Esdebitazione e protezione del patrimonio: come fare e quando agire #finsubitoagevolazioni

Una boutique legale multidisciplinare al cui interno gravitano professionisti con expertise ben definite e, al contempo, un background a 360 gradi. Questo il pregio dello Studio legale Marchionni Romagnoli, al cui interno la professione forense viene esercitata con passione e competenza,

garantendo al cliente un supporto completo e personalizzato, al fine di assicurare eccellenti servizi di assistenza e consulenza a carattere risolutivo, fondati sulla trattazione specialistica di determinate branche del diritto da parte di un team di avvocati esperti.

Con Massimiliano Romagnoli, senior partner e fondatore dello studio, abbiamo parlato del suo expertise, che gravita attorno al settore del “wealth planning” ovvero della Pianificazione e protezione patrimoniale, tra passaggi generazionali e trust come strumenti di salvaguardia.

Due lati della stessa medaglia

“Da un lato, quando parliamo di ‘Pianificazione e protezione patrimoniale’ – spiega l’avvocato Romagnoli – intendiamo la volontà della persona di tracciare un percorso economico su scelte strategiche valide per tutta la vita. Pianificare, in questo caso, implica la messa in sicurezza del patrimonio da ogni possibile situazione riservata dalla vita e, soprattutto nel caso di imprese familiari, l’obiettivo rimane sempre quello di prevedere come debbano avvenire i trasferimenti dell’azienda e del patrimonio non indistintamente agli eredi ma solo a quei soggetti che il capostipite reputi idonei a far proseguire l’attività imprenditoriale, evitando così le inevitabili controversie che avvengono tra gli eredi e che paralizzano o distruggono l’impresa.

Ulteriore obiettivo è quello di risolvere eventuali posizioni debitorie utilizzando tutti gli strumenti normativi del caso, andando ad operare saldi e stralci con gli istituti di credito, senza ledere in alcun modo la dignità del debitore che, una volta assolti i propri compiti, deve poter ricominciare la propria vita”. Un lavoro a tutto tondo quello portato avanti da Massimiliano Romagnoli, il quale è in grado di garantire la segregazione del patrimonio e di evitare dunque che lo stesso possa essere intaccato da procedure esecutive, ovvero che venga travolto in caso di crisi famigliari e di eventuale divorzio o separazione dei coniugi.

I numeri in Italia

“Nel campo debitorio i numeri nel nostro Paese sono davvero impietosi” commenta Romagnoli, che negli anni ha avuto modo di trattare numerose pratiche inerenti ai debiti tributari. “In Italia ogni anno vi è una media di 240 mila esecuzioni immobiliari ovvero, per porla in altri termini, ogni anno va all’asta una città delle dimensioni di Ancona. Inoltre, annualmente falliscono circa 10mila società, per un totale di 27 imprese al giorno: più di una all’ora. Come se non bastasse, però, il tempo medio di un’esecuzione immobiliare si aggira attorno ai sette anni e la percentuale di recuperato tocca a malapena il 45% del valore dell’immobile. Questo significa che, senza un consulente adeguato, colui che ha contratto il debito ne esce non solo ancora indebitato, dato che la quota di vendita non copre l’ammanco, ma rimane in una situazione di incertezza per un lasso di tempo molto lungo, durante il quale non gli è permesso risollevarsi”.

Come fare, quindi, quando ci si trova in queste situazioni? “Per prima cosa è fondamentale farsi assistere da un professionista del settore, che sappia come muoversi nel concreto e quali siano gli strumenti giusti a cui appellarsi. Nel mio caso, la prima attività è sempre la mappatura del debito per avere un’idea chiara di tutti gli enti richiedenti, siano esse banche, privati o l’Agenzia delle Entrate Riscossione. In secondo luogo, si passa alle acquisizioni documentali e, infine, si approda alla stesura di una strategia finalizzata alla gestione del debito. Con tutte le carte in tavola e un modello ben chiaro, non sarà più il debito a gestire la persona, ma l’esatto contrario” spiega l’avvocato.

È in questo momento che può cominciare la vera e propria operazione di esdebitazione del soggetto. Dalla fideiussione all’ipoteca, prima devono essere risolte le questioni più imminenti, per poi passare a opposizioni bancarie e cartelle esattoriali. Secondo l’esperienza di Romagnoli, infatti, il debito può essere ridimensionato di molto anche solo grazie a un’analisi accurata della burocrazia ed all’attività di saldo e stralcio. “È un aspetto molto sottovalutato ma che, in realtà, porta a grandi risultati. Come nel caso di un’importante società nell’ambito ricettivo che ha visto il suo debito di 2,5 milioni di euro ridursi a soli 500 mila euro”. Quando, però, non è possibile questo tipo di “salvataggio”, è necessario affidarsi alle procedure contemplate dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, che comprendono una liquidazione controllata dei beni e la possibilità concreta per il debitore di, una volta concluse le pratiche, ricominciare da zero senza alcun provvedimento pendente.

Uno strumento strategico: il trust

A monte di tutto il lavoro di esdebitazione, però, vi è la protezione del proprio patrimonio. “Ciò significa mettere al riparo i propri averi da qualsiasi turbolenza che la vita può riservare” spiega l’avvocato. “Non parliamo solo di crack finanziari, ma anche di divorzi, durante i quali spesso il patrimonio viene messo in discussione, e passaggi generazionali delle imprese, molto comuni nel nostro Paese dato che quasi l’85% delle imprese Italiane è di stampo familiare”. Uno strumento usato da tempo da Romagnoli è il trust, un istituto giuridico caratteristico del diritto anglosassone che consente di dar vita a un fondo con patrimonio autonomo, amministrato da un fiduciario, il trustee. “Grazie a questo potente mezzo, il capostipite può decidere ora per allora a chi lasciare la gestione dell’azienda, evitando così crisi personali tra gli eredi. Non solo: inseriti in un trust familiare a gestione fiduciaria, i beni non saranno più aggredibili da alcun soggetto terzo: né dagli eventuali creditori del disponente, né da quelli del trustee e neppure da quelli dei beneficiari. In questo modo si ridà slancio e possibilità di crescita a tutti i soggetti, poiché il patrimonio continua a esistere, a essere usato e, al contempo, a crescere pur essendo protetto dalle avversità”. Un sistema, quello del trust, che se applicato in tempo utile e con intelligenza, diventa uno strumento molto performante e funzionale per tutti.