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  • Con l’approvazione del Decreto Agricoltura vengono introdotte nuove limitazioni sulle installazioni di impianti fotovoltaici, per ciò che riguarda i terreni agricoli.
  • Il testo del decreto contiene numerose misure e interventi di diverso tipo sul territorio del paese, tuttavia la principale novità riguarda la stretta sugli impianti fotovoltaici.
  • Secondo le nuove disposizioni, non sarà possibile installare impianti solari con moduli a terra sui terreni agricoli: saranno consentite solamente le installazioni rialzate.

Con la Convocazione del Consiglio dei Ministri n.80 del 6 maggio 20241 è stata analizzata la questione che riguarda l’installazione non regolamentata dei pannelli fotovoltaici presso i terreni agricoli. Con le nuove disposizioni viene introdotto un taglio a questa possibilità, in risposta alle esigenze di produzione agricola.

Sulla questione si è arrivati ad una sorta di compromesso: permettere le installazioni di pannelli solari sui terreni agricoli, ma solamente se questi sono sollevati da terra, in modo da garantire la coltivazione. Vediamo nel dettaglio come funziona la novità e quali altre disposizioni vengono date con il nuovo decreto.

Decreto Agricoltura: le limitazioni ai pannelli fotovoltaici

Se da un lato l’installazione di nuovi pannelli fotovoltaici è qualcosa di positivo per quello che riguarda la produzione di energia pulita, dall’altro lato può comportare la perdita di terreni idonei per l’agricoltura. Con le disposizioni europee, anche del PNRR, gli incentivi e le agevolazioni sul fotovoltaico, si assiste ad una vera e propria corsa all’installazione di questi strumenti.

Basta pensare che il GSE a maggio 20232 aveva contato più di 1.225.000 impianti fotovoltaici in Italia alla fine dell’anno 2022, con una crescita del +20,6% rispetto al 2021. Questi numeri sono aumentati esponenzialmente negli ultimi anni, coinvolgendo spesso zone agricole del paese.

Tuttavia, come segnalato da alcune associazioni di categoria, l’installazione selvaggia dei pannelli solari mette a rischio lo sviluppo agricolo su terreni utili alla produzione. Da diversi anni quindi si discute sulla possibile limitazione alle installazioni, pur rimanendo in linea con le esigenze di transazione energetica.

Il Decreto Agricoltura interviene ora a limitare le possibilità di installazione, consentendo nuovi pannelli solari sui terreni agricoli solamente se sono rialzati, permettendo la coltivazione sul relativo terreno.

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Decreto Agricoltura: dove installare gli impianti fotovoltaici

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Il decreto quindi non va a vietare del tutto le installazioni presso i terreni agricoli, ma li limita ad aree rialzate in modo da non compromettere la produzione agricola sottostante e non perdere così porzioni di terreno. Tuttavia il testo stabilisce anche con precisione altre possibilità di installazione.

Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, insieme al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, quindi propone una soluzione che mette al centro il settore agricolo, pur rimanendo fedele alle linee guida del PNRR.

I pannelli solari potranno essere installati anche presso cave e vicino alle autostrade o presso le aree interne di impianti industriali, in modo da poter proseguire con la produzione di energia pulita. In questi termini, lo Stato mette a disposizione fondi specifici per arrivare all’obiettivo di 1 Gigawatt di potenza installata in Italia entro il 2026.

Le nuove regole di limitazione alle installazioni non avranno invece effetto sui progetti già in corso d’opera o sulle comunità energetiche stabilite in base alle linee del PNRR, inoltre verrà garantita la possibilità di installazione presso terreni già compromessi, non idonei all’agricoltura, come quelli limitrofi a grandi strade o ferrovie.

Altre misure con il Decreto Agricoltura

Oltre alla questione del fotovoltaico, il Decreto Agricoltura porta avanti altri interventi urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura e novità sul piano internazionale. Vengono quindi stanziati 5 milioni di euro per il Fondo per le emergenze nazionali per l’intervento all’estero per la striscia di Gaza.

A livello interno invece vengono messi a disposizione altri 150 milioni di euro per l’ex Ilva, sulla base delle decisioni prese in accordo con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, per garantire l’operatività degli stabilimenti e la continuità a livello di occupazione.

Viene poi confermata una proroga dello stato di emergenza per alcune aree del territorio italiano colpite da gravi eventi atmosferici nel periodo 15-17 maggio 2023.

 

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