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Il recente Decreto Legislativo n. 13 del 12 febbraio 2024 ha introdotto nel sistema fiscale italiano il Concordato Preventivo Biennale, un istituto che promette di rivoluzionare il rapporto tra fisco e contribuenti.

Questa proposta sta subendo una serie di modifiche e aggiustamenti, in un evidente tentativo di aumentarne l’attrattività per i contribuenti. Tuttavia, la questione fondamentale rimane: è economicamente vantaggioso per i contribuenti optare per un pagamento anticipato delle proprie imposte?

Analizziamo in dettaglio questo nuovo strumento, cercando di capire se la promessa di “pagare in anticipo” sia effettivamente vantaggiosa.

Cos’è il Concordato Preventivo Biennale?

Il CPB è un accordo biennale tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate che definisce preventivamente il reddito imponibile e il valore della produzione netta ai fini IRAP per due anni fiscali consecutivi. L’obiettivo dichiarato è favorire l’adempimento spontaneo e ridurre il contenzioso fiscale.

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Chi può aderire?

Possono accedere al CPB i contribuenti che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA), purché non abbiano debiti tributari superiori a 5.000 euro o li estinguano o, quantomeno, facciano istanza di dilazione, prima dell’adesione.

Sono previste diverse cause di esclusione, tra cui condanne per reati fiscali e la mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi nei tre anni precedenti.

Come funziona?

Il processo di adesione al CPB è strettamente legato all’applicazione degli ISA. I contribuenti utilizzano il software “Il tuo ISA 2024 CPB” per calcolare la proposta di concordato, inserendo i dati rilevanti per gli ISA e ulteriori informazioni specifiche per il CPB.

Un aspetto interessante è la possibilità di dichiarare eventi straordinari occorsi durante il primo anno di applicazione del Concordato. Questa flessibilità potrebbe essere un punto a favore per i contribuenti che operano in settori volatili o soggetti a imprevisti.

La proposta generata dal software può essere accettata entro il termine per la presentazione della dichiarazione annuale dei redditi. Questo allineamento temporale semplifica apparentemente il processo, ma potrebbe anche mettere pressione sui contribuenti per prendere decisioni affrettate.

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Concordato Preventivo Biennale e regime forfettario

Il Concordato Preventivo Biennale è stato esteso anche ai contribuenti che aderiscono al regime forfettario. Questa novità, introdotta a partire dal 2024, rappresenta un significativo ampliamento della platea dei potenziali aderenti al CPB.

Per i forfettari l’accesso alla proposta di Concordato avviene attraverso la compilazione del quadro LM del modello Redditi 2024, relativo all’anno d’imposta 2023. Q

uesta operazione può essere effettuata sia tramite il servizio “RedditiOnline” che attraverso l’applicativo della dichiarazione precompilata. Il termine per l’adesione è fissato al 15 ottobre 2024, coincidente con la scadenza per la presentazione del modello Redditi.

È importante notare che, a differenza dei contribuenti soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità, per i forfetari il Concordato ha una durata sperimentale di un solo anno. Questa differenza potrebbe influenzare significativamente la valutazione costi-benefici per questi contribuenti.

Le condizioni di accesso rimangono simili a quelle previste per gli altri contribuenti: assenza di debiti tributari superiori a 5.000 euro riferiti al periodo d’imposta precedente, o loro estinzione prima del termine di adesione.

Cosa include il Concordato?

Il CPB copre il reddito d’impresa o di lavoro autonomo e il valore della produzione netta ai fini IRAP. Tuttavia, esclude diverse componenti significative:

  • Per il reddito: plusvalenze, minusvalenze, sopravvenienze attive e passive, redditi da partecipazioni;
  • Per l’IRAP: plusvalenze, sopravvenienze attive, minusvalenze e sopravvenienze passive.

Inoltre, è prevista una soglia minima di 2.000 euro sia per il reddito che per il valore della produzione netta. Questa esclusione di componenti importanti del reddito solleva dubbi sulla reale convenienza del concordato per molte imprese.

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Vantaggi e svantaggi

I sostenitori del CPB evidenziano alcuni vantaggi:

  1. Esclusione dagli accertamenti di cui all’articolo 39 del DPR 600/1973;
  2. Accesso ai benefici premiali del regime ISA;
  3. Maggiore certezza fiscale per un biennio.

Tuttavia, emergono diverse criticità:

  1. L’obbligo di dichiarare redditi potenzialmente superiori a quelli effettivamente realizzati;
  2. L’esclusione dell’IVA dall’ambito del concordato, che limita significativamente la portata dello strumento;
  3. La complessità del calcolo della proposta, che potrebbe risultare onerosa per molti contribuenti;
  4. Il rischio di “cristallizzare” una situazione fiscale che potrebbe peggiorare nel biennio successivo.

