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Quanto prenderà Luigi Di Maio di vitalizio? Il dopo elezioni è fatto sia di commenti relativi a chi ha vinto, sia di commenti relativi a chi ha perso. Ci si diverte, tra l’altro, anche a vedere quali sono gli esclusi, soprattutto i nomi eccellenti (qui la lista completa). Sebbene l’attuale legge elettorale sia talmente generosa da consentire, tramite un “paracadute“, a molti di essere ripescati. E’ il caso di Cottarelli o Carfagna, per esempio.

Non ce l’ha fatta Luigi Di Maio, irriso dai Social. Il vate della povertà abolita, infatti, si era come noto distaccato dal Movimento cinque stelle, al fine di restare fedele all’agenda Draghi. Fondando tanto di nuovo partito, Impegno civico, aiutato da un decano della politica quale Bruno Tabacci, democristiano Doc. Tuttavia, la neonata formazione politica ha acquisito solo lo 0,6%.

Comunque, l’ex Ministro del Lavoro e degli esteri potrà consolarsi. Quanto prenderà Luigi Di Maio di vitalizio?

Qual è il vitalizio di Luigi Di Maio?

Non ci sono ancora cifre ufficiali, ma si può partire da come funzionano i vitalizi adesso. Come spiega Virgilio, il vitalizio dei parlamentari è stato radicalmente modificato nel 2012, per effetto della Spending review messa in atto dal governo tecnico guidato da Mario Monti. E così, per effetto di ciò, esso viene calcolato sulla base di contributi versati e lo si ottiene a partire dai 65 anni, nel momento in cui si va in pensione.

Si può dire, quindi, che la pacchia è almeno in parte finita. Fino ad allora, infatti, i parlamentari, a prescindere dall’età anagrafica, percepivano una pensione fin da subito finito il mandato. Sebbene già erano state apportate delle modifiche in senso restrittivo, anche sull’onda della lotta anti-casta che ad inizio millennio era iniziata.

Secondo l’ultima modifica prima del 2012, dalla XVI legislatura e fino al 31 dicembre 2011 la base di calcolo era compresa tra il 20% e il 60% dell’indennità parlamentare, raggiungibile con 15 anni di mandato parlamentare.
Dal 2012, il vitalizio viene calcolato sulla base del 33% dell’indennità parlamentare lorda: l’8,8% è a carico del parlamentare, il 24,2% resta a carico dell’Assemblea Elettiva. Nel 2019 è arrivata l’ultima modifica: ricalcolo retroattivo con il sistema contributivo anche per gli anni di mandato fino al 31 dicembre 2011. Cosa che ha scatenato la protesta di molti, tra cui Cicciolina. Come detto, occorre poi raggiungere l’età pensionabile.

Ad onor del vero, proprio i Cinquestelle hanno tentato di abolire i vitalizi. Non riuscendovi per l’affossamento degli altri partiti. Inoltre, c’è un’altra regola vergognosa: il vitalizio non si esaurisce con la morte del parlamentare ma viene erogato anche ai suoi eredi. Vale a dire, prima di tutto i coniugi, ma oltre ad essi anche i figli e le figlie dei parlamentari continuano a percepire il vitalizio dei genitori. E, se non bastasse, il pagamento viene erogato anche a fratelli e sorelle.

Poi non ci si sorprenda se c’è la disaffezione della politica e l’alto astensionismo…

Quanto prende Di Maio di vitalizio?

Veniamo al reddito di Luigi Di Maio, che farà da base di calcolo per il vitalizio. Money ha ripreso le varie dichiarazioni dei redditi dell’ex pentastellato riportati sul sito della Camera.

Partendo da quanto percepiscono i deputati, essi hanno diritto a un’indennità lorda di 11.703 euro. Al netto sono 5.346,54 euro mensili più una diaria di 3.503,11 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. Ad essi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti.

Luigi Di Maio, come impone la regola del M5S, al fine di dare un supporto al Microcredito, si è decurtato puntualmente lo stipendio. Rinunciando anche ad alcune voci tra i rimborsi: in totale finora il ministro ha restituito ad agosto 2020 ben 223.096,14 euro. Mentre altri non lo hanno fatto, soprattutto chi poi è andato via prima di lui.

Quando è entrato per la prima volta in Parlamento, nel 2013, ha dichiarato un reddito pari a zero (quello del 2012 quindi). Dal 2014, quindi da quando ha iniziato ad incassare lo stipendio da deputato, ha dichiarato 82.379 euro, per poi stabilizzarsi a 98.471 euro per tutti gli anni a venire fino alla dichiarazione del 2021.

Dunque, in conclusione, salvo future e clamorose leggi retroattive da qui a quando ne avrà diritto, Di Maio percepirà un discreto vitalizio. Il quale però non è certo paragonabile a quello percepito dai parlamentari prima del 2012. Inoltre, ha restituito puntualmente una parte dei suoi emolumenti come previsto dal regolamento pentastellato, in favore del Microcredito.

Nell’immediato, il beneficio più grande ottenuto dalla politica è stato sicuramente un lauto stipendio a fronte della disoccupazione in cui versava prima (a parte i lavoretti noti irrisi dai Social), oltre che un curriculum che potrà essere spendibile presso aziende importanti, avendo ricoperto l’incarico di Ministro degli esteri (a quale titolo è ancora da capire). Infine, avendo meno di 40 anni, ha ancora tutta una carriera politica avanti. Specie in un paese come l’Italia dove la classe politica e dirigente ha una età media jurassica.

Insomma, ha sconfitto sicuramente la sua povertà, ma, in fondo, anche quella di tanti.

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