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Procedura passo passo del contratto di cessione credito a Poste Italiane: bonus ristrutturazione, abbattimento barriere 75%, ecobonus, superbonus e sismabonus.

 

A partire dal 3 ottobre 2023 è possibile cedere nuovamente il credito derivante dai bonus edilizi a Poste Italiane, solo da persone fisiche che cedono crediti diretti (prime cessioni). Ciò significa che, se il credito arrivasse da un’altra cessione (incluso sconto in fattura), non potrebbe essere acquisito da Poste.

Molti scelgono Poste italiane per:

Ahimè, l’offerta ha anche delle pecche, che a mio parere sono:

    • non è previsto il prestito ponte da parte di Poste, ma solo un finanziamento su una generica ristrutturazione! Quindi, prima dovrai sborsare la spesa per i lavori, o una parte di essa, per poi fartela restituire;
    • dovrai ricercare un commercialista o un CAF che apponga il visto di conformità, e un tecnico che asseveri la congruità dei prezzi. Questi documenti andranno inviati a Poste.

Ti ricordo che, con il decreto-legge 11/2023, potrai beneficiare della cessione del credito solo qualora avessi già avviato l’iter autorizzativo comunale (CILAS, CILA, SCIA o Permesso di costruire) prima del 17 febbraio 2023.

Importo massimo cedibile

L’importo massimo cedibile è pari a 50 mila euro per cliente, anche tramite più cessioni, fermo restando che il totale dei crediti ceduti dallo stesso cliente a Poste Italiane, comprensivo di quelli ceduti anteriormente alla data di riapertura del servizio, non può superare il limite di 150 mila euro.

Di seguito alcuni esempi esplicativi:

Esempio 1: cliente che non ha mai ceduto nulla a Poste Italiane. Può cedere fino ad un massimo complessivo di 50.000 euro di crediti d’imposta in una o più pratiche di cessione.

Esempio 2: cliente che prima della riapertura del Servizio ha ceduto 90.000 euro di crediti d’imposta a Poste Italiane. Può cedere fino ad un massimo complessivo di 50.000 euro di crediti d’imposta in una o più pratiche di cessione raggiungendo un massimo ceduto a Poste Italiane di 140.000 euro.

Esempio 3: cliente che prima della riapertura del Servizio ha ceduto 120.000 euro di crediti d’imposta a Poste Italiane. Può cedere fino ad un massimo complessivo di 30.000 euro di crediti d’imposta in una o più pratiche di cessione raggiungendo un massimo ceduto a Poste Italiane di 150.000 euro.

Esempio 4: cliente che prima della riapertura del Servizio ha ceduto 150.000 euro di crediti d’imposta a Poste Italiane. Non può cedere nulla a Poste Italiane in quanto ha già raggiunto il limite di 150.000 euro con le cessioni liquidate anteriormente alla riapertura del servizio.

Come ti accennavo, uno dei punti deboli dell’offerta di Poste, è la maggior percentuale di credito trattenuto:

Offerta bonus ordinari e superbonus

Vediamo l’offerta di Poste Italiane:






Superbonus: acquisto crediti fiscali per persone fisiche e condomini

€ 94 per ogni 110 € di credito fiscale acquistato

(recupero in 4 anni)

Sismabonus e bonus abbattimento barriere 75%

€ 84,5 per ogni 100 € di credito fiscale acquistato

(recupero in 5 anni)

Ecobonus  65%, Bonus ristrutturazioni 50%, facciate ecc.

€ 70 per ogni 100 € di credito fiscale acquistato

Passiamo ai potenziali crediti che accetta Poste:

Bonus cedibili

 Ai sensi dell’art. 121 del DL n. 34/2020, i bonus che potrai cedere a Poste sono:

      • Superbonus, ripartito in 5 quote annuali o in 4 quote annuali per le spese sostenute nel 2022.
      • Ecobonus ordinario (efficienza energetica e installazione di impianti fotovoltaici), ai sensi dell’art. 14 del DL n. 63/2013 e dell’art.16-bis, comma 1, lettera h) del Tuir, ripartito in 10 quote annuali;
      • Sismabonus ordinario (misure antisismiche), ai sensi dell’art. 16, commi da 1-bis a 1-septies del DL n. 63/2013, ripartito in 5 quote annuali;
      • Ristrutturazione (recupero patrimonio edilizio), ai sensi dell’art. 16-bis, comma 1, lettere a) e b), del Tuir, ripartito in 10 quote annuali;
      • Recupero o restauro facciate, ai sensi art. 1, comma 219 e 220, della L. n. 160/2019, ripartito in 10 quote annuali;
      • Installazione di colonnine  per  la  ricarica  dei  veicoli  elettrici, ai sensi dell’art.16-ter del DL n. 63/2013, ripartito in 10 quote annuali;
      • Eliminazione delle barriere architettoniche, ai sensi dell’art. 119-ter del Decreto Rilancio, a fronte di spese sostenute dal 1° gennaio 2022, ripartito in 5 quote annuali.

 

Procedura di cessione

Passiamo al vantaggio più rilevante. Come ti accennavo, la procedura di cessione è più snella di tutti gli altri intermediari!

Vediamo gli step per ottenere i soldi sul conto corrente:

1. Pagamento mediante bonifici parlanti

Dopo aver aperto una pratica edilizia comunale, se necessaria, dopo aver fatto redigere la congruità dei prezzi al tuo professionista, dovrai liquidare le imprese e i fornitori mediante bonifico parlante. E’ una procedura molto semplice, che ho voluto illustrare tramite un video.

Fatto ciò, per ottenere i soldi anticipati, dovrai interfacciarti con le Poste, e se non fossi un correntista, dovrai aprirti un conto Bancoposta.

2. Apertura di un conto corrente

Come ti dicevo, per cedere a Poste, ti dovrai aprire un conto corrente BancoPosta presso una loro filiale, presentandoti munito di documento d’identità valido e Codice Fiscale.

Dopodiché, dovrai richiedere le credenziali di accesso all’Internet Banking per effettuare il contratto online.

3. Contratto di cessione online

Il contratto di cessione dei crediti puoi realizzarlo solo online tramite l’internet banking.

Scrivi sul browser (Google, Internet explorer, Safari ecc.): “Poste Italiane”. Dopodiché, dovrai cliccare su “Area Personale” in alto a destra ed inserire le credenziali.

poste italiane accesso cessione credito

Una volta entrato nell’area personale dovrai accedere a “Cessione bonus fiscali“. Successivamente, dovrai confermare la tua identità tramite SPID.

Poi dovrai cliccare su “Richiedi una cessione“.

A questo punto, ti si aprirà una schermata da cui poter scaricare la guida sulla procedura. Ci sono io, quindi non ti occorre. Clicca su “Inizia”. Poi dovrai confermare i tuoi dati anagrafici. Successivamente dovrai indicare la mail sulla quale le Poste ti invierà le comunicazioni. Proseguiamo!

La procedura ti richiede se possiedi un codice convenzione di 6 caratteri con le Poste, fornito magari dall’azienda o dall’ente con cui lavori. Io non ho mai conosciuto nessuno che disponesse di ciò, andiamo avanti.

compilazione contratto cessione poste

Eccoci, siamo arrivati nella zona calda. La prima cosa da scegliere è la detrazione da cui deriva il credito che intendi cedere a Poste: Superbonus,  ecobonus ordinario (in questo secondo caso, dovrai inserire la somma di tutti gli ecobonus a cui hai aderito, ad esempio la somma dei crediti per la sostituzione degli infissi, quelli della caldaia, della building automation e così via). Proseguendo, vengono elencate le altre possibili opzioni: sismabonus ordinario, colonnine, facciate, il più utilizzato, il bonus ristrutturazione e le barriere architettoniche al 75%. Quindi, se volessi cedere i costi derivanti da più bonus, ovviamente dovrai frazionare le spese e segnalarle a Poste già suddivise.

 

 

Scelto l’incentivo, il codice tributo verrà inserito in automatico.

Proseguendo, il sistema ti chiederà se si tratta di una prima cessione. Questa richiesta crea spesso il panico. Specialmente per chi non cede tutto alla fine dei lavori, ma in più volte, anche durante i lavori.