Procedure e dettagli tecnici

Il modello CPB, parte integrante dei modelli ISA, richiede la compilazione di diversi campi:

  • Condizioni di accesso (righi P01-P03);
  • Dati contabili (righi P04-P05);
  • Proposta CPB (righi P06-P09);
  • Accettazione della proposta (rigo P10).

È cruciale notare che le dichiarazioni relative all’assenza di condanne e alla presenza di eventi straordinari sono rese ai sensi del DPR 445/2000, con conseguenze penali in caso di falsità.

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Cessazione e decadenza

Il CPB può cessare di avere efficacia in caso di:

  • Cessazione dell’attività;
  • Modifica sostanziale dell’attività svolta;
  • Circostanze eccezionali che riducono significativamente i redditi.

Inoltre, violazioni gravi o il venir meno delle condizioni di accesso possono portare alla decadenza dal concordato.

Una valutazione critica

Il titolo provocatorio di questo articolo solleva una questione fondamentale: il CPB è davvero conveniente per i contribuenti?

Da un lato, l’idea di una maggiore certezza fiscale e la protezione da alcuni tipi di accertamenti sono indubbiamente allettanti. Dall’altro, il CPB richiede essenzialmente di “scommettere” sulla propria performance futura, con il rischio di pagare più tasse di quelle effettivamente dovute.

Inoltre, la complessità del sistema e le numerose esclusioni (sia in termini di soggetti che di componenti del reddito) sollevano dubbi sulla sua reale efficacia nel semplificare il rapporto fisco-contribuente.

Un punto particolarmente critico è l’esclusione dell’IVA. In un sistema fiscale in cui l’IVA rappresenta una componente significativa del gettito e delle complicazioni amministrative per le imprese, un concordato che non la include sembra perdere molta della sua potenziale utilità.

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Il CPB Conviene? La mia opinione

Per molti contribuenti, la massima “a morire e pagare c’è sempre tempo” potrebbe ancora sembrare più saggia dell’adesione a un sistema che richiede di pagare in anticipo sulla base di previsioni incerte.

Per rendere il CPB veramente attraente il legislatore dovrebbe considerare:

  1. L’inclusione dell’IVA nel concordato;
  2. Una maggiore flessibilità nell’adeguamento degli importi concordati;
  3. Incentivi più sostanziali per bilanciare il rischio di “sovrapagamento”;
  4. Una semplificazione del processo di calcolo e adesione.

Solo affrontando queste criticità, il Concordato Preventivo Biennale potrà diventare uno strumento realmente utile per migliorare il rapporto tra fisco e contribuenti, invece di essere percepito come l’ennesimo modo per “pagare in anticipo” senza chiari vantaggi.

E per i forfettari?

L’inclusione dei forfetari nel sistema del CPB sembra essere un tentativo di uniformare il trattamento fiscale tra diverse categorie di contribuenti.

Tuttavia, questa mossa potrebbe anche essere interpretata come un segnale di progressiva complicazione del sistema fiscale, in contrasto con gli obiettivi di semplificazione spesso dichiarati.

Questa estensione solleva nuove questioni:

  1. Equità fiscale: è giusto offrire ulteriori vantaggi fiscali a contribuenti che già beneficiano di un regime agevolato?
  2. Complessità vs semplificazione: l’introduzione del CPB nel regime forfettario non rischia di complicare un sistema nato per essere semplice?
  3. Effettiva convenienza: considerando la natura già forfettaria del regime, quali reali vantaggi può offrire il CPB a questi contribuenti?

L’introduzione di una flat tax incrementale

L’ultima proposta legislativa mira a introdurre un sistema ibrido che combina elementi di flat tax incrementale con la tassazione ordinaria del reddito concordato.

Questa nuova struttura fiscale prevede l’applicazione di un’aliquota sostitutiva sul maggior reddito dichiarato nell’ambito del concordato, con una gradazione basata sul punteggio ISA del contribuente:

  • Aliquota del 10% per contribuenti con punteggio ISA non inferiore a 8;
  • Aliquota del 12% per contribuenti con punteggio ISA compreso tra 6 e 8;
  • Aliquota del 15% per contribuenti con punteggio ISA inferiore a 6.

Questa proposta solleva importanti questioni di equità fiscale e di efficacia del sistema. Da un lato, si pone il problema dell’equità nei confronti di quei contribuenti che hanno sempre mantenuto un alto livello di compliance fiscale.

Dall’altro, si prospetta la possibilità di includere nel sistema di concordato anche contribuenti tradizionalmente meno allineati con gli standard di affidabilità fiscale, potenzialmente mitigando alcune delle criticità intrinseche al sistema degli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA).

 

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