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Il tessuto imprenditoriale di Torino continua a sfilacciarsi inesorabilmente. Negli ultimi 10 anni sono sparite ben 4.670 imprese. Una crisi trainata dal settore industriale in forte sofferenza (-12,7%), seguito dall’agricoltura (-10,4%), il commercio (-9,2%) e le costruzioni che segano un -1,3%, nonostante il rialzo dell’ecobonus.

Ad aumentare sono soltanto le aziende che si occupano di servizi alla persona (+17,5%) e alle imprese (+5,9%), oltre al turismo, settore che fa registrare un boom di b&b (+102%) a discapito però degli hotel calati del -11,2%

E’ quanto emerge dallo studio della Camera di commercio di Torino che ha analizzato il mutamento la situazione imprenditoriale del nostro territorio nell’ultimo decennio, ma anche dell’ultimo anno. 

IL 2023: ANNO NERO PER LE IMPRESE GIOVANILI E FEMMINILI

Il tasso di crescita generale del 2023  è positivo: +0,45%, un aumento minimo e insufficiente, considerando che le nuove iscrizioni (12.473) hanno raggiunto il valore più basso degli ultimi 15 anni. Un anno non certo positivo per le imprese giovanili (-416 imprese) e femminili (-0,19%). Aumentano invece le imprese straniere (+3,70%).

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AUTOMOTIVE: CROLLA LA PRODUZIONE 

Continua inesorabile la debacle dell’industria (-1,7%) con l’indotto dell’automotive che trema anche a causa del crollo della produzione di Stellantis a Mirafiori. Il settore più in sofferenza è infatti quello dei mezzi di trasporto che complessivamente è calato del -4,4% e al suo interno registra la contrazione nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, e altri mezzi di trasporto. In diminuzione anche l’industria delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, della carta e stampa e della metallurgia e dei prodotti in metallo.

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LA CRISI DEI NEGOZI 

Il commercio fa segnare ancora un -1,4%. A crescere sostanzialmente solo il commercio di autoveicoli e la loro manutenzione/riparazione e il commercio on-line che con 1.520 imprese registra un +9,1%. In flessione invece tutti gli altri comparti, in primis il commercio ambulante (-3,5%) e il commercio al dettaglio in sede fissa (-2,9%). Guardando in dettaglio il commercio in sede fissa, la flessione più marcata si registra tra gli articoli culturali e ricreativi, dove la crisi ha colpito sia le edicole (-10,0%) e le cartolerie (-5,4%), sia i negozi di articoli sportivi (-1,9%). Calano anche i negozi di articoli di abbigliamento (-3,9%) e di calzature (-7,4%). Nei prodotti alimentari la flessione più marcata si registra nelle panetterie/pasticcerie (-6,7%), nelle macellerie (-2,6%) e nei negozi di frutta e verdura (-1,9%). Calano anche ferramenta (-5,2%) e negozi di mobili (-3,4%) e di utensili per la casa (-4,7%). Incremento delle farmacie (+3,6%), mentre i fiorai – che nel 2022 avevano segnato un aumento – nel 2023 registrano un calo del -4,9%.

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TURISMO IN CALO: BAR KO

Diminuiscono per il terzo anno consecutivo le imprese del turismo che con un -0,9% si attestano a 15.358. La flessione è imputabile in particolare ai bar che passano dai 5.767 del 2022 ai 5.593 del 2023 (-3,0%). Dal 2014 ad oggi, il torinese ha perso 1.150 bar ed esercizi assimilati. Per il secondo anno consecutivo i ristoranti (5.969) superano numericamente i bar e continuano a crescere (+0,6%). In flessione, dopo anni di incremento, i take-away (-1,3%).

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BOOM DI AFFITTACAMERE

Ottimo invece il trend dei servizi di alloggio (+3,4%), dove si registra il boom dei bed & breakfast e affittacamere (+10%) – che passano da 300 a 330 unità, mentre sono in lieve flessione gli alberghi (475; -0,4%).

AGRICOLTURA: CRESCE SOLO L’APICOLTURA

Continua la flessione del settore agricolo che nel 2023 registra un -1,9%. Diminuiscono tutte e due le attività più rappresentative del comparto, la coltivazione di cereali e l’allevamento di animali, soprattutto di bovini da latte, mentre tengono quelle di coltivazione ortaggi. In crescita l’apicoltura.

