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Il portale per la procedura di rendicontazione in cui cittadini e imprese potranno inserire fatture e spese sostenute e avere così accesso ai rimborsi

La Regione Toscana sta concludendo le richieste di contributo ai cittadini colpiti dall’alluvione: a procedura di erogazione dei 25 milioni di contributi stanziati immediatamente dopo l’alluvione sta andando a buon fine con quasi 17 milioni già erogati (6437 richieste evase) e 3 milioni 723mila euro in fase di pagamento questa settimana (1433 richieste). A darne notizia è il presidente Eugenio Giani che stamani ha fatto il  punto sui sostegni ai cittadini insieme agli assessori Monia Monni (protezione civile) e Leonardo Marras (attività produttive).

 

E dopo lo stanziamento da parte del governo dei 66 milioni per l’immediato sostegno, il presidente, in qualità di commissario, ha annunciato dal 1 di luglio l’apertura del portale per la procedura di rendicontazione in cui cittadini e imprese potranno inserire fatture e spese sostenute e avere così accesso ai rimborsi previsti dalle disposizioni nazionali, fino a 5mila euro per le famiglie e fino a 20mila per le imprese colpite dall’alluvione.

 

“Siamo contenti – ha detto il presidente – abbiamo superato la soglia dei 20milioni rispetto ai 25 che abbiamo stanziato. Significa che le richieste di contributo stanno finalmente andando a buon fine. L’attivazione della piattaforma dal 1 luglio al sito https://www.regione.toscana.it/alluvione2023 ci porterà a distribuire i 66 milioni stanziati dal governo di cui io sono commissario esecutore per famiglie e imprese. Sono contributi comulabili con i 3000 euro che le famiglie hanno ricevuto o stanno ricevendo, quindi le famiglie possono subito attivarsi per ottenere questi 5000 euro che vengono dal decreto legge”.

 

Siamo avanti con gli interventi di somma urgenza – ha aggiunto l’assessora alla protezione civile Monia Monni – le opere di riparazione dei danni avvenuti la notte dell’alluvione, rimangono 40milioni che saranno spostati sugli interventi di ricostruzione; significa che il governo riconosce l’importanza di queste opere, ma non ne ha riconosciuto la somma urgenza. Monni ribadisce che la Regione ha quasi ultimato il rimborso alle famiglie e invita i cittadini a controllare bene il portale: “Ci sono oltre 700 richieste che non sono state integrate con l’Iban e chiaramente senza Iban non possiamo fare le liquidazioni. Controllate e nel caso integrate. Per i cittadini che non hanno fatta istanza entro i termite corretti, cercheremo di venire incontro alle loro esigenze, se saranno disponibile le risorse”.

L’assessora Monni entra nel dettaglio nella procedura di rendicontazione attiva dal 1 di luglio sul portale della Regione che prevede l’inserimento delle fatture e scontrini necessari per accedere al rimborso. “Chi ha richiesta di rimborso superiori agli 8000 euro – spiega Monni – può richiedere un anticipo di 2mila 500 euro liquidabili già prima dell’estate”. E poi il tema della ricostruzione. “Gli interventi di riduzione del rischio residuo – aggiunge Monia Monni – che serviranno ai territori per vivere più serenamente, sono oltre 1 miliardo le esigenze della Regione, ma di questo non sappiamo ancora niente; siamo preoccupati – sottolinea- perché qui risiede la vera scelta politica del Governo. Mentre i rimborsi sono sanciti dalla legge e sono un diritto, questi sono una scelta precisa del Governo sia nella quantità che nella tempistica e noi abbiamo urgenza di iniziare i lavori possibilmente ora, nell’estate, per avere interventi finiti prima del prossimo inverno”

 

L’assessore Marras ha sottolineato la nuova procedura di rendicontazione che sarà attiva dal 1 di luglio, che servirà per ottenere i 20mila euro dell’immediato sostegno alle imprese. “Le attività che noi chiederemo alle imprese per la rendicontazione e l’ottenimento del contributo – ha spiegato l’assessore alle attività produttive – possono essere utilizzate successivamente anche come un  anticipazione di un eventuale ulteriore rimborso che noi auspichiamo possa esserci grazie ad ulteriori finanziamenti dello Stato. In questa fase – ha aggiunto Marras- si riconosce il 100% degli importi sostenuti, fino a concorrenza del danno, nel limite massimo di euro 20.000″.

Per l’ammissibilità è necessario che i richiedenti abbiano il DURC regolare, siano attivi (non cessati), non soggetti a procedure concorsuali (fallimento, liquidazione), localizzati nei comuni alluvionati (quindi il caso dell’impresa che nel frattempo ha cambiato sede e non è più localizzata nel comune alluvionato non potrà essere ammessa).

 

Con riguardo alle spese ammissibili, queste devono riferirsi ai danni dichiarati nel modello C1 (immobili, impianti, attrezzature, macchinari, merci, scorte, in caso di sede inagibile i costi per il noleggio di strutture temporanee).
Le spese sostenute devono essere comprovate. Tutti i pagamenti devono essere tracciati, non sono ammessi pagamenti in contanti.

 

Ci sono poi altri interventi regionali sulle imprese alluvionate. Su questo fronte esiste un bando di investimenti per 5,9 milioni di euro, un accordo di programma siglato fra Regione Toscana, Ministero delle imprese e del Made in Italy ed Invitalia per 50milioni. E poi ci sono gli interventi del Governo attraverso Simest, la società del Gruppo Cassa depositi e Prestiti. Sono stati attivati contributi a fondo perduto a tutte le imprese esportatrici, e a quelle afferenti a una filiera produttiva a vocazione esportatrice e il cui fatturato derivi da comprovate operazioni nei confronti delle imprese direttamente operative nei mercati esteri, localizzate nei territori colpiti. La dotazione complessiva delle misure straordinarie che comprende sia gli eventi dell’Emilia-Romagna/Toscana del maggio 2023 che quelli della Toscana ottobre/novembre 2023 è di 300milioni di euro.

Per le imprese colpite dall’alluvione in Toscana è prevista la possibilità, come da pac­chetto di misure SIMEST a valere sul Fondo 394, di destinare il 90% del finanziamento a spese per il rafforzamento patrimoniale, nonché una riserva da 400 milioni di euro e la possibilità di accedere a una quota a fondo perduto del 10%.
 

 



 

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