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CREMONA – Lussuoso appartamento al terzo piano del signorile palazzo in via Palestro, civico 58. Vi abita, in affitto, la signora Tahareh, iraniana di origine, 100 anni a luglio prossimo. L’appartamento lo deve lasciare, perché è stato pignorato alla proprietà: la Pigreco srl. Sarà messo all’asta. Oggi la quasi centenaria Tahareh non è stata lasciata su un marciapiede. Terza e ultima proroga di quindici giorni, sino all’8 maggio prossimo, in attesa che i Servizi sociali o il figlio Arman (un lavoro nel mercato dell’arte) che vive con lei e con la cagnolina, trovino una sistemazione. Storia di una esecuzione immobiliare impegnativa con ordine di liberazione dell’appartamento fissata alle 9,30 di oggi.

Via Palestro. «Si metta una mano al cuore». Così l’avvocato Giulio Franzini a Franca Azzolini, l’ufficiale dell’Istituto Vendite Giudiziarie arrivata con il suo assistente. Nell’ambito della procedura espropriativa immobiliare, il Tribunale l’ha nominata custode giudiziario dell’appartamento a dicembre del 2021 pignorato alla Pigreco srl. Ma dal 2014, qui vi abita la quasi centenaria Tahareh. Porta la sua firma il contratto di affitto (quattro anni più quattro) stipulato con la proprietà, poi risolto e stipulato di nuovo nel 2021 con scadenza 2025. Le bollette di luce, acqua e gas, sempre pagate così come l’affitto, sono intestate a lei. Ma il secondo contratto è stato registrato quando l’immobile era già pignorato. L’affittuaria che ha il passaporto, non il permesso di soggiorno, lo ignorava. Da qui il ‘pasticcio’.

Franca Azzolini, Paolo Ungari e l’avvocato Giulio Franzini 

La proroga – ultimatum di oggi arriva a cinque mesi (era novembre) dall’inizio delle operazioni di liberazione, operazioni prorogate il 24 marzo scorso e il 3 aprile successivo per consentire ai servizi sociali di trovare una collocazione alla signor Tahareh. Il figlio Arman, arrabbiato e convinto delle sue ragioni, ha chiesto al giudice di sospendere l’ordine di liberazione per consentirgli di trovare una soluzione. Tempi stretti per l’istanza depositata il 6 aprile. Una settimana dopo, il 13 aprile, il giudice dell’esecuzione l’ha rigettata «rilevato che pacificamente il contratto di locazione non è opponibile alla procedura esecutiva, in quanto stipulato e registrato in data successiva al pignoramento».

Rilevato «che il figlio della signora, a fronte di operazioni di liberazione che hanno avuto inizio nel mese di novembre 2022 , non pare essersi concretamente e tempestivamente adoperato per reperire un alloggio alternativo alla madre». Rilevato «che di contro, i Servizi sociali si stanno adoperando nel reperimento di un alloggio per la signora Tahareh», il giudice ha disposto che il custode giudiziario proseguisse «nell’attuazione dell’ordine di liberazione, coordinandosi i Servizi sociali di Cremona». Ore 10 passate di oggi. Ci sono tutti nell’appartamento: l’avvocato Franzini che ha appena preso in mano il caso, il custode giudiziario con il suo assistente, Paolo Ungari dei Servizi sociali, due carabinieri, il medico di base Attilio Calza che visita la signora: «Non ha patologie per un ricovero in ospedale, io non faccio medicina sociale». Ci sono il figlio Arman e la cagnolina.

«Non entro nel merito della procedura. Noi siamo qui per trovare un accordo: la nostra richiesta è di accordare un breve rinvio di un mese per trovare una sistemazione alla signora e poter trasferire tutti i beni presenti nell’appartamento», spiega il legale al custode giudiziario che deve eseguire un provvedimento del giudice. E che ribatte: «Io mi metto due mani al cuore, noi non siamo qui a buttare fuori la gente», ma «è da cinque mesi» che va avanti il ‘tira e molla’ con il figlio che sembrava avesse trovato una soluzione. Poi, il contrordine. I servizi sociali lo hanno saputo alla vigilia dell’ordine di liberare l’appartamento. E 24 ore sono poche per trovare una strada, ad esempio, il ricovero in una Rsa dell’affittuaria Tahareh.

I carabinieri ascoltano le ragioni degli uni e degli altri, il delegato dai Servizi sociali chiede tempo: una decina di giorni. L’avvocato Franzini ne strappa altri cinque al custode giudiziario Azzolini, la quale ribadisce che trovarsi in simili situazioni non è facile neppure per lei, «ma purtroppo è il mio lavoro. Quando i carabinieri arrestano qualcuno non penso che siano felici, ma lo devono fare». Ore 11,17: accordo raggiunto, proroga all’8 maggio. È l’ultima. Intanto, il figlio si è già mosso con la ditta dei traslochi.



 

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