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  • Secondo le recenti novità, all’interno del Modello 730 e nel Modello Redditi PF sono stati inseriti degli spazi appositi per dichiarare le cripto attività.
  • Nel modello Redditi PF devi compilare sia la sezione RT, per i redditi diversi, sia quella RW.
  • La tassazione sulle plusvalenze scatta quando viene superata la soglia di 2.000 euro.

Comprendere come funziona la dichiarazione dei redditi per le criptovalute è importante al fine di evitare di incorrere in sanzioni o pagare più tasse di quelle dovute. Da quest’anno ci sono diverse novità intorno a queste comunicazioni, che possono avvenire sia con il Modello Redditi PF, sia con il Modello 730.  

In Italia una legislazione dettagliata e completa sulla moneta virtuale è arrivata solamente negli ultimi anni, a partire dal Registro degli Operatori di Criptovalute e con le ultime norme introdotte a livello europeo, come vedremo tra poco.

Chi detiene criptovalute in un wallet digitale o chi produce determinate plusvalenze è obbligato a comunicarle al fisco e a versare le tasse secondo le normative italiane. Il mancato adempimento a queste regole può comportare sanzioni salate.

Criptovalute e dichiarazione dei redditi 2024

La creazione dei Bitcoin, avvenuta nel 2009 e delle successive criptovalute ha portato una vera e propria rivoluzione nel settore economico, offrendo un’alternativa alle banche per le transazioni commerciali tra imprese e al contempo una forma nuova di investimento.

Oggi, le valute digitali sono utilizzate da più di 100 milioni di persone e, in base alle recenti ricerche dell’Osservatorio Blockchain and Web3 della School of Management del Politecnico di Milano1, il mercato italiano della blockchain ha un valore di 38 milioni di euro. Almeno 3,6 milioni di italiani possiedono criptovalute o similari.

Si tratta di un mondo in continua evoluzione, grazie proprio a una tecnologia come la blockchain, che ha permesso lo sviluppo di altri strumenti collegati alle criptovalute: dal metaverso alla creazione degli NFT, degli  smart contract ai sistemi DeFi fino alla finanza decentralizzata.

Investire in criptovalute però genera reddito e come tale è sotto il mirino del Fisco. Se svolgi l’attività di intermediazione in modo professionale, come nel caso del trading, la plusvalenza che otterrai è soggetta a IRES, IRAP e IRPEF, oltre che all’eventuale applicazione dell’IVA sulle transazioni.

Criptovalute e bitcoin

Invece, in quanto persona fisica, devi inserire il guadagno ottenuto nella dichiarazione dei redditi. In ambedue i casi si applica una tassazione del 26%. Devi però considerare che se il fenomeno delle monete virtuali è un dato di fatto, la legislazione in Italia fino a poco tempo fa era lacunosa sia per ciò che riguarda la regolamentazione, sia per l’aspetto fiscale.

A rispondere alle esigenze di regolamentare questo settore, sono arrivati alcuni provvedimenti, oltre ad un intervento dell’Unione Europea e della Legge di Bilancio 2023 in Italia.

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Criptovalute e dichiarazione dei redditi: soglie di esenzione

Come comportarsi dal punto di vista fiscale? Quando inserire le criptovalute nella dichiarazione dei redditi a fine anno? Da quest’anno la normativa è più chiara su questi aspetti, dando indicazioni specifiche su come procedere per dichiarare le cripto attività.

Inizialmente, con la circolare dell’Agenzia delle Entrate sulle criptovalute 72/E 2016, le valute digitali sono state considerate alla stregua di quelle estere, tuttavia al momento esiste una regolamentazione a sé stante.

Come gli strumenti finanziari che possono generare reddito diverso sono sottoposte a tassazione in base all’art 67 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) e quindi con l’obbligo di inserirle nella dichiarazione dei redditi tramite:

  • Modello Redditi PF: la sezione di riferimento è il Quadro RW, oltre al Quadro RT;
  • Modello 730: la sezione di riferimento è il nuovo Quadro W.
Quadro RT e RWQuadro RT e RW

Va considerato che dalla dichiarazione di quest’anno (che fa riferimento al 2023) la soglia minima per cui la tassazione verrà applicata sulle plusvalenze delle cripto attività è di 2.000 euro. Superata questa somma tuttavia la tassazione scatta per l’intero importo.

