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UniCredit ha lanciato un nuovo portafoglio da 100 milioni di euro di finanziamenti (Tranched Cover Italia), garantiti dal Fondo di Garanzia per le pmi e gestito da MedioCredito Centrale (si veda qui il qui il comunicato stampa).

Questo strumento è utilizzato dalla banca al fine di agevolare l’accesso al credito delle imprese dal 2014 (si veda altro articolo di BeBeez) e ha portato all’erogazione di oltre 3 miliardi di euro a sostegno del tessuto imprenditoriale italiano. Il senso è avere una garanzia che consenta di praticare condizioni meno onerose ai prenditori, che qui fanno un prestito.

Il portafoglio prevede l’inserimento di finanziamenti, garantiti dal Fondo di Garanzia, a favore delle piccole e medie imprese e oggi anche alle mid cap con un importo massimo di 2 milioni di euro per singola operazione e della durata massima di 84 mesi, con un periodo di preammortamento di 18 mesi.

I fondi andranno a supportare investimenti e/o progetti di ricerca e innovazione realizzati dalle imprese operanti sul territorio nazionale. Saranno inoltre ammissibili operazioni finalizzate al sostegno del circolante e di rinegoziazione del debito, con erogazione di credito aggiuntivo in misura pari ad almeno il 10%.

“Grazie a questo strumento le imprese potranno quindi accedere al credito garantito con tempi di esecuzione rapidi e costi contenuti. Non è prevista alcuna commissione di garanzia a carico dell’impresa”, si legge nella nota.

“Grazie alla riforma del Fondo di Garanzia del 2024 e alle coperture attualmente in essere, possiamo mettere a disposizione un importante strumento finanziario a sostegno del tessuto imprenditoriale italiano. In particolare, nell’attuale contesto economico-finanziario, in cui non si sono ancora verificati interventi al ribasso da parte della BCE, questa soluzione può essere determinante per l’avvio di nuovi piani di sviluppo
delle nostre aziende, soprattutto in ottica di supporto agli investimenti e ai progetti di ricerca e
innovazione”, ha concluso Remo Taricani, deputy head of Italy di UniCredit.

Lo strumento, come accennato sopra, è utilizzato dalla banca dal lontano 2014. A questo proposito, infatti, a ottobre di quell’anno la banca dichiarava di aver raggiunto “quota 400 milioni di euro di finanziamenti erogati a piccole e medie imprese  riuniti in un portafoglio per il quale abbiamo ottenuto la copertura di prima perdita da parte del Fondo di Garanzia pmi. Siamo la prima banca italiana a portare a termine una simile operazione”.

Ricordiamo poi che a fine 2016 la banca milanese ha lanciato Agribond, un portafoglio di finanziamenti (sempre nella forma tranched cover) da 300 milioni di euro da erogare alle imprese agricole, garantiti da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare). I finanziamenti avevano una durata di 5 anni a cui si era aggiunto un periodo nel quale le imprese avrebbero pagato solo la quota interessi di massimo 2 anni (si veda altro articolo di BeBeez). La prima operazione di questo tipo per la banca risale invece al 2014, per 400 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).

In pratica, si tratta di finanziamenti erogati a pmi e oggi anche mid cap in un arco temporale di solito di 18 mesi, assistiti dalla garanzia del Fondo in forma cash collateral a copertura delle prime perdite di portafoglio (tranche junior), replicando concettualmente la struttura in tranche delle cartolarizzazioni. In concreto sul totale del portafoglio si individuano delle quote (tranche, appunto) delle quali la tranche junior si fa carico delle eventuali prime perdite che si possono verificare sul portafoglio e che, nei limiti del valore della garanzia prestata, saranno sopportate dal garante. In tal modo il garante ottiene di poter predeterminare la misura della perdita massima, dal canto suo la banca può avere un positivo effetto in termini di mitigazione del rischio di credito sull’intero portafoglio.

 

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