutta la somma depositata sul conto.

Limiti al pignoramento del conto corrente: le entrate impignorabili

Se il debitore possiede sul conto delle entrate impignorabili, non sarà possibile pignorare i suoi risparmi.

Questo accade quando sul conto sono accreditati:

Limiti al pignoramento del conto corrente: conti cointestati

Un altro limite di pignoramento riguarda i conti cointestati. In questo caso il pignoramento interessa soltanto il 50% del denaro presente sul conto. La somma eccedente può essere usata dal cointestatario e dal debitore.

Limiti al pignoramento del conto corrente: anche per alimenti non versati?

Tutto cambia, quando il debito contratto è legato ad alimenti non versati all’ex coniuge o ai figli minorenni a carico: in questo caso sarà il presidente del Tribunale competente a stabilire entro quali limiti irrorare il pignoramento del conto corrente.

Pignoramento del conto corrente: conto in rosso

Non essendo a conoscenza di quanto denaro è depositato sul conto corrente bancario o postale del debitore, il creditore può rischiare di pignorare un conto corrente in rosso.

Cosa fare? In questo caso il creditore può abbandonare qualsiasi velleità di arrivare al denaro che gli spetta, oppure richiedere che il pignoramento del conto corrente rimanga attivo, in attesa di deposito di nuovi accrediti (stipendio, pensione, altre entrate).

Pignoramento del conto corrente: conto vuoto

E se il conto corrente pignorato è completamente vuoto e senza soldi? Anche in questo caso le soluzioni sono due: abbandonare il pignoramento o proseguire nel suo scopo, aspettando nuove entrate da pignorare.

Conti correnti non pignorabili: esistono?

Esistono dei conti correnti non pignorabili? In passato, alcuni istituti di credito hanno ideato dei conti correnti non pignorabili e transitori, per gli accrediti di piccole somme di denaro per pagare rate di mutui o bollette.

Successivamente, non potendo verificare la trasparenza di alcuni movimenti sul conto corrente, si è deciso di introdurre dei limiti sul pignoramento, al posto di questo tipo di conti correnti.

L’Ocse ha stabilito che tutti i conti bancari internazionali devono rispettare lo standard previsto per lo scambio di comunicazioni fra banche e verso gli enti fiscali di competenza.

Significa che i conti correnti non pignorabili all’estero non esistono e che provare ad aprire un conto in anonimato rappresenta un reato, così come aggirare il Fisco per non incappare nel pignoramento dei conti correnti.

Pignoramento del conto corrente aziendale

Se è un’azienda a essere debitrice, si può procedere al pignoramento del conto corrente aziendale.

Ma bisogna distinguere tra debiti contratti verso persone fisiche e debiti contratti verso enti pubblici.

Ad esempio, se l’impresa è debitrice nei confronti del Fisco, come stabilito dalla norma in vigore dal 1° luglio 2017, l’Agenzia delle Entrate può procedere al pignoramento del conto corrente aziendale senza neppure l’autorizzazione di un giudice: il blocco del conto corrente è immediato e i soldi tolti al Fisco vengono immediatamente prelevati.

L’Agenzia delle Entrate ha comunque l’obbligo di notificare il pignoramento alla banca o alle Poste e al debitore, che ha 60 giorni di tempo per saldare il debito, oltre i quali l’Agenzia può procedere con il prelievo forzato.

Pignoramento del conto corrente
Pignoramento del conto corrente: in foto banconote di euro, bancomat e un lucchetto poggiato sopra.

Faq sul pignoramento del conto corrente

Posso impedire il pignoramento del mio conto corrente?

È possibile evitare il pignoramento del conto corrente attraverso diverse opzioni. Ad esempio, il pagamento del debito in modo tempestivo, la negoziazione con il creditore per un piano di pagamento rateale, la ricerca di assistenza da un consulente finanziario o un avvocato specializzato in diritto delle esecuzioni.

Quali beni possono essere pignorati?

Il pignoramento è una procedura legale mediante la quale i creditori possono ottenere il pagamento dei debiti da parte di un debitore, se questo non è in grado di onorare le proprie obbligazioni finanziarie. La normativa italiana prevede che si possano pignorare:

  • Immobili (case, appartamenti, terreni, ecc.).
  • Conti correnti e depositi bancari.
  • Stipendi e pensioni.
  • Autoveicoli e motoveicoli.
  • Barche e imbarcazioni.
  • Macchinari e attrezzature aziendali.
  • Titoli azionari e obbligazioni.
  • Quote societarie.
  • Diritti d’autore e marchi registrati.
  • Avviamento commerciale.
  • Gioielli e oggetti di valore.
  • Opere d’arte e collezioni preziose.
  • Polizze vita e assicurazioni con valore riscattabile.
  • Rendite e pensioni private.
  • Crediti e debiti verso terzi.

È vero che anche una persona disabile può subire pignoramento e sfratto?

Sì, è possibile. Una persona disabile può subire pignoramento o sfratto se non salda i propri debiti o se non paga l’affitto entro 20 giorni di ritardo. Tuttavia, la legge ha previsto delle tutele per queste situazioni particolari, considerando le condizioni di salute dei soggetti coinvolti.

Esistono delle tutele per i disabili in caso di pignoramento e sfratto?

Sì, esistono tutele. Ad esempio, non possono essere pignorati i trattamenti assistenziali come la pensione di invalidità e l’assegno di accompagnamento. Inoltre, in situazioni particolari legate alla salute, la legge ha previsto delle tutele specifiche per proteggere le persone disabili.

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