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A cosa si applica e come funziona lo stralcio dei debiti tributari e delle sanzioni fino a 1.000 euro; quali voci sono escluse e perché; come controllare.

Parecchi lettori che hanno avuto problemi con la riscossione esattoriale – nonostante le passate edizioni della rottamazione, saldo e stralcio e del decreto volgarmente chiamato “strappa-cartelle”, che ha eliminato automaticamente gli importi debitori al di sotto dei 1.000 euro – si rivolgono a noi perché il carico compare ancora. In effetti l’eliminazione non riguardava tutti i tipi di debiti. E allora, quali cartelle sotto i mille euro sono state cancellate e quali, invece, rimangono da pagare? Ora ti diciamo tutto quello che c’è da sapere in proposito.

Quali debiti fino a 1.000 euro sono stati stralciati?

Innanzitutto, lo stralcio dei debiti al di sotto dei 1.000 euro riguarda solo i carichi affidati all’Agenzia Entrate Riscossione. Rimangono, pertanto, esclusi tutti i debiti con gli Enti locali (Comuni, Province e Regioni) che sono convenzionati con altri Concessionari per la riscossione dei propri tributi e che, nella propria autonomia normativa, non hanno adottato provvedimenti analoghi a quelli nazionali.

Ecco perché molti debiti per tributi locali – come l’Imu e la Tari, tasse che vengono applicate dai Comuni, o il bollo auto, che è di competenza delle Regioni – compaiono ancora.

Per avere la situazione precisa, bisogna consultare il sito istituzionale dell’Ente per verificare se esso ha aderito o meno allo stralcio stabilito a livello nazionale (il termine ultimo per decidere in tal senso è scaduto il 31 marzo 2023). In caso negativo, il debito – anche se al di sotto dei 1.000 euro – non è stato cancellato.

A quale periodo si riferiscono i debiti al di sotto dei 1.ooo euro?

In secondo luogo, lo “strappa-cartelle” nell’edizione vigente – quella approvata con la legge di Bilancio 2023 (L. n. 197/2022) e poco tempo dopo estesa dal decreto Milleproroghe ((L. n. 14/2023 di conversione del D.L. n. 198/2022) – è riferito solo ai carichi fine a 1.000 euro più antichi, e precisamente quelli iscritti nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2015. Quindi permangono integri i debiti – tributari e non, come le multe stradali o i contributi previdenziali Inps – più recenti, a partire dal 2016.

Va ricordato che per effetto del precedente decreto sulla rottamazione dei ruoli esattoriali (D.L. n. 119 del 23.10.2018) i debiti fino a 1.000 euro affidati ad Agenzia Entrate Riscossione dall’anno 2000 fino al 2010 compreso erano già stati annullati, mentre quelli entro tale soglia che erano stati affidati ancor prima del 2000 – e dunque riferiti a tutte le epoche sino al 31 dicembre 1999 – erano già stati cancellati con la legge di Bilancio 2013 (L. n. 228 del 24.12.2012).

Pertanto, mentre è impossibile trovare ancora presenti, nella situazione debitoria elaborata da Agenzia Entrate Riscossione questi carichi più antichi, è ben possibile, invece, rinvenire la presenza di debiti anche di piccolo importo ma più recenti, dal 2016 in poi: su di essi nessun provvedimento di cancellazione è finora intervenuto.

Se una cartella contiene più debiti, come si calcola la soglia dei 1.000 euro?

Inoltre, il limite di mille euro, al di sotto del quale opera lo stralcio e dunque la cancellazione del debito, non è riferito all’importo complessivo della cartella, bensì – come ha precisato l’Agenzia delle Entrate in una circolare [1] – agli importi dei «singoli carichi» in essa contenuti.

Bisogna precisare che ogni cartella di pagamento può contenere una pluralità di carichi iscritti a ruolo (ad esempio, tributi erariali, multe stradali, sanzioni amministrative, tasse automobilistiche, ecc.) e tutti quelli che, singolarmente considerati, non superano (alla data di riferimento del 1° gennaio 2023) la soglia limite di 1.000 euro vengono annullati automaticamente.

L’Agenzia delle Entrate ha provveduto in tal senso entro la data del 30 aprile 2023, e pertanto i carichi risultanti dalla situazione debitoria dei contribuenti sono stati già “depurati” d’ufficio di tali voci.

A quali voci si applica l’annullamento fino a 1.000 euro?

Infine, l’ultimo annullamento (quello stabilito con la legge di Bilancio 2023) è soltanto parziale, in quanto si riferisce agli interessi di mora o per ritardata iscrizione a ruolo e alle sanzioni: non anche al capitale, ai diritti di notifica e all’eventuale rimborso spese per le procedure cautelari ed esecutive (fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti) intrapresi dall’Agenzia Entrate Riscossione. Queste voci debitorie rimangono intatte e non sono state cancellate.

Attenzione: per le multe stradali, ossia per le infrazioni al Codice della strada, le sanzioni applicate sono considerate come somme dovute a titolo di capitale, e perciò non vengono stralciate: la cancellazione opera, invece, per le sanzioni tributarie, che sono in partenza distinte dall’imposta base dovuta.

Approfondimenti

Per ulteriori informazioni, anche relative ai modi per eliminare, rateizzare o ridurre debiti superiori alla soglia di mille euro ciascuno e per i quali non opera la cancellazione automatica, leggi:

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