La prima cessione si verifica quando il credito d’imposta viene ceduto per la prima volta dal beneficiario originario della detrazione. Le Poste non si riferiscono al fatto che tu stia cedendo una seconda o terza tranche di spesa sostenuta, bensì se questa cifra che stai cedendo ti è stata ceduta a sua volta da un altro soggetto. E’ il caso ad esempio delle imprese che applicano lo sconto in fattura e il cliente gli cede il credito derivante da spese edili. E, successivamente, l’impresa cede quel credito del cliente alle Poste. In questo caso si tratta di un secondo trasferimento dello stesso credito. In soldoni, se tu fossi un privato, quasi sempre si tratterebbe di una prima cessione.

cessione poste ristrutturazione superbonus facciate ecobonus

A questo punto, occorre inserire il credito che intendi cedere a Poste.  Facciamo un esempio, immagina di spendere 5.000 € per l’acconto del rifacimento del bagno e di sfruttare il bonus ristrutturazione al 50%. Arrivati a questo punto, dovresti scrivere 2.500 €, il 50% della spesa sostenuta, di 5.000 €. Se, per terminare il bagno, tra qualche mese spendessi ulteriori 6.000 €, dovresti realizzare un nuovo contratto, il cui credito ceduto sarebbe di 6.000/2= 3.000 €.

Giuliano mi ha richiesto anche un esempio sul Superbonus 110%. Giuliano, immagina di spendere 5.000 € per l’acconto della fornitura del cappotto. Nella prima casella, importo da cedere, dovrai scrivere 5000 x 1,1= 5.500 €.

Attenzione, per uno stesso bonus, non potrai richiedere la cessione di una seconda tranche di spesa fintantoché non ti verrà liquidata la prima. Quindi, calcola bene quale cifre cedere e in che momento.

L’importo deve essere arrotondato, per eccesso se dopo la virgola avessi 50 centesimi o più, altrimenti per difetto. Quindi, 1.000,51 diventano 1.001 €, 1.000,49 diventano 1.000 €.

Passiamo al numero di rate residue e il primo anno fiscale. Come saprai, alcune spese vengono restituite dall’Agenzia delle Entrate in 10 anni, come quelle ricadenti nell’ecobonus ordinario e nel bonus ristrutturazione, altre in 5 anni come quelle relative al superbonus o al sismabonus.

Quindi, se tu volessi cedere le spese con recupero in 10 anni, dovrai segnalare la volontà di cedere i prossimi 10 anni, quindi le prossime 10 rate. Mentre, se per esempio avessi realizzato delle spese nel 2022 e nel 2023 avessi portato la prima rata in detrazione dalle tasse invece di cederla, dovresti segnalare 9 rate.

L’anno di riferimento, è il primo anno da cui partono le rate indicate. Come sai, se spendi quest’anno, il primo anno da cui potrai detrarre le spese è l’anno prossimo.

Poi, se non avessi altri bonus da cedere dovresti cliccare su “calcola importo”.

Poste non offre più la possibilità di “aggiungi altro credito” se avessi altre spese relative ad altri bonus da cedere. In questo caso, dovresti realizzare un nuovo contratto relativo ad un’altra tipologia di bonus.

Cliccando su calcola importo, le poste ti segnaleranno la cifra che ti verseranno sul conto, anche rata per rata. Clicca su prosegui e conferma il numero di conto su cui verrà liquidato il credito. Leggi i contratti, firma e infine, clicca su conferma per scaricare i documenti. 

Strano ma vero, la procedura di contratto è terminata. A questo punto, ti sei impegnato a cedere questi crediti a Poste. Passiamo allo step successivo

4. Caricamento documenti: 1 fase

Entro 10 giorni lavorativi dal contratto di cessione, dovrai effettuare nuovamente il login su Poste.it, cliccando su: “Cessione bonus fiscali” e successivamente confermando la tua identità tramite SPID.

