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Nel corso degli ultimi anni Bill Gates non ha puntato soltanto su tecnologia, new economy e innovazione, ma sul più tradizionale tra gli asset: la terra. Il fondatore di Microsoft è diventato il maggior proprietario individuale di terreni agricoli negli Stati Uniti con la cifra record di 120.000 ettari in 19 Stati diversi. Il ritorno all’agricoltura non è solo una strategia speculativa: in Italia i giovani imprenditori crescono esclusivamente nei campi, frutto anche delle agevolazioni del settore. Coldiretti rivela che tra le imprese guidate da under 35, l’unico segmento che fa segnare il +1% di crescita, in controtendenza rispetto al crollo (-13%) di tutti gli altri, è quello agricolo.

 

Perché investire nei terreni agricoli

Mercato in crescita, oltre che investimento sicuro e redditizio, i terreni agricoli attirano sempre più giovani. Ad oggi si contano oltre 55.000 imprenditori sotto i 35 anni che tra crisi, pandemia e guerra, hanno deciso di tornare alla terra. Le principali destinazioni d’uso dei terreni agricoli sono la coltivazione e l’allevamento (dalla vendita diretta dei prodotti alle trasformazioni associate), la produzione di energie rinnovabili, l’agriturismo, le fattorie didattiche e gli agriasilo, l’agribenessere e l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti.

Investire in terreni agricoli non significa soltanto diversificare il portafoglio, ma pure produrre beni di prima necessità e ottenere benefici ambientali, avere un rendimento stabile e costante nel corso del tempo, combattere l’inflazione e possedere un bene tangibile indice di ricchezza e impermeabile alle difficoltà e agli imprevisti legati a fattori esterni. Naturalmente prima di investire in un terreno agricolo è consigliabile richiedere la consulenza di un esperto che può valutare i fattori di rischio e analizzare aspetti cruciali come storia e qualità dell’appezzamento, condizioni locali legate alla zona in cui sorge la terra ed eventuali problematiche legali.

L’agricoltura italiana è al primo posto nella classifica per il maggior valore aggiunto in Europa con 522 miliardi di vendite. La domanda dei terreni è in aumento mentre l’offerta è scarsa: questa dinamica produce una crescita del valore del terreno e un’inflazione nei prezzi dei prodotti agricoli. Il prezzo medio di un ettaro di terreno in Italia è di 20.900 euro, ma questa cifra oscilla al rialzo (ad esempio nei vigneti dei grandi vini del Nord, dove si arriva persino a 1,5 milioni di euro) o al ribasso (al Sud e nelle isole) a seconda della zona territoriale di riferimento. Considerando che la dimensione media di un’impresa agricola italiana è di undici ettari, il costo d’ingresso sul mercato per un agricoltore diventa spesso e volentieri proibitivo.

Un primo passo per chi vuole investire nella terra e non ha sufficiente liquidità è prendere in affitto un terreno da chi lo possiede ma non ha particolari competenze agronomiche o piani e interessi economici nel suo sviluppo. In questi casi, il proprietario affitta al conduttore l’appezzamento e quest’ultimo paga un canone di locazione (in denaro o in natura con una parte di raccolto) come da contratto. Il proprietario può inoltre servirsi di una significativa agevolazione fiscale: l’affitto di un terreno non è considerato ai fini dell’IRPEF e quindi non si pagano le tasse sul canone di locazione.

In una situazione attuale di grande incertezza economica e di alta inflazione, investire nei terreni agricoli potrebbe essere un’ottima soluzione. Ecco spiegate tutte le ragioni

 

Le agevolazioni per chi vuole comprare terreni agricoli

Per superare le difficoltà legate all’accesso alla terra e al credito, due elementi che ostacolano la crescita del settore e delle giovani imprese agricole, l’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) ha lanciato la Banca delle Terre Agricole, istituita con la Legge n. 154 del 28 luglio 2016. Alimentata sia con i terreni derivanti dalle attività fondiarie gestite dall’Istituto, sia da quelli appartenenti a Regioni e province autonome o altri soggetti pubblici interessati a dismettere i propri campi per abbandono dell’attività produttiva e prepensionamento, questo inventario delle terre abbandonate mette ogni anno all’asta migliaia di ettari per agevolare l’incontro tra domanda e offerta.

Sul sito ufficiale della BTA, giunta nel 2023 alla sesta edizione, è presente una mappa dei terreni disponibili in tutta Italia, venduti a corpo e non a misura per un totale di 20.000 ettari. Con pochi clic si cerca il terreno più vicino alla propria residenza o alla sede aziendale, si compila una manifestazione d’interesse e si presenta un’offerta ufficiale. Chi risulta in possesso dei requisiti di partecipazione è invitato a passare alla procedura competitiva con il sistema della vendita senza incanto. L’accesso alla banca è gratuito e aperto a tutti, ma l’ISMEA favorisce soprattutto gli imprenditori giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni che possono ottenere una rateizzazione del prezzo d’acquisto fino a 30 anni.

Un’altra agevolazione per i giovani imprenditori è Generazione Terra, il bando sempre dell’ISMEA che finanzia fino al 100% del prezzo l’acquisto di terreni da destinare ad impresa agricola. Questa misura si rivolge agli under 41 che vogliono ampliare o consolidare la superficie della propria azienda con l’acquisto di un terreno e agli startupper che intendono avviare un’attività imprenditoriale nell’ambito dell’agricoltura. L’intervento finanziario massimo è di 1,5 milioni di euro per imprenditori e startupper con esperienza (sotto i 41 anni) e di 500.000 euro per gli startupper con titolo (under 35). La durata del finanziamento è fino a 30 anni, di cui al massimo 2 di preammortamento. Altrimenti, è sempre possibile cercare e trovare terreni per progetti a breve o a medio-lungo termine a prezzi convenienti tra gli appezzamenti finiti all’asta da procedimenti giudiziari o fallimentari.

 

Terreni agricoli: detrazioni fiscali e bonus

I coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli under 35 hanno una detrazione del 19% delle spese sostenute per il canone d’affitto dei terreni. Il limite è di 80 euro per ogni ettaro affittato fino a un importo massimo di 1.200 euro annui. Dal 2016, tutti gli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti possono sfruttare l’esonero dal pagamento dell’IMU agricola per i terreni (indipendentemente dalla loro ubicazione) utilizzati per finalità agro-silvo-pastorali, silvicoltura, funghicoltura e allevamento di animali. Sono invece obbligati al pagamento dell’imposta il proprietario del terreno (o il titolare di un altro diritto reale: usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie), il locatario in caso di leasing e il concessionario in situazioni di concessione di aree demaniali.

Infine, è possibile approfittare dei numerosi ecobonus ed incentivi pubblici in materia per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra su area agricola e su tetti e coperture di stalle e capannoni (il Decreto del Ministero dell’Agricoltura del 25 marzo 2022 è disponibile in Gazzetta Ufficiale), per il Parco Agrisolare parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e per la costruzione di impianti di biometano. In questo caso, il riferimento è il Decreto ministeriale del 15 settembre 2022.



 

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