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Milano, 29 mag. (askanews) – .Superbonus: famiglie e imprese in difficoltà, se non a rischio insolvenza, a fronte dei cambiamenti legislativi che mutano le condizioni di procedure avviate. Se ne è discusso nel corso dell’incontro “SOS di imprese, professionisti e famiglie per il blocco delle cessioni dei crediti edilizi” che si è svolto nella sala Caduti di Nassirya al Senato. “Come ogni provvedimento che viene cambiato mentre è in atto, e questo governo ha modificato le norme sul Superbonus una ventina di volte, non fa che ricadere sulle famiglie italiane. Significa che il governo non ha la capacità e la forza di assumersi responsabilità e così le ‘scarica sui cittadini – ha detto

Luigi Nave, senatore del M5S e membro della Commissione Industria a Palazzo Madama, che ha introdotto il forum – Il governo pretende di dire che si tratta solo di un blocco per le banche, ma in realtà non si è avuto il coraggio di tassare gli extraprofitti delle banche e adesso si pensa di risolvere di problemi finanziari in questo modo. Ma in realtà non si farà altro che aggravare ancora di più la situazione delle piccole imprese e dei cittadini”.

Nel corso del dibattito sono stati evidenziati i potenziali effetti negativi del blocco dei crediti edilizi che a catena potranno ricadere sia sulle famiglie che non potranno recuperare i costi sostenuti nelle ristrutturazioni, sia sulle imprese a rischio insolvenza e esposte all’interesse della criminalità, sia sulla macchina della giustizia che dovrà fronteggiare l’inevitabile contezioso.

“Sicuramente era necessario un intervento per interrompere il dissanguamento dello Stato, ma andava fatto con una modalità diversa – ha sottolineato Francesco Cacciola, presidente dell’Osservatorio nazionale sul debito con banche e finanziarie – ‘Stoppare’ la cessione dei crediti con effetto retroattivo potrà causare gravissimi problemi alle imprese che avevano già programmato i lavori e alle famiglie proprietarie degli immobili, perché molti cantieri verranno paralizzati per l’impossibilità di cedere il credito”.

“Le ricadute del blocco dei crediti sul sistema giudiziario sono apprezzabili – ha detto il sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Fulvio Baldi – Nel momento in cui le banche non compensano più i propri debiti fiscali con i crediti nei confronti dello Stato si può porre un problema di blocco dei lavori e di conseguenza di inadempimento diffuso, sotto il profilo civilistico, da parte delle imprese. L’inadempimenti diffusi porta a sua volta all’incapacità di far fronte ai propri debiti, e a uno stato di insolvenza generalizzato. Questo significa appesantimento delle sezioni dei Tribunali che si occupano del diritto delle obbligazioni, e appesantimenti delle sezioni dei Tribunali che si occupano di bancarotta fraudolenta”.

Preoccupazione per lo scenario che si sta per aprire è stata infine espressa anche da Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti. “Non entro nel merito della decisione politica di questo ‘stop’ – ha detto il presidente dell’Associazione nazionale dei commercialisti, Marco Cuchel – Ma di certo molti cittadini si troveranno in enormi difficoltà perché nel rispetto della norma, stavano procedendo con i lavori. Abbiamo chiesto fin da subito una revisione della normativa e la remissione in bonis per eventuali errori compiuti e speriamo che, con il nostro emendamento a ‘costo zero’, si possa prevedere una riapertura per effettuare questa tipologia di comunicazione”.

 

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