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Il contribuente accede al Superbonus 70% e non nella misura del 110% se la fattura emessa nel 2023 da chi ha eseguito i lavori è errata e la nota di debito corretta viene inviata allo SdI (Sistema di Interscambio) nel 2024. L’Agenzia delle Entrate fornisce il chiarimento con la risposta a interpello n. 146/2024. Un condòmino chiedeva precisazioni sulla fruizione dell’agevolazione dal momento che l’impresa appaltatrice eseguiva lavori per circa il 70% del totale ed emetteva tre fatture che non contemplavano alcun conguaglio in denaro. Lo sconto in fattura, in buona sostanza, non veniva “esposto a valle dell’importo complessivo della fattura, ma nel corpo della stessa, neutralizzando erroneamente gli importi dei singoli interventi riportati”. L’impresa provvedeva, nel 2024, a trasmettere allo Sdi le fatture che “replicavano pedissequamente le precedenti fatture errate”, tranne che per l’addebito dell’Iva in rivalsa, assorbito anch’esso dallo sconto in fattura integrale. Secondo l’istante, dunque, l’errore era stato rimosso e si poteva accedere al Superbonus nella misura vigente nel 2023 (110%). Le Entrate non condividono la soluzione prospettata dal contribuente. Il fisco è intervenuto di recente sulla questione chiarendo che “laddove l’emissione della fattura per i servizi resi non sia contestuale al pagamento degli stessi e, pertanto, il documento indichi due date diverse dell’operazione, laddove la seconda sia rispettosa dei termini di legge, la fattura risulterà correttamente emessa e lo sconto applicato”. Nel caso di specie, risulta che la ditta fornitrice abbia emesso nel 2023 tre fatture errate, avendo praticato lo sconto sul solo imponibile, omettendo di addebitare l’Iva in rivalsa. Le successive note di debito prodotte per rettificare le fatture errate – si legge nella riposta – sono state “concretamente trasmesse allo SdI e, quindi, emesse nel 2024, ben oltre il termine di 12 giorni che consentono di dare legittima rilevanza alla data corrispondente all’effettuazione dell’operazione”. Lo sconto in fattura, conclude l’Erario, sarà applicabile nella misura prevista nel 2024 e, dunque, nella misura del 70%.


 


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