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C’è il fruttivendolo che ha ricevuto un piccolo prestito per poter riparare il suo furgone e acquistare anche la frutta da vendere nei mercati. C’è il padre con una concentrazione di impegni di spesa diversi che, nonostante un buon lavoro, non sapeva come onorare tutti quei costi improvvisi. C’è il commerciante che aveva il magazzino del negozio di alimentari completamente vuoto perché aveva impegnato i soldi per pagare tasse ed affitti e non sapeva come riempire gli scaffali. C’è la madre che necessitava di un aiuto per pagare il notaio e comprare la casa dove voleva andare a vivere con suo figlio dopo un lungo cammino di rinascita, che l’aveva prima fatta separare dal compagno violento, poi tornare a vivere con i suoi genitori, ed infine riprendere gli studi per partecipare ai concorsi per trovare il lavoro che finalmente le stava per dare la stabilità economica. Ma c’è anche la storia del venditore di intimo che a causa del freddo che tardava ad arrivare, non aveva venduto i pigiami pesanti acquistati e non sapeva come affrontare i pagamenti previsti.

Il libro “Ti presto fiducia”, edito da TS edizioni

Piccole tracce dietro le quali si nascondono storie, volti, persone che in un momento particolarmente fragile della loro vita hanno avuto bisogno di chiedere aiuto. Di sentire la fiducia di qualcuno.  Fiducia che hanno trovato in fra Andrea Tirelli, religioso francescano che in provincia di Foggia ha dato vita all’associazione “Tiprestofiducia”, che dopo alcuni anni di attività informali si è costituita nel 2020 con un gruppo di volontari e professionisti esperti per entrare nelle storie di chi chiede un prestito e pianificare insieme un percorso di restituzione delle somme nei tempi e nella misura più comoda. «Ovviamente, senza chiedere alcun tipo di interesse, ma affidandoci esclusivamente al rapporto di fiducia che si viene ad instaurare» spiega fra Andrea Tirelli che nel libro “Ti presto fiducia. Quando il microcredito ti salva la vita” (TS edizioni) racconta la storia e la filosofia «come sono andati i fatti, in maniera tale che altri gruppi, associazioni, realtà possano provare a rimettere in campo questa esperienza altrove».

Ma che cos’è il microcredito? Perché funziona? Come può risolvere situazioni di difficoltà? Tutte domande alle quali prova a dare una risposta il francescano, raccontando l’esperienza nata quando era padre guardiano di un piccolo convento in provincia di Foggia, che negli anni è crescita sempre di più, ponendo le sue basi a San Severo, dove il religioso oggi guida la parrocchia di San Bernardino.

Il nostro prestito ha come unica garanzia l’autenticità della persona, il riconoscimento dell’altro

— Fra Andrea Tirelli

«E’ innanzitutto un prestito che guarda in faccia il destinatario, perché non viene concesso sulla base di requisiti economici, documenti particolari, garanzie. Niente di tutto questo. Il nostro prestito ha come unica garanzia l’autenticità della persona, il riconoscimento dell’altro. Partiamo dall’ascolto della storia» dice fra Andrea «proviamo a verificare che questa storia sia reale, e adesso che abbiamo maggiore esperienza lo capiamo più facilmente. L’obiettivo dell’associazione è quello di sostenere con il micro-credito persone, piccole imprese, commercianti in difficoltà ma abili alla restituzione, che attraversano momenti di fatica economica. La nostra intuizione è stata giusta, perché sono tante le situazioni che abbiamo conosciuto e che stiamo accompagnando attraverso piccoli prestiti. Ma ci rendiamo conto che in tante circostanze questi piccoli prestiti sono risultati dei salva-vita». In alcuni casi, il microcredito ha anche evitato che il richiedente cadesse nelle mani di usurai o strozzini, ma soprattutto ha «contribuito a smascherare in diverse situazioni casi di ludopatia, che fa cadere anche nello strozzinaggio, che vanno accompagnate e seguite in modo più complesso per provare ad offrire una via di scampo a chi ha questo problema».