AUMENTANO CENTRI SPORTIVI, RSA E POMPE FUNEBRI. BENE ANCHE L’EDILIZIA

Nell’ultimo anno sono cresciuti ancora i servizi alle persone (+1,1%) e i servizi alle imprese (+0,7%). Ad aumentare sono soprattutto le attività sportive e di tempo libero, l’assistenza sanitaria e sociale, i centri estetici e i servizi di pompe funebri. 

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Per il quarto anno consecutivo cresce il settore delle costruzioni (+1%). Aumentano soprattutto le imprese di posa in opera di infissi, di vetri e quelle di tinteggiatura. Decrescono invece le attività di costruzione edifici e quelle di ingegneria civile. 

LE AREE PIU’ PENALIZZATE

Le aree più penalizzate sono quelle pedemontane, Val di Susa, Valli di Lanzo, Pinerolese e Carmagnola, che non riescono a risollevarsi. 

“Per il 2023 registriamo un tasso di crescita imprenditoriale ancora positivo, anche se le nuove iscrizioni sono al livello minimo mai registrato negli ultimi 15 anni. Continua la crisi del commercio e la contrazione dell’industria tradizionale, ma si conferma, anche guardando i dati degli ultimi 10 anni, la progressiva virata del tessuto torinese verso i settori dei servizi – commenta Dario Gallina, presidente della Camera di commercio Torino. – Preoccupa il marcato calo delle imprese giovanili: ricordo che per chi vuole aprire un’impresa sono numerosi i servizi di consulenza offerti dall’ente camerale, tutti rigorosamente gratuiti”.

I SERVIZI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TORINO PER LE IMPRESE

Il settore Nuove Imprese della Camera di commercio di Torino si occupa di favorire la nascita di nuove imprese attraverso un sistema integrato di servizi gratuiti finalizzati ad accompagnare l’aspirante imprenditore dall’idea alla realizzazione del progetto imprenditoriale.

Inizialmente si accede ad uno Sportello di primo orientamento dove attraverso un colloquio individuale vengono fornite informazioni su normative di settore, inquadramento giuridico, adempimenti amministrativi e costi legati all’avvio.

Successivamente, a seconda del livello di maturità dell’idea e alle esigenze informative emerse durante il colloquio, si offre la possibilità di accedere a servizi di assistenza specialistica, quali Impresa Informata, per l’approfondimento di alcuni temi specifici del fare impresa; Nilab, il laboratorio dove le idee prendono forma; Futurae, il programma per le imprese migranti; Erasmus per giovani imprenditori, il programma europeo di interscambio.

Particolare attenzione viene posta agli aspetti di natura finanziaria legati all’avvio di impresa e pertanto si realizzano attività di supporto nella ricerca di bandi di finanza agevolata, attività di educazione finanziaria per favorire una maggiore consapevolezza nella relazione banca-impresa o ancora informazioni su strumenti di finanza alternativa come il crowdfunding.

LA PREOCCUPAZIONE DI ASCOM CONFCOMMERCIO TORINO

Sui dati presentati dalla Camera di Commercio è intervenuta anche la presidente di Ascom Confcommercio, Maria Luisa Coppa: “La tendenza evidenziata dall’indagine della Camera di commercio – sottolinea Coppa – riflette il percorso evolutivo della città. Il negozio tradizionale è chiaramente in sofferenza, segnale di uno sviluppo verso forme innovative di commercio, a volte ibride, che contemplino, ad esempio, anche il digitale. Occorre però porre molta attenzione a questa fase di transizione, affinché non vengano snaturate le qualità intrinseche del nostro commercio in favore di omologazioni che finiscono per appiattire le proposte. Bisogna sostenere in questa fase soprattutto i giovani, per riportarli a fare impresa nei nostri settori con formule adeguate alle richieste del mercato. Anche i servizi stanno mutando pelle: il turismo sta facendo lievitare i numeri delle sistemazioni in Airbnb o bed and breakfast, mentre gli alberghi vivono una situazione di trasformazione importante. Anche qui c’è un’evoluzione in atto. Il gusto e le abitudini stanno cambiando: i turisti amano stare più a lungo in città e vogliono ‘viverla’, oltre che visitarla, ed ecco che una casa in affitto diventa uno spazio dove scegliere anche di consumare i pasti con prodotti delle nostre gastronomie o dei mercati. I cambiamenti in atto sono molteplici e importanti; chiediamo alle istituzioni di sostenere i nostri imprenditori in questa fase, tutelando le attività di qualità e mettendo finalmente in campo condizioni economiche e fiscali più eque e sostenibili”.



 

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