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L’ISMEA, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, ha aperto ufficialmente il bando d’accesso per la settima edizione della Banca nazionale delle terre agricole. La piattaforma fornisce un inventario completo dei terreni rimasti liberi in Italia (abbandonati e incolti per fine dell’attività produttiva o prepensionamenti) e messi a disposizione degli aspiranti imprenditori agricoli italiani, già supportati nei progetti di ricambio generazionale da una serie di agevolazioni, bonus e contributi. “Attraverso la BTA – spiega il ministro Francesco Lollobrigida – garantiamo un’opportunità professionale ai nostri giovani che vogliono lavorare nel settore ma hanno difficoltà a reperire terreni e investiamo nell’innovazione”.

 

Cos’è e come funziona la Banca delle terre agricole

La BTA è lo strumento dell’ISMEA che raccoglie e organizza tutte le informazioni sui terreni abbandonati e li rilancia mettendoli all’asta. L’inventario online include le schede tecniche degli appezzamenti (nel 2024 sono messi in vendita 428 terreni per 11.416 ettari complessivi) con le caratteristiche naturali, strutturali ed infrastrutturali e le modalità e le condizioni di cessione e di acquisto. I terreni sono venduti a corpo e non a ettari e nelle condizioni in cui si trovano, con eventuali accessioni e pertinenze, diritti e servitù di passaggio attive e passive, oneri, canoni, vincoli esistenti anche non noti e non trascritti.

Il database divide i terreni messi in vendita ogni anno per regione, provincia, dimensione (inferiore a 10 ettari, tra 10 e 50, superiore a 50), altitudine (montagna, collina, pianura), coltura (agrumeto, bosco, fabbricati, ortive, ortofloricoltura, prati e pascoli, seminativo, uliveto, vigneto) e prezzo. Le fasce sono cinque: inferiore a 50mila euro, tra 50mila e 150mila, tra 150mila e 300mila, tra 300mila e 500mila e oltre i 500mila. La ricerca avanzata indica anche la vicinanza a un sito UNESCO, a stazioni, porti e aeroporti e l’area litoranea, specificandone la distanza in chilometri.

L’accesso alla Banca è gratuito: i destinatari della proposta sono le persone che vogliono aprire un’azienda agricola o che vogliono aumentare la superficie coltivata di un’attività già avviata. La base d’asta è di un importo minimo che varia in base all’estensione del terreno e al tipo di coltivazione. Le società di giovani imprenditori agricoli e le imprese individuali che si aggiudicano un terreno, hanno condizioni agevolate di accesso ai mutui per il pagamento (rateizzato fino a 30 anni con ipoteca) e possono cumulare questa opportunità con altri bonus.

In aggiunta, chi vuole accedere ad un finanziamento bancario per acquistare un terreno presente nella BTA, può avvalersi delle garanzie dirette ISMEA. Alla vendita non si applica la prelazione agraria. Le informazioni relative ai terreni in vendita vengono aggiornate o modificate con una costante revisione dei dati da parte dell’ISMEA e del Consiglio nazionale del notariato. Per maggiori informazioni o assistenza, sono a disposizione la mail urp@ismea.it e i numeri di telefono 06 85568319 e 06 85568260, aperti dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle 13:30 ed il lunedì e mercoledì anche dalle 14:30 alle 17.

 

Come acquistare i terreni all’asta

Innanzitutto, occorre registrarsi sul sito dell’ISMEA, indicando obbligatoriamente un indirizzo di posta elettronica certificata. Sul portale è possibile consultare la mappa regionale dei terreni disponibili. In Toscana, per fare un esempio, si contano 14 terreni a Grosseto, 5 a Siena, 4 ad Arezzo, 1 a Firenze, a Livorno e a Massa Carrara. Individuato il terreno più adatto alle proprie esigenze, si procede con la manifestazione di interesse: una comunicazione con cui si dichiara la disponibilità ad essere selezionati per la gara.

L’aspirante proprietario riceve dall’ISMEA una PEC con un link da seguire: la conferma deve essere data entro e non oltre 90 giorni dalla data di apertura dei termini. Decorso il termine la proposta decade. Confermata la manifestazione di interesse, si riceve una seconda PEC con una lettera di invito a partecipare alla procedura di vendita attraverso la presentazione di un’offerta, che non può essere inferiore alla base d’asta e che deve essere mandata non oltre 45 giorni rispetto alla ricezione della lettera di invito.

I partecipanti all’asta devono garantire insieme all’offerta un deposito cauzionale pari al 10% del valore della base d’asta. Il deposito deve essere versato unicamente tramite assegno circolare bancario non trasferibile intestato all’ISMEA. Per i primi tre tentativi, le offerte sono accettate soltanto se l’offerta è almeno pari alla base di partenza. Chiusa l’asta, il notaio valuta le offerte ricevute e assegna i terreni alle migliori offerte. Naturalmente il deposito cauzionale viene restituito nei casi di mancata assegnazione.

I terreni rimasti invenduti dopo il terzo tentativo di vendita vengono evidenziati sulla BTA: per questi appezzamenti è sempre possibile presentare offerte fino all’aggiudicazione o al ritiro del terreno, con la base d’asta fissata ad un valore pari a quello dell’ultimo tentativo. La graduatoria con l’ordine di classificazione delle offerte ha un termine di validità di 2 anni dalla data di approvazione. Gli aggiudicatari possono rinunciare all’acquisto, facendosi restituire la cauzione, nel caso in cui, passati 12 mesi dalla ricezione della comunicazione di aggiudicazione, non è stato possibile procedere alla stipula dell’atto definitivo di vendita per ragioni indipendenti dalla loro volontà.

È possibile manifestare interesse per più di un terreno, ma solo con diverse manifestazioni di interesse. Nella vendita all’incanto si aggiudica il terreno chi rilancia con l’importo più elevato oppure chi fa la prima e unica offerta senza altri rilanci. Quanto al pagamento, per fare un esempio pratico, un giovane imprenditore agricolo che si è aggiudicato un terreno con base d’asta a 100mila euro e offerta a 115mila euro, dovrà versare 10mila euro di deposito cauzionale (il 10% del valore a base d’asta), 90mila di importo rateizzabile (la base al netto della cauzione) e 15mila di rialzo, da versare alla stipula dell’atto definitivo.

Quattro categorie di operatori non possono più presentare offerte. È escluso chi:

 

  • è risultato aggiudicatario in un precedente tentativo ma successivamente è decaduto perché ha rinunciato senza diritto di restituzione del deposito cauzionale;
  • è in stato di fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo, o ha un procedimento di questo tipo in corso;
  • ha a carico una sentenza di condanna passata in giudicato, un decreto penale di condanna diventato irrevocabile, un provvedimento di applicazione della pena su richiesta per reati gravi ai danni dello Stato o della comunità;
  • ha riportato una condanna con sentenza passata in giudicato per uno o più reati di partecipazione a un’organizzazione criminale, corruzione, frode e riciclaggio.



 

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