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Cosa succede nel caso in cui il bonifico effettuato per pagare i lavori, che rientrano nel Superbonus, non sia parlante? Effettuare un bonifico ordinario, fa perdere le agevolazioni?

A dare una risposta a questa domanda, ci ha pensato direttamente l’Agenzia delle Entrate, che ha preso posizione su questo tema nel corso della sesta edizione del Forum Nazionale dei Commercialisti ed Esperti Contabili, che si è tenuto lo scorso 23 gennaio 2023.

Utilizzare il bonifico ordinario non consente di ottenere il riconoscimento delle detrazioni previste dal Superbonus.

Vi è un un’unica eccezione a questa situazione: provvedere a ripetere il pagamento.

L’unica strada che si può percorrere è che l’importo venga restituito al contribuente e che, questo, provveda ad effettuare un nuovo bonifico nella maniera corretta.

Nel caso in cui non sia possibile procedere in tal senso, è necessario richiedere una dichiarazione sostitutiva di atto notorio all’impresa, che sta effettuando i lavori.

Quest’ultima dichiarerà di aver ricevuto le somme e di aver provveduto ad includerle nella contabilità per la determinazione del proprio reddito.

Superbonus, senza bonifico parlante si perde l’agevolazione

Le regole per il Superbonus sono molto chiare.

I contribuenti che vogliono beneficiare delle detrazioni per i pagamenti, che hanno sostenuto, devono necessariamente effettuare un bonifico parlante.

Questa particolare modalità di pagamento, permette il prelievo della ritenuta dell’8%.

Perché il bonifico bancario sia valido a tutti gli effetti, al suo interno devono essere contenute le seguenti informazioni:

  • causale del versamento;
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • numero di partita IVA o del codice fiscale del soggetto a favore del quale è effettuato il bonifico.

Nel caso in cui, per errore, il contribuente utilizzi per il pagamento un bonifico ordinario perde il diritto ad ottenere le detrazioni previste dal Superbonus.

L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha chiarito che la compilazione incompleta del bonifico, che pregiudica direttamente l’obbligo di operare la ritenuta, fa perdere il diritto al riconoscimento della maxi detrazione.

Il contribuente che volesse recuperare, in extremis, l’agevolazione dovrà ripetere il pagamento.

Deve, quindi, farsi restituire la somma ed effettuare un nuovo bonifico parlante, compilandolo correttamente in ogni sua parte, in modo che possa essere operata la ritenuta.

La presa di posizione dell’AdE

Il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate ribadisce quanto già indicato in passato, attraverso alcuni documenti di prassi.

Per alcuni contribuenti risulta, tra l’altro, di non facile applicazione, soprattutto quando le spese sono sostenute a cavallo di due diversi anni.

A questo punto, per quale periodo d’imposta viene riconosciuta l’agevolazione? Una domanda lecita, nel caso in cui il primo pagamento sia stato effettuato nel 2022 ed il secondo nel 2023.

In questa sede ci stiamo occupando del Superbonus, ma le regole e le aspettative dei contribuenti sono le stesse anche per gli altri bonus.

Su questo particolare tema, è da ricordare che l’Agenzia delle Entrate si era espressa attraverso la circolare n. 43 del 2016, con la quale aveva chiarito che la preclusione alla fruizione del beneficio fiscale “può però ritenersi superata anche nei casi in cui non sia possibile ripetere il pagamento mediante bonifico qualora risulti comunque soddisfatta la finalità della norma agevolativa, tesa alla corretta tassazione del reddito derivante dalla esecuzione delle opere di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica”.

Nel caso in cui non sia possibile ripetere il bonifico parlante, si potrà salvare la detrazione richiedendo una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà da parte dell’impresa, che attesti la corretta contabilizzazione del ricavo.

Con questo documento, l’impresa deve dichiarare che le somme sono state correttamente contabilizzate per la determinazione del reddito d’impresa.

 

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