Con la manovra 2023 era stato introdotto un periodo per sanare eventuali irregolarità, sulle plusvalenze possedute alla data del 01.01.2023, con imposta sostitutiva ridotta al 14%. Quest’anno l’aliquota è in ogni caso al 26%.

Come compilare il Modello Redditi PF per dichiarare le criptovalute

Ora che conosci quando è obbligatorio dichiarare il reddito derivato dalle criptovalute, andiamo a vedere come compilare il Modello Redditi Persone Fisiche (ex Unico). Devi indicare l’importo che hai ottenuto in queste due sezioni:

Il Quadro RT è la parte in cui hai l’obbligo di inserire i redditi diversi, come previsto dall’art 67 del TUIR al comma 1. Vengono inclusi tutti gli strumenti finanziari dalle azioni alle obbligazioni, fino alle criptovalute e agli NFT che possono generare una plusvalenza.

Al suo interno devi inserire le plusvalenze e anche le eventuali minusvalenze, ovvero le perdite dovute all’investimento. Ad esempio, se hai acquistato 10 Ethereum al prezzo di 1.500€ e li rivendi a una quotazione di 1.400€, avrai ottenuto una minusvalenza di 1.000€. Viceversa, se il loro prezzo sale a 1.600€, otterrai una plusvalenza.

L’altra sezione è quella del Quadro RW: qui vanno inseriti i dati sulla detenzione di criptovalute al fine del monitoraggio fiscale, anche se non sono stati prodotti redditi.

Nel 2024 ci sono alcune novità importanti sulla compilazione di questo Quadro, a partire dall’introduzione del codice 21 specifico per le cripto-attività. Bisogna quindi indicare il periodo in cui sono detenute le cripto-attività, insieme ad altri dati che riguardano l’imposta.

Oggi, puoi compilare la dichiarazione dei redditi persone fisiche in modo telematico e autonomo accedendo al sito dell’Agenzia delle Entrate attraverso lo SPID.

Data la necessità di inserire diverse informazioni, oltre a calcolare con precisione le plusvalenze e le minusvalenze, per evitare errori e pagare più tasse del dovuto, può essere utile rivolgersi a un commercialista o a un consulente.

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Come compilare il Modello 730 per dichiarare le criptovalute

Una novità di quest’anno è l’introduzione di un apposito Quadro da compilare anche sul Modello 730 per dichiarare la detenzione delle criptovalute e le eventuali plusvalenze, dedicato a chi utilizza questo documento.

Nel 2024 le procedure per chi usa il Modello 730 sono semplificate: se in precedenza bisognava necessariamente affiancare a questo modello anche il Modello Redditi PF con le indicazioni sulle criptovalute, quest’anno è sufficiente utilizzare il 730.

Viene disposto infatti il Quadro W apposito da compilare con le informazioni sulle attività detenute all’estero e quelle che riguardano le cripto attività. La compilazione avviene secondo diversi campi che specificano il tipo di contribuente e il bene di riferimento (codice 21 per le criptovalute), il codice dello stato estero, la quota di possesso con il valore iniziale e finale, con i giorni di detenzione delle criptovalute per l’IVAFE.

Risulta possibile anche indicare il solo monitoraggio fiscale, quando il contribuente non ha percepito un ricavo dalle monete digitali, ma ha solamente detenuto un wallet per un certo periodo.

Valute digitali e dichiarazione dei redditi: esempi

Immagina di aver acquistato nel 2021 un importo di Bitcoin pari a 75.000€. Ora, se mantieni le criptovalute nel tuo wallet digitale, non sei sottoposto a tassazione e non devi compilare il Quadro RT nella dichiarazione dei redditi.

Sei però tenuto a inserire l’importo nel Quadro RW, compilando i campi indicati precedentemente come monitoraggio fiscale indipendentemente dal guadagno.

