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Gestione separata INPS, diventa obbligatoria anche per una particolare categoria di lavoratori. Vediamo di che cosa si tratta.

Gestione separata INPS, quanti contributi (codiciateco.it)

Spesso si parla di gestione separata INPS. Ma di che cosa si tratta? È un fondo pensionistico finanziato con i contributi obbligatori dei lavoratori assicurati. L’istituzione della gestione separata risale al 1996, permettendo l’iscrizione ai lavoratori parasubordinati che in precedenza erano privi di copertura previdenziale ed estendendo l’assicurazione obbligatoria per invalidità vecchiaia e superstiti.

A doversi iscrivere alla gestione separata INPS sono varie categorie di lavoratori tra i quali ricordiamo coloro che hanno contratti di collaborazione coordinata e continuativa; gli spedizionieri doganali non dipendenti; i beneficiari di dottorati di ricerca, di borse di studio; i lavoratori autonomi occasionali con reddito superiore a 5mila euro; i venditori a domicilio; gli amministratori locali e via di seguito.

Gestione separata INPS, le nuove iscrizioni obbligatorie

Iscrizione separata INPS per chi’ (codiciateco.it)

Alcune recenti sentenze della Corte Costituzionale hanno avuto l’effetto di allargare l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata a nuove categorie di lavoratori. Infatti l’INPS con il messaggio 2403 del 27 giugno ha specificato di quali lavoratori si tratta: sono i titolari di reddito da arti e professioni, il cui svolgimento è subordinato all’iscrizione all’albo.

In passato l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata riguardava anche chi svolgeva un lavoro autonomo senza obbligo di iscrizione a un albo professionale, o chi non era tenuto a versare contributi ad apposite casse professionali. Per effetto delle sentenze l‘obbligo è allargare anche agli iscritti di casse professionali. Quindi con le due sentenze costituzionale anche determinati lavoratori autonomo o iscritti ad albi professionali devono versare contributi alla gestione separata.

Dal 2024 i contributi da versare alla gestione separata sono pari al 24 per cento (per i titolari di pensione o è lavoratore dipendente o ha un’altra tutela pensionistica obbligatoria) della base imponibile. Questa cifra è il reddito determinato dall’esercizio di arti o professioni. L’imponibile massimo per il 2024 è pari a 119.650 euro. Invece chi non è iscritto ad altre forme di previdenza obbligatoria deve pagare il 26,07 per cento della base imponibile (di cui il 25 per cento per invalidità, vecchiaia, superstiti, poi lo 0,72 come quota aggiuntiva per la maternità, 0,35 per cento con quota indennità straordinaria di continuità reddituale operativa).

I lavoratori autonomi devo provvedere personalmente al versamento dei contributi. I lavoratori autonomi che versano alla gestione separata hanno diritto, oltre alla pensione, a diverse altre prestazioni. Si tratta dell’indennità di malattia, di quella di ricovero ospedaliero, del congedo parentale e dell’indennità di maternità. Dal 2024 è stata poi introdotta l’Indennità straordinaria di continuità reddituale operativa (ISCRO).

Erogata su domanda dell’interessato sulla base del 25 per cento sull’ultimo reddito registrato dall’Agenzia delle Entrate per la durata di sei mesi, con la partecipazione obbligatoria a corsi professionale e senza contributi figurativi.

 

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