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Con l’approvazione del “Decreto Salva casa”, il Ministro Salvini si è prefissato l’obiettivo di “liberare” gli appartamenti ostaggio di una normativa rigida che ne ostacola la commerciabilità e, talora, preclude l’accesso a mutui, sovvenzioni e contributi.

Il decreto, si ricorda, interviene solo nelle casistiche di minore gravità, incidendo sulle cosiddette lievi difformità e in particolare:

> su quelle formali derivanti da incertezze interpretative della disciplina vigente rispetto alla dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile;
> sulle difformità edilizie delle unità immobiliari, risultanti da interventi spesso stratificati nel tempo, realizzati dai proprietari dell’epoca in assenza di formale autorizzazione;
> sulle parziali difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi, a causa della disciplina della c.d. “doppia conformità”.

Le nuove disposizioni modificano la disciplina delle “tolleranze costruttive” limitatamente agli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, prevedendo la riparametrazione dei limiti tollerati in misura inversamente proporzionale alle dimensioni delle unità immobiliari.

Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro i limiti:
> del 2% delle misure previste dal titolo abilitativo, per le unità immobiliari con superficie utile superiore ai 500 metri quadrati;
> del 3% delle misure previste nel titolo abilitativo, per le unità immobiliari con superficie utile compresa tra i 300 e i 500 metri quadrati;
> del 4% delle misure previste nel titolo abilitativo, per le unità immobiliari con superficie utile compresa tra i 100 e i 300 metri quadrati;
> del 5% delle misure previste nel titolo abilitativo, per le unità immobiliari con superficie utile inferiore ai 100 metri quadrati.

Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, costituiscono inoltre tolleranze esecutive condonabili anche il minore dimensionamento dell’edificio, la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali, le irregolarità esecutive di muri esterni ed interni e la difforme ubicazione delle aperture interne, la difforme esecuzione di opere rientranti nella nozione di manutenzione ordinaria, gli errori progettuali corretti in cantiere e gli errori materiali di rappresentazione progettuale delle opere.

Ma quanto costerà ottenere la sanatoria per le fattispecie dei piccoli abusi appena elencate?

Il provvedimento prevede sanzioni che sono proporzionali all’aumento di valore che l’immobile ha guadagnato a seguito delle modifiche non autorizzate (come l’aggiunta di una stanza o la trasformazione di una veranda in spazio chiuso) e che potranno essere utilizzate, nella misura di 1/3, per progetti di recupero e rigenerazione urbana.

Più nello specifico, il costo per regolarizzare le difformità edilizie varierà da un minimo di mille euro fino a un tetto massimo di 30.984 euro. Si segnala, inoltre, che le sanzioni coprono solo le irregolarità parziali rispetto ai progetti originari depositati in Comune; le costruzioni realizzate in maniera completamente abusiva, ovvero senza alcun titolo edilizio, non sono sanabili.

Il decreto infine semplifica le procedure vigenti: è introdotto il regime di silenzio-assenso, principio particolarmente rilevante e che va nella direzione della massima semplificazione.



 

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