Monete virtualiMonete virtuali

Invece, se decidi di monetizzare il tuo investimento vendendo i Bitcoin e ottenendo una plusvalenza pari a 95.000€, in questo caso dovrai inserire l’importo ricavato come guadagno, ad esempio 20.000€, all’interno del Quadro RT, su cui verrà applicata la tassazione del 26%.

Infine, sei comunque obbligato a compilare la sezione RW, inserendo il controvalore delle criptovalute al 31 dicembre dell’anno precedente.

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Criptomonete e fisco: le novità del DdL 2572

Una regolamentazione esaustiva sulle monete virtuali è arrivata solo recentemente. Ad esempio, solo nel 2022 è stata proposta una legge per regolamentare gli Operatori delle Criptovalute con un apposito registro.

In questa prospettiva si colloca il Disegno di Legge n. 2572 del 30 marzo 2022, che ha delineato questi obiettivi:

  • definire il concetto di criptovaluta;
  • stabilire le diverse misure fiscali applicabili.

A proposito delle ultime novità, il governo Meloni ha introdotto diverse regole per la moneta virtuale. Da un lato ha offerto una definizione di moneta virtuale, dall’altro ha proposto di rivederne le tasse introducendo una imposta sostitutiva al 14% terminata lo scorso anno.

Le norme per gli operatori di servizi di cripto attività

Secondo le ultime norme, confermate dalla Commissione Europea a partire dall’8 dicembre 2022, tutti i fornitori di criptovalute hanno l’obbligo di segnalare al Fisco le operazioni svolte da clienti in Italia e in Europa.

Le nuove regole hanno cercato di rispondere alle difficoltà effettive di individuare tutti i redditi prodotti intorno a queste attività, per l’applicazione delle tasse.

In particolare la situazione risulta ancora più complessa quando lo scambio di moneta virtuale avviene tra operatori situati in differenti stati, dentro o fuori dall’UE. L’evasione fiscale intorno a queste attività è ancora alta e i controlli del Fisco risultano essere molto limitati.

Per questo motivo l’Unione Europea ha deciso di introdurre nuovi obblighi, che riguardano sia le operazioni che avvengono all’interno dello stesso paese, sia quelle all’esterno.

Per ciò che riguarda l’Italia, gli operatori che si rivolgono al nostro paese devono effettuare la comunicazione all’Oam entro 60 giorni dalla partenza, della sezione speciale del registro dedicata. Successivamente dovranno inviare i dati trimestralmente sui movimenti delle criptovalute e conservare i dati per 10 anni.

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Nuove sanzioni fino a 5 milioni di euro per illeciti sulle criptovalute

In ricezione del nuovo regolamento europeo, anche l’Italia si sta adeguando alla gestione fiscale delle criptovalute e presto arriverà un decreto specifico che stabilisce quali sono le sanzioni in caso di illeciti.

Si parla di una sanzione amministrativa in denaro che può andare da 5.000 euro ma arrivare a 5 milioni di euro per chi viola il divieto di abuso e propone una comunicazione illecita atta a manipolare il mercato. L’offerta di token che violano le norme europee invece comporta la reclusione da 6 mesi a 4 anni, oltre a sanzioni fino a più di 10.000 euro.

La Banca d’Italia potrà quindi mettere in pratica le disposizioni del decreto e ricevere insieme a Consob eventuali esposti che riguardano atti illeciti intorno alla moneta virtuale.

Criptovalute e dichiarazione dei redditi – Domande frequenti

Quando vanno dichiarate le criptovalute?

Sei tenuto ad inserire le criptovalute nella dichiarazione dei redditi PF nel momento in cui detieni moneta virtuale, mentre le tasse scattano se ottieni una plusvalenza dalla vendita o da un rendimento superiore a 2.000 euro.

Cosa succede se non dichiaro le criptovalute?

Nel caso in cui non dichiari le criptovalute, dato che sono considerati strumenti finanziari simili alle valute estere, sarai soggetto alle medesime sanzioni.

Come si calcola la giacenza media delle criptovalute?

La giacenza media delle criptovalute fa riferimento al valore di queste ultime al 31 dicembre dell’anno precedente.

 

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