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Con il decreto «Sud» pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 19 settembre 2023, è stata istituita la Zes unica , con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico e la coesione sociale delle aree più svantaggiate del Paese: ne fanno parte i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna.

Il Piano strategico della Zes unica ha durata triennale (2024-2026) e definisce, in coerenza con il Pnrr, la politica di sviluppo della Zes unica, individuando, anche in modo differenziato per le regioni che ne fanno parte, i settori da promuovere e quelli da rafforzare, gli investimenti e gli interventi prioritari per lo sviluppo con l’obiettivo di aumentare la competitività dei sistemi produttivi esistenti e definire una strategia utile a centrare il posizionamento del Mezzogiorno nelle filiere nazionali ed europee, all’interno delle catene globali del valore.

È stato richiesto alle Regioni di trasmettere i documenti di programmazione strategica che vadano a individuare settori e priorità di intervento da promuovere e rilanciare sul territorio regionale.

Le zone economiche speciali possono rappresentare un volano per la crescita economica nazionale e locale, sostenendo gli investimenti diretti esteri e il potenziale di crescita, grazie alla riduzione della regolamentazione e della burocrazia, oltre a favorire l’innovazione in settore strategici e la convergenza dello storico divario Nord-Sud Occorre quindi indicare con urgenza i settori da promuovere e quelli da rafforzare nell’ambito della Zes Unica, nonché gli interventi per attrarre nuovi investimenti e assicurare maggiori opportunità di lavoro nella nostra regione.

I tempi per l’attivazione del Piano strategico legato alla Zes Unica, che interessa otto regioni, sono, però, strettissimi. Il decreto attuativo prevede l’invio delle domande a partire dal 12 giugno e fino al 12 luglio per gli investimenti fatti dal 01/01/2024 al 15/11/2024. Questo periodo è molto breve per metter a terra gli investimenti necessari ad un serio sviluppo delle aziende.

Le imprese che investono o che, in corso d’anno, hanno già investito in beni strumentali da destinare a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella Zes hanno un mese di tempo per richiedere alla Agenzia delle Entrate il bonus speciale per il Mezzogiorno.

Non è possibile, invece, l’utilizzo del credito d’imposta corrispondente agli investimenti non realizzati alla data di presentazione della comunicazione oppure realizzati ma per i quali alla medesima data non sono state ricevute le relative fatture elettroniche o non è stata rilasciata la certificazione.

Emergono, così, due punti critici: il periodo compreso tra il 12 giugno e il 12 luglio è troppo breve per completare gli investimenti; il contributo che viene concesso è a riparto e non per data di presentazione della domanda, quindi le aziende non sanno che percentuale di contributo sotto forma di credito di imposta gli spetta e non possono programmare gli investimenti.

Occorre quindi una regolamentazione più chiara affinché le aziende seriamente possano programmare e quantificare l’incidenza del contributo sull’ammontare dell’investimento ovvero procedere ad una attendibile analisi costi/benefici.

 

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