L’associazione, dunque, non regala somme di denaro ma effettua un vero e proprio prestito, tutto incentrato sulla fiducia. «E’ un vero e proprio prestito, vantaggioso per chi ne beneficia, perché non chiediamo interessi. Chiediamo che ci venga restituito quanto è stato dato in prestito, concordando i tempi e le modalità di rientro più adeguate per il beneficiario» spiega fra Andrea. In questi anni di storie il religioso foggiano e gli altri volontari ne hanno ascoltate davvero tante e non sempre i soldi prestati sono tornati indietro, con la finalità di alimentare il fondo cassa. «Abbiamo concesso oltre 140 prestiti. Non tutti sono stati onorati, purtroppo, ma il coefficiente di successo e quindi di ritorno supera il 70%, per cui siamo molto felici di questo. L’attività del prestito la iniziamo con chi ci rendiamo conto che è capace ed ha la volontà di restituire la somma, in caso contrario ci mettiamo a disposizione in altri modi».

I tre romanzi scritti da fra Andrea Tirelli per alimentare il fondo cassa del progetto

In base alle storie ascoltate e all’esperienza maturata, il prestito parte da un taglio di 500 euro, «taglio giusto per aiutare qualcuno. Non è una grossa somma ma può risolvere diverse situazioni e permettermi di espormi con più persone alla volta». Ma ci sono stati anche prestiti con tagli più alti, tutti alimentati dal fondo cassa che trova energia e linfa nei libri che il frate descrittore, come preferisce definirsi, ha scritto in questi anni. Dal ricavato delle vendite dei suoi libri – parliamo di migliaia di copie vendute nel corso di presentazioni, eventi, iniziative – è nato il fondo cassa diventando la base per i micro-crediti del sodalizio.  “Il viaggio di ritorno”, “Facciamo come possiamo”, “Con tutto l’amore che ho”, tutti titoli pubblicati da piccole case editrici del foggiano che hanno riscosso un grande successo.

In questi anni mi sono reso conto dell’urgenza di questo tema, di questo bisogno diffuso di tante persone di sentirsi ascoltati, riconosciuti nella fiducia e sostenuti economicamente

— Fra Andrea Tirelli

«In questi anni ho scritto romanzi e storie che parlano di vicende umane, attingendo a piene mani dai vissuti incrociati. Questa volta ho raccontato come è nata l’esperienza, per rimettere in fila alcune storie significative che hanno permesso all’associazione di migliorare il suo intervento. Ho sentito il bisogno di scrivere questo libro perché in questi anni mi sono reso conto dell’urgenza di questo tema, di questo bisogno diffuso di tante persone di sentirsi ascoltati, riconosciuti nella fiducia e sostenuti economicamente. Questi due aspetti non vanno disgiunti. Per cui questo volume è un po’ il tentativo di far gemmare questo progetto in altri luoghi. La nostra finalità è di spingere altra gente a fare questa cosa, a replicarla in altre parti d’Italia».

La nascita dell’associazione è avvenuta ufficialmente nel 2020

Un’esigenza spinta anche dal fatto che «quando si pensa alla persona destinataria di questo beneficio» prosegue fra Andrea «di norma si pensa ad una persona in difficoltà, invece è un problema che in questo tempo storico è molto più vicino a tanta gente. In questi anni mi è capitato di aiutare tanta gente con profili familiari ed economici molto solidi, che però si è trovata ad attraversare questa situazione». A curare la prefazione del libro è stato don Luigi Ciotti, fondatore e presidente dell’associazione Libera. «Esperienze come quella sul “microcredito” promossa da Andrea Tirelli con l’associazione Tiprestofiducia a San Severo e nel foggiano, sono semi preziosi per innescare un cambiamento che ormai non è solo necessario ma urgente, se vogliamo riportare l’economia alla sua originaria dimensione ecologica e le società umane al loro nucleo, altrettanto originario, di comunità della fratellanza e della prossimità. Comunità in cui la giustizia sociale è promozione di speranza e garanzia di vita».

Quello che appare certo, però, è che più è alto l’investimento maggiore è rendimento. Che tradotto da fra Andrea vuol dire: «Più è alta la tua capacità di essere sincero nella narrazione del tuo bisogno, più efficace sarà il risultato che conseguirai». E come scrive nel libro, questa esperienza di servizio nei confronti di chi chiede fiducia gli ha insegnato tante cose. «Primo, a non volgere mai le spalle a chi ti chiede. Se uno chiede a te e perché sa che tu puoi dare. Secondo, a fidarmi di Dio nel fare il bene sapendo che il bene è tale quando fa tremare i polsi non quando è un gesto abitudinario. Terzo, che se dai fiducia a qualcuno in difficoltà gli salvi la vita. Quarto, che quando l’azione è buona trova disponibili le persone buone e apre varchi anche dove la burocrazia potrebbe trovare intoppi. Quinto, il bene fa più bene a chi lo fa e la sincerità premia sempre».



 

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