Invece di cliccare nuovamente su richiedi cessione, dovrai selezionare l’icona “carica documenti” nel riquadro “Le tue pratiche”.

caricamento poste cessione

 

Verrai catapultato nell’elenco della documentazione che dovrai fornire (mediante upload di ogni documento in formato PDF di dimensione massima di 2,5 MB) al fine di permettere a Poste Italiane di verificare la congruenza della documentazione:

1. copia dell’asseverazione relative ai lavori eseguiti cui fa riferimento il credito d’imposta che si propone di cedere a Poste Italiane (per interventi di efficientamento energetico o per interventi antisismici o di congruità delle spese per gli altri tipi di intervento) in cui sia presente il codice fiscale del tecnico asseveratore e il timbro professionale. Questo documento è richiesto anche qualora non fosse obbligatorio per gli interventi da te eseguiti. Vedi un esempio

2. Dichiarazione dell’asseveratore in merito all’effettivo svolgimento dei lavori ed alla congruenza degli stessi rispetto al valore dell’immobile. È obbligatoria l’apposizione del timbro professionale. Vedi il modello.

3. Copia della polizza assicurativa di R.C. professionale dell’asseveratore comprensiva della copia del suo documento di riconoscimento e del tesserino professionale.

4. Contratti di appalto sottoscritti tra i soggetti che hanno realizzato i lavori ed il committente oppure contratti di prestazione d’opera con eventuale certificazione SOA se prevista.

5. Titolo edilizio abilitativo degli interventi (es. CILA/CILAS/SCIA) oppure nel caso di interventi in regime di edilizia libera, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, resa ai sensi dell’articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, in cui sia indicata la data di inizio dei lavori ed attestata la circostanza che gli interventi di ristrutturazione edilizia posti in essere rientrano tra quelli agevolabili nonostante non necessitino di alcun titolo abilitativo ai sensi della normativa vigente.

6. Notifica preliminare dell’avvio dei lavori all’azienda sanitaria locale, necessariamente con ricevuta di trasmissione, oppure nel caso di interventi per i quali tale notifica non è dovuta in base alla normativa vigente, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, resa ai sensi dell’articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, che attesti tale circostanza.

7. Autodichiarazione del cliente che attesti la sussistenza di tutti i requisiti di legge, pro tempore vigenti, per la spettanza della detrazione e per la cedibilità. L’autodichiarazione deve essere datata, firmata e completata con la copia del proprio documento di riconoscimento e con il codice fiscale.

8. Nel caso di interventi di efficienza energetica, la documentazione prevista dall’articolo 6, comma 1, lettere a) e c) del DM del 6 agosto 2020:

        • relazione tecnica depositata presso il comune di cui all’art. 8, comma 1, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192 o un provvedimento regionale equivalente, obbligatoria per gli interventi che beneficiano delle agevolazioni di cui all’art. 119 del decreto rilancio, con la relativa ricevuta di deposito;
        • APE (Attestato di Prestazione Energetica) nei casi e con le modalità di cui all’art. 7 del DM del 6 agosto 2020. Scopri quando è obbligatoria l’APE;

oppure, nel caso di interventi per i quali uno o più dei predetti documenti non risultino dovuti in base alla normativa vigente, una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà (vedi modello), resa ai sensi dell’articolo 47 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445, che attesti tale circostanza.

9. Nel caso di interventi su parti comuni di edifici condominiali, delibera condominiale di approvazione dei lavori e relativa tabella di ripartizione delle spese tra i condomini.

10. Copia dei bonifici cd “parlanti” da cui risulti: la causale del versamento (per detrazioni fiscali), il codice fiscale o partita IVA del soggetto a favore del quale è effettuato il pagamento, il codice fiscale del soggetto che ha ordinato il bonifico nella figura del:

        • beneficiario della detrazione, che richiede la cessione;
        • oppure, nel caso di pagamenti relativi a lavori effettuati su parti comuni dell’edificio:

          • codice fiscale del condominio e codice fiscale dell’amministratore del condominio, o nel caso di condominio minimo il codice fiscale del condomino incaricato;
          • certificazione dell’amministratore del condominio o del condomino incaricato (vedi un fac-simile), che attesti la titolarità della detrazione per il beneficiario della detrazione che richiede la cessione;

9. Copia delle fatture, ricevute o altri documenti comprovanti le spese sostenute e un prospetto riepilogativo di quadratura con i bonifici.

