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Foto di annca da Pixabay

Detraibili le spese per le riqualificazioni, sostenute dal 1° gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2035

(Rinnovabili.it) – Un Superbonus in base al reddito, con detrazione pari al 100% e valido per ripagare le spese dei lavori di riqualificazione e messa in sicurezza antisismica sostenute fino al 2035. Sono questi i contenuti della proposta di legge approdata in Commissione Finanze alla Camera e che vorrebbe riportare in vita una delle principali detrazioni fiscali per l’edilizia, associandola agli obiettivi da raggiungere per adeguare il nostro patrimonio immobiliare alle richieste della Direttiva sulle Prestazioni energetiche degli edifici (Case Green).

La proposta di legge, con primo firmatario l’on. Gusmaroli, prova a sfondare il muro dell’insostenibilità del Superbonus 110% creando nuove sottocategorie di accesso che privilegino coloro che hanno reddito ISEE più basso, ma anche gli interventi più premianti dal punto di vista energetico. Ricordiamo che la revisione della Direttiva Case Green prevede che tutti gli edifici residenziali risultino almeno in classe E entro il 2030.

In ultimo, ma non meno importante, la proposta di legge vuole rendere strutturale il Superbonus 100 per cento per le ristrutturazioni edilizie, ma seguendo una modalità sostenibile per la finanza pubblica.

Il Superbonus in base al reddito con detrazione al 60 per cento

Il primo articolo della proposta di legge è finalizzato al raggiungimento almeno della classe di prestazione energetica E degli edifici entro il 2035 e della classe di prestazione energetica D entro il 2040. La detrazione dall’imposta lorda indicata nella dichiarazione dei redditi è pari al 60% delle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2035 e fino ad un valore massimo della detrazione di 100.000 euro. La detrazione fiscale è da ripartire in 10 quote annuali di pari importo.

Quanto deve essere il reddito Isee per avere il Superbonus 100 per cento?

La proposta di legge va oltre. Considerando che i bonus edilizi hanno rappresentato un ottimo volano per l’economia del paese e nell’ottica di rendere la misura incentivante accessibile a tutti, il progetto propone di coprire il 100 per cento delle spese grazie ad un Superbonus in base al reddito.

Chi ha un Isee basso potrebbe sfruttare il Superbonus 100 %, ma solo a condizione che si presentino tutta una serie di requisiti:

  • che gli interventi riguardino l’abitazione principale;
  • che gli interventi siano eseguiti da contribuenti con reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro annui, innalzato in base al numero dei componenti del nucleo familiare;
  • che gli interventi riguardano edifici di classe di prestazione energetica G, con obbligo di raggiungere la classe E entro il 2035.

Un Fondo da 20 milioni per gli incapienti e riattivazione della cessione del credito

Nella proposta di legge si ipotizza poi la creazione di un Fondo, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, con una dotazione di 20 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023. I destinatari del Fondo sarebbero i soggetti rientranti nelle condizioni reddituali di cui all’articolo 119, commi 8-bis e 8-bis.1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 “Decreto Rilancio”. Questi stessi soggetti potranno utilizzare le opzioni alternative alla detrazione diretta, quali sconto in fattura e cessione del credito in quote annuali pari al numero degli anni di rimborso del beneficio fiscale nella dichiarazione dei redditi.

Come faccio a sapere se sono incapiente?

Per conoscere la propria capienza fiscale è sufficiente prendere la dichiarazione dei redditi e individuare il rigo relativo all’imposta lorda (rigo 16 per il 730, o rigo RN 5 per modello redditi PF ex Unico). Se l’importo è positivo significa che il soggetto ha capienza fiscale, la cifra dovrà però essere sufficiente a coprire la rata annua della detrazione.

Finanziamenti dagli istituti finanziari

Il terzo articolo della proposta di legge permette alle Banche o agli intermediari di finanziare i contribuenti incapienti mediante i crediti ricevuti in garanzia. Questi istituti non potranno cedere a terzi il credito eventualmente ricevuto dal committente o appaltatore.

Alla maturazione annuale del credito ricevuto, le Banche potranno procedere alla compensazione, mediante modello di pagamento unificato F24, dei propri crediti e debiti nei confronti dei diversi enti impositori (Stato, INPS, enti locali, INAIL, ENPALS) oppure di chiederne il rimborso in non meno di tre rate annuali, maggiorate dell’interesse legale annuo.
Le modalità operative saranno poi definite dall’Agenzia delle Entrate in accordo con l’ABI.

 

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