10. Copia di documentazione che dimostri la capacità reddituale o patrimoniale del proponente la cessione del credito d’imposta con riferimento al costo dei lavori eseguiti (ad esempio, cedolino o dichiarazione dei redditi dell’ultimo anno).

11. copia di un documento attestante il diritto di proprietà o di godimento sull’immobile sul quale sono stati effettuati i lavori cui fa riferimento il credito d’imposta che si propone di cedere a Poste Italiane (e.g., visura catastale storica per i proprietari o comproprietari, contratto di locazione o comodato d’uso per il godimento nel caso di locatario o soggetto in comodato);

ATTENZIONE: mi segnalano che spesso le pratiche vengono respinte in quanto all’interno della visura non risultano i nominativi dei proprietari. Capita che scaricando le visure dal proprio cassetto fiscale tramite SPID, non appaiono i soggetti proprietari. Per evitare ciò, consiglio di recarsi di persona al catasto della propria provincia oppure di incaricare un geometra, ingegnere, architetto o commercialista per il download della visura storica.

Non ti resta che andare dal tuo commercialista, oppure al CAF, il quale trasferirà il credito da te alla Poste.

 

5. Cessione del crediti a Poste

La cessione tramite cassetto fiscale dovrà essere effettuata dal tuo commercialista entro 5 giorni lavorativi dalla sottoscrizione del contratto indicando come cessionario Poste ed in particolare il codice fiscale 97103880585, scegliendo come tipologia di cessionario: 2- soggetto privato. Quindi, prima i consiglio di far esaminare la documentazione al commercialista, poi di sottoscrivere il contratto e infine di far inviare la comunicazione. Non sottoscrivere il contratto prima di far verificare. In caso, di eventuali errori, non riusciresti a risolverli.

6. Caricamento documenti: 2° fase

1. copia del “modulo di comunicazione dell’opzione di cessione del credito d’imposta” trasmesso dall’Intermediario Fiscale all’Agenzia delle Entrate, con relativa ricevuta di trasmissione rilasciata da quest’ultima e completo della firma autografa dell’intermediario fiscale (io, di solito, allego sia la ricevuta di trasmissione che quella di accettazione che arriva dopo qualche giorno, anche se basterebbe quella di trasmissione);

2. Copia di una dichiarazione del medesimo intermediario fiscale, sclusivamente nella forma riportata nell’ultima pagina del presente documento. La predetta dichiarazione deve essere compilata in ogni parte e i punti (c) e (d) devono essere selezionati in alternativa. Si precisa che nessuna modifica potrà essere apportata al testo della dichiarazione ed è obbligatoria l’apposizione del timbro professionale. link

3. Per ogni intermediario fiscale copia della polizza assicurativa di R.C. professionale e copia del suo documento di riconoscimento.

Dopo l’invio della documentazione non sarà più possibile modificarla o integrarla e l’invio di documentazione errata o non conforme comporta il rifiuto della richiesta di cessione del credito d’imposta. Inoltre Poste no vuole nessun’altra documentazione oltre a quella richiesta.

L’invio di documentazione errata o non conforme a quanto richiesto, o il mancato rispetto delle tempistiche richieste per l’invio della stessa, comporterà il rifiuto della richiesta di cessione del credito d’imposta da parte di Poste Italiane.

Da adesso, Poste potrebbe verificare la correttezza delle tue dichiarazioni in qualsiasi momento. Dipende dalla mole di richieste che hanno ricevuto nel mese precedente. Le pratiche vengono istruite in ordine cronologico.

Mi raccomando, le cifre comunicate nel contratto e nella comunicazione dovranno coincidere. E’ il motivo di rifiuto più frequente!

Conto cointestato

Domanda: “ho un conto corrente alle Poste cointestato con mio marito. Entrambi cediamo credito. Dobbiamo aprire un altro conto corrente individuale?”

Non occorre. E’ sufficiente realizzare due contratti entrando ognuno con le sue credenziali.

Spero che l’articolo ti sia stato utile, a presto. Vincenzo

 